Il Nebbiolo delle Alpi, vinificato in Valtellina da Luca Faccinelli
Qui lo chiamano il Nebbiolo delle Alpi, dettaglio non da poco nel vasto panorama delle declinazioni di questo vitigno identitario.
Perché qui siamo in Valtellina, dove già il Nebbiolo ha un suo nome specifico, Chiavennasca, ma Luca Faccinelli per il suo vino ha voluto adottare una definizione che fosse ancora più evocativa del paesaggio in cui sono immersi i vigneti, quello del Valtellina Superiore Grumello.
La sede della cantina si trova invece a Chiuro, in provincia di Sondrio.
Due i vini della cantina, entrambi da Chiavennasca in purezza, contrassegnati dall’essere dedicati a personaggi storici.
Uno, omaggiato dal Valtellina Superiore, è Ortensio Lando, “filosofo bon vivant e letterato fra i più originali dell’umanesimo italiano”, il quale ebbe modo già nel 1548 di decantare il vino valtellinese, affermando “che credo fermamente ch’egli sia il miglior, che al mondo si beva”.
L’altro, il quale dà il nome al Rosso di Valtellina, è il coevo Matteo Bandello, “maggior novelliere della letteratura italiana dopo Boccaccio” come riportato in etichetta, il quale ebbe modo di valutare i vini valtellinesi come “preziosissimi” e “di tutta eccellenza”.
Quest’ultimo è la versione base, fondamentale per comprendere il pregio varietale di tale espressione del vitigno. La delicatezza floreale transita dal naso per adagiarsi sul palato, dove subito si accende una dolcezza speziata: acidità intensa ma gentile, sorso molto succoso, di grande pulizia. Caratteristiche che nella versione Superiore virano verso un’eleganza più strutturata e un ispessimento della beva, mutando la freschezza in calore suadente.
Abbiamo chiesto a Luca Faccinelli di illustrarci questi suoi vini e il proprio lavoro.
Info: www.lucafaccinelli.it
Distribuzione: www.propostavini.com