Opera e Birrificio Pavese, birre artigianali da Pavia
La Pavia della birra artigianale ha di recente unito le forze, con l’acquisizione da parte di Opera del vicino Birrificio Pavese che produce a pochissima distanza.
Due marchi che mettono insieme le energie gestionali ma mantengono intatte le peculiarità produttive e le specifiche filosofie birrarie.
Pavia non rimane sullo sfondo, bensì trasmette il proprio fascino a queste avventure brassicole. Sul sito di Opera infatti si sottolinea come la Pianura Pavese rappresenti “una delle zone eccelse e più vocate alla coltivazione dei migliori risi e cereali e il segreto che li rende inimitabili risiede nella naturale e particolare composizione del terreno e nella qualità delle acque, base della produzione delle birre del Birrificio Opera” (www.birrificioopera.it).
Ricordando la gloriosa storia di Pavia che “fu capitale del regno longobardo”, si professa però che “per creare qualcosa di nuovo devi ripartire da zero”. In realtà in quello zero sono compresi la passione e gli incontri che contraddistinguono il mondo della birra artigianale.
Ne sono scaturite produzioni intese come “frutto del Lavoro, Artigianale e Intellettuale, con un attenzione al sociale, alla sostenibilità e all’ecologia”.
E i frutti eccoli.
Draco è all’insegna di frutti tropicali, tanto all’olfatto quanto al gusto, con una freschezza aromatica che rende facile la beva, a dispetto dell’alcolicità, lasciando una chiara sensazione di mango.
Linx spinge spudoratamente sulla complessità, senza timore di spingere al massimo tanto l’abboccato quanto l’amaro, in un tripudio di sfumature.
Dorado al naso è un trionfo di campi di grano, approcciando il palato con i toni amari, per approdare a un finale zuccherino lungo e piacevole.
Vela è il nettare della spensieratezza, la birra da bere per il puro piacere di farlo, ripagato da una semplicità che non rinuncia a essere suadente, tra agrumi e spezie.
Il Birrificio Pavese dal canto suo si propone all’insegna della “voglia di innovare” e della scelta di “tutto ciò che non è industriale”, a partire “dalle materie prime per la realizzazione di una bevanda viva e sorprendente” (www.birrificiopavese.it).
Si afferma la cura del prodotto e il valore della passione, tradotti in birre che sanno conquistare.
Trip Hop spande un magnifico profumo di carrubo, mentre al palato è densa, con toni di frutta candita e ricordo di caramello, fino a un finale che attinge dagli agrumi.
Bliss si presenta con un bouquet seducente: l’amaricante si fa subito avanti, mentre gli aromi emergono nel finale, con toni agrumati.
Onissa è materica, ingentilita da un retrogusto fruttato che prende il sopravvento sull’amaro: da notare le bolle, un tappeto compatto e stuzzicante.
Diesis esplode di quella frutta che richiama le stesse tonalità cromatiche di carminio, giocando sull’intreccio di dolce e amaro e affermando una spiccata personalità.
A raccontarci queste due realtà è Luca Boselli, intervistato all’ultima edizione dell’Italia Beer Festival.