A Tropea, ristorazione omologata: ma c’è l’Osteria del Pescatore
Trovare un ristorante che profumi di autenticità a Tropea è un’impresa.
Il rinomato centro turistico in provincia di Vibo Valentia sembra aver venduto l’anima originaria alla mercificazione turistica sfrenata: l’effetto più evidente di ciò è nell’omologazione della ristorazione cittadina, in gran parte appiattita su ovvietà regionali o peggio ancora su standard della cucina italiana per accontentare i turisti più distratti e incolti.
Si arriva fino all’orrore di avere visto nel menu di un locale cittadino l’imbarazzante dicitura “spaghetti alla bolognese”, ovvero un falso che disonora e offende la vera cucina italiana: si tratta infatti di una ricetta inesistente in Italia e men che mai a Bologna, inventata all’estero da furbi ristoratori senza scrupoli che sfruttano l’italian sounding per fare abboccare gli allocchi. Propinarlo in una città del sud Italia fa rabbrividire.
Stupisce registrare ciò in un borgo così bello e caratteristico in cui ci si aspetterebbe maggiore attenzione all’offerta gastronomica territoriale e alla sua cucina povera, invece dei menu infiniti che sembrano bignami della gastronomia nazionale.
Anche quando abbiamo chiesto a chiunque in città o nei dintorni di indicarci dove mangiare autenticamente tipico a Tropea, abbiamo notato imbarazzo ed esitazione, senza nessuno che se la sia sentita di darci un suggerimento.
Dopo avere letto uno per uno tutti i menu esposti dai locali, unico modo per comprendere preventivamente la filosofia di un ristorante, sia pure tentati dal Ristorante Pizzeria Il Normanno che esibiva in carta la tipica pitta china, abbiamo optato per l’Osteria del Pescatore, in pieno centro, a due passi dalla Cattedrale di Tropea.
Abbiamo così dato credito all’unica guida gastronomica sensata che esista in Italia, quella delle Osterie d’Italia di Slow Food, la quale, nella versione uscita in allegato al periodico Bell’Italia, cita l’Osteria del Pescatore come unica di rilievo di buona parte della costa tirrenica calabrese, da Reggio Calabria a Tropea.
Il locale è gestito da una famiglia di pescatori, dove il responsabile ti accoglie con frugale ironia e ti parla in dialetto. Ma in quel misto di italiano e calabrese non risparmia dettagliate, competenti e graditissime spiegazioni dei piatti e delle specialità del locale, trasformando il pasto in un’esperienza culturale.
Piatto forte, ovvio a dirsi, Fileja alla Tropeana: è una pasta tradizionale tipica della provincia di Vibo Valentia, dalla strepitosa consistenza tutta da masticare, condita da un sugo in cui troneggia la miracolosa Cipolla Rossa di Tropea, di inaudita dolcezza, il tutto esaltato dal contributo di melanzane, zucchine e formaggio di Monte Poro. Magnifico l’equilibrio tra dolce e salato, con una spiccata acidità che fa salivare e quindi godere. Uno dei piatti più buoni del mondo, semplicemente.
Tra i secondi, fatevi consigliare dell’oste: il pescato del giorno è sempre ricco di specialità locali freschissime, come u Mupu (ovvero il pagello Occhialone), squisitezza praticamente viva da provare arrosto.
Altra specialità di pesce, i tipici Surici fritti, i dolcissimi pesce pettine. Magari da provare dentro una ricca frittura di mare.
Tutto da accompagnare con un pane di casa molto profumato, dall’impasto fitto, dalla macinatura spessa, quasi fosse una struncatura panificata.
Poche ma ben scelte le bottiglie di vino in carta.
Perfetto per questa cucina il Greco Lamezia delle Cantine Lento di Lamezia Terme, un bianco sapido, di tenue acidità, il cui delicato approccio al palato esplode poi in un trionfo fruttato.
Per comprendere bene la schiettezza di questo locale e della sua cucina, nulla di meglio che ascoltare la viva voce di chi lo gestisce, Gerardo Artese.
Info: Osteria del Pescatore, via del Monte 7, Tropea; tel. 0963603018