Olio extravergine per tutti: piccolo è sano e buono
Olio. Senza Stanlio. Piccola guida per evitare incidenti di percorso.
Primo consiglio. Per conoscere la tracciabilità del prodotto il piccolo produttore certificato, quello che al Sud chiamano olio di casa, comprato al frantoio o da amici e parenti, sono la strada più semplice e sicura.
Se si comprano le latte da 5 chili, magari in acquisto collettivo, il prezzo può stare fra i 7 e i 9 euro al litro anche a Milano. Parlo di olio siciliano, quello del mio consumo domestico da anni, per esempio: l’Antico Frantoio Vallone di Alcamo, extravergine premiato.
Gli ottimi oli pugliesi possono costare anche meno, vedi l’Olearia De Sanctis di Bitonto che tasto spesso alla trattoria La Giara. Questo perché l’acquisto è spesso condizionato giustamente dal prezzo. Vi racconto allora tre modelli.
Il piccolo ma pluripremiato Olio Centonze di Castelvetrano, unico esempio a due passi dai templi di Selinunte, di parco archeologico dell’ulivo, dove l’età media delle piante di Nocellara del Belice è di 300 anni, ma la pianta più vecchia ne conta 1200 e fa ancora frutti.
Nel dopoguerra il nonno di Nino Centonze comprò questi terreni, che erano quelli delle latomie, le cave di tufo con cui fu costruita Selinunte. Vi portò buona terra da tutto il territorio, mista a quella rossa e scura della zona, e il suo olio, pregiato è raro ha una delicata dolcezza sconosciuta agli altri Nocellara. Ha vinto premi nel mondo, esporta nei mercati più importanti, è una delle 26 aziende italiane presidio Slow Food. Nelle latomie si può ammirare la storia dell’Ulivo, da quello non commestibile dei greci agli innesti arabi e agli ulivi ancora in produzione. Bio dagli anni ‘90 ([email protected]) merita una visita e un assaggio.
Non sempre numeri importanti vanno a discapito della qualità, come insegna la palermitana Barbera, che grazie ai conferitori, oltre alla linea base può produrre in frantoio tre monocultivar di extravergine davvero interessanti. Il Lorenzo N 1, varietà Cerasuola Dop Valli Trapanesi. Il Lorenzo N 3, varietà Biancolilla Dop Val di Mazara. Il Lorenzo N 5, varietà Nocellara. Anche nell’industria si può.
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 14 novembre 2015