Osteria Zeromiglia a Grado, qualità e organizzazione non all’altezza della narrazione
Le aspettative su un ristorante di pesce sono alte se ti raccontano che si tratta del locale di una cooperativa di pescatori del posto, già celebrato dalla guida Slow Food sulle Osterie, il quale vanta sul proprio sito “materie prime di altissima qualità”, uno staff “di grande competenza ed esperienza”, definendosi da solo “una piccola eccellenza nella proposta gastronomica del territorio lagunare”…
… quindi succede che ci rimani male se invece già nella seconda metà di maggio trovi un locale che appare in affanno a stare dietro ai comunque tanti clienti con conseguenze sulla qualità del servizio: mai un sorriso o un gesto di accoglienza, come ti aspetteresti in un’osteria, in compenso una cameriera distratta dal dovere controllare anche quanto le sta accadendo attorno, la quale non ti guarda in faccia quando le dici cosa vuoi mangiare e volge lo sguardo altrove anche mentre trascrive le nostre richieste per la comanda, con l’inevitabile conseguenza di scordarsi di appuntare uno dei piatti richiesti, senza ammettere l’errore nemmeno dopo averglielo fatto notare al termine di una lunghissima vana attesa.
Sia chiaro, l’errore è plausibile e sarebbe passato in cavalleria se almeno ci fosse stato dall’altra parte del calore umano che a nostro avviso deve fare necessariamente parte dell’offerta di un locale dichiaratosi autentico e attento alla genuinità.
Purtroppo la qualità dei piatti non ha del tutto ribaltato la situazione.
I Sardoni impanati chiesti come antipasto sono risultati piuttosto anonimi nel sapore e forse per questo sono stati avvolti in una quantità di pastella a noi apparsa eccessiva, tanto da averla dovuta rimuovere con la forchetta da ogni pesce per potere cercare almeno nella materia prima note ittiche e peculiarità organolettiche comunque non trovate.
E’ andata meglio con le Sepe in tecia con polenta, tipicità locale in cui in questo caso il gusto c’era e l’esecuzione è apparsa corretta, pur senza raggiungere le vette culinarie promesse dalla promozione del posto.
Il tutto accompagnato dal gradevole vino della casa, un bianco territoriale prodotto da Giovanni Donda di Aquileia.
Eravamo andati in questo locale desiderosi di provare anche altri piatti, ma l’atmosfera fredda e respingente nonché la qualità media ma non eccelsa delle pietanze ci ha fatti desistere dall’intento, anche a causa delle attese infinite per ogni passaggio, dal prendere la comanda ai tempi prima dell’arrivo di una portata.
Probabilmente siamo incappati noi in una giornata sfortunata, peccato, perché le premesse per vivere in questo locale un’esperienza emozionante ci sarebbero tutte, mentre siamo andati via mesti per avere sprecato l’occasione di conoscere una ristorazione più valida e accogliente, all’altezza del fascino della città che la ospita.
Info: http://pescatorigrado.com/ristorante-grado-osteria-mare/