Neno Produttori d’Elite, lo spumante secondo il fuoriclasse Vito Piffer
Se si vuole conoscere seriamente tutta l’enorme valenza della spumantizzazione, fatta di competenza scientifica, acume empirico, sensibilità culturale e amore smodato, allora è fondamentale approfondire la figura straordinaria di Vito Piffer, autentico fuoriclasse delle bollicine che incanta con bottiglie di immenso pregio pregne di inarrivabile fascino.
Vito spiega il suo personalissimo lavoro sul Metodo Tradizionale Classico confluito nella propria piccola produzione Neno – Produttori D’Elite in quel di Lavis in provincia di Trento come “la sintesi di 30 anni dedicati alla mia professione di enologo, non un traguardo bensì un inizio fondato sulle esperienze maturate in diversi ambiti geografici, caratterizzati da aspetti fisici e climatici peculiari”, pertanto “un lungo percorso professionale dove ho sperimentato e appreso quanto la qualità delle uve per vini spumanti sia in stretta relazione con la composizione geologica del terreno di provenienza”.
Per applicare questa filosofia, egli “prende in considerazione ogni singolo fattore che influenza le caratteristiche organolettiche nella produzione di Spumanti Metodo Tradizionale Classico: le tecniche agronomiche più appropriate ad ogni vigneto, il momento più adatto per la vendemmia, la tecnologia e il metodo di vinificazione adeguati, porgendo la massima attenzione all’evoluzione dello spumante nella fase di maturazione ed affinamento”.
Di estremo interesse la notazione di Piffer secondo la quale “affrontare la produzione del vino spumante metodo classico sia cosa nettamente distinta e diversa dalla produzione del vino”, perché per il primo “occorre considerare valori e caratteristiche varietali, ambientali e geomorfologiche ben diverse rispetto alla produzione dell’uva da vino, una minima variazione chimico-fisica dell’uva porta a risultati completamente diversi del prodotto finale”.
La storia intera di Vito è intrisa di tradizione enologica: figlio di un viticoltore, è nato e cresciuto in Trentino nella vocatissima Valle di Cembra, dove fin da ragazzo aiutava i vari parenti nel lavoro in vigna e in quello nella cantina, apprendendo il più possibile dall’ammirato cugino Carlo depositario di un diploma all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.
Seguono le prime micro-vinificazioni nella piccola cantina di famiglia, provando già tecniche innovative di macerazione carbonica e spumantizzazione in bottiglia.
Procede così a impiantare cloni francesi della Champagne di Chardonnay in un terreno argilloso-calcareo della Valle di Cembra, formandosi intanto tra tirocini in cantina sociale di Lavis, scuola di enologia di Weinsberg e il Weingut Gerhard Kiesslig in Heilbronn.
Primo passo professionale è invece in Toscana nell’85 nella Fattoria La Massa di Josef Scharrer, nella zona del Chianti Classico. I successivi passaggi sono da Cesari di Castel San Pietro Terme (BO), cantina sociale di Cembra, azienda agricola Bassi, ditta Togni a Serra San Quirico nelle Marche, cantina Endrizzi.
E’ il percorso durante il quale elabora e pian piano attua “la realtà del piccolo spumantificio di famiglia che produce solo vini spumanti metodo classico tradizionale nei quali riverso tutta la mia esperienza e conoscenza enologica e le conoscenze scientifiche di mio fratello Gianni, geologo con esperienze internazionali”.
Diecimila bottiglie di quello che Piffer definisce il proprio “giochino” in cui coinvolge tutta la famiglia.
Il capolavoro assoluto di Piffer è, ovviamente e diremmo anche inevitabilmente, il Talento Brut Neno 992 276 Mesi, una titanica sfida al Tempo così monumentale e poeticamente estrema da assimilarla alle ancestrali lotte omeriche dell’Uomo contro ogni suo limite, insieme alla capacità romantica di sublimare la Natura e ogni sua catena opprimente, nonché alla concreta visionarietà illuministica che pone la nostra specie nelle condizioni di forzare il destino meccanicistico dell’Universo attraverso le prodigiose conquiste della Conoscenza.
Tutto scorre tra le quasi impercettibili bollicine metafisiche che infondono vibrazioni frizzanti implosive a tale Serie Limitata in cui il 992 “è il numero delle bottiglie che, sepolte nelle sabbie porfiriche della valle di Cembra, sono sopravvissute al tempo e al selettivo metodo di invecchiamento”.
Un sistema che prevede uno spumante affinato sui lieviti per moltissimo tempo, la cui sbalorditiva dimensione è evidenziata dalle date dei vari passaggi: vendemmia nel 1991, tiraggio nel 1992, sboccatura nel 2018! Sboccatura che avviene “dopo elaborazione e affinamento di molti anni delle bottiglie in una cantina di famiglia scavata nella roccia di porfido e sommerse in sabbia porfirica al fine di migliorarne l’evoluzione e la conservazione”.
Le uve impiegate sono Chardonnay e Pinot Nero coltivate su terreno Costiöla composto da deposito glaciale con matrice limo-argillosa.
L’autore prega che nella degustazione venga lasciato a questo spumante il tempo di esprimersi, per assaggiarlo nel suo progressivo aprirsi ed evolversi: “io personalmente impiego almeno mezzora per degustarlo nel modo più appropriato”, rivela.
Nella sua lenta evoluzione nel bicchiere, il bouquet afferma sensazioni di cotognata e miele di eucalipto, mentre in bocca sviluppa pera Madernassa cotta, pompia candita, carruba, yuzu e una nota di abbamele. Corposo, materico, seduce con un irresistibile tocco minerale. Il sorso è sontuoso, sospeso tra abboccato e sapido, la beva è invece meditativa.
Un vero miracolo che mantiene le aspettative e merita il sacro rispetto da parte del degustatore, spinto a sorseggiarlo come fosse ambrosia destinata agli dei, cogliendo il profondo significato dell’Essere al mondo.
La creativa indagine pedologica dà frutti illuminanti soprattutto in quel Talento Dosaggio Zero Vulcanite in cui “i materiali parentali sono ascrivibili in prevalenza a rocce di origine vulcanica (Gruppo Vulcanico Atesino)”.
Infatti per la produzione di quest’altro spumante, tratto da Chardonnay in purezza, si è fatto riferimento “all’origine geologica, alla morfologia ed alle condizioni micro-climatiche delle aree di coltivazione”, alla base di quei profumi di fiori di pesco avvertiti dal naso, tradotti al palato in un’esplosione di limone primo fiore che si accompagna a pera coscia, mandarino tardivo, susina bianca, fino a un piacevole retrogusto erbaceo che richiama la genziana. Da notare il perlage fitto e vivace, insieme alla mineralità espansa che ricorda la roccia e istanze ipogee.
L’intensa acidità ingolosisce la beva, pur in presenza di un sorso austero.
Per il Talento Brut Diamicton metodo classico derivante da un blend di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier “i terreni di coltivazione sono rappresentati da prevalenti depositi massivi di origine glaciale e colluviale, caratterizzati da miscele di ghiaia, sabbia e sedimenti fini poligenici”, capaci di trasferire allo spumante “fine perlage e bel colore giallo paglierino scarico, ricco e complesso al naso, con note floreali-fruttate, avvolte in una leggera sensazione di pane fresco e vaniglia che donano grande finezza”.
Aggiungiamo che si individuano echi di frutti esotici freschi e canditi, un’apprezzabilissima sapidità e qualche cenno di erbe officinali.
Non si può non concordare con Vito Piffer quando afferma che “in ognuno di questi Spumanti Neno Produttori d’Elite è racchiuso il genius loci di un territorio”.
Lo spiega più dettagliatamente nella video-intervista che abbiamo realizzato con lui: la potete vedere qui di seguito.
Info pagina Facebook: NENO Produttori d’Elite – Spumanti Piffer
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/piffer