Palazzo Te a Mantova, grazia imperitura secolare che emoziona
Ti rapisce non appena vi fai ingresso, ma non ti libera quando ne sei uscito: Palazzo Te a Mantova ti rimane dentro a lungo, come una delle esperienze culturali di maggiore impatto emotivo e intellettuale che si possano vivere.
Sì, parliamo di uno degli edifici di maggiore bellezza al mondo, con uno splendido allestimento interno, ma tanta meraviglia non basta a spiegare l’incanto perenne che ti lascia in dote una visita a Palazzo Te.
Appena metti piede sul viale alberato che introduce all’area della struttura, ti senti pervaso da una vellicante serenità antica, come se fosse il concetto classico di Grazia a stagliarsi innanzi al tuo sguardo sotto le magnifiche spoglie delle architetture dell’edificio. Sarà stata la fortuna di essere capitato in un giorno di leggera nebbia, ma quell’impalpabile candore che avvolgeva il palazzo ne potenziava la magia.
Carico di aspettative, valicato l’ingresso, ecco la vertigine, infinita.
Una teoria di stanze da guardare a naso in su, alimentando il godimento labirintico: perché ogni soffitto ha una sua personalità che sublima la decorazione in memoria del gusto di un’epoca.
Mentre su ogni parete si alternano stucchi e affreschi di rara grazia.
Siamo nelle Sale monumentali che inanellano Camera di Ovidio o delle Metamorfosi, Camera delle Imprese, Camera del Sole e della Luna, Loggia delle Muse, Sala dei Cavalli, Camera di Amore e Psiche, Camera dei Venti, Camera delle Aquile, Loggia di Davide, Camera degli Stucchi, Camera degli Imperatori, Camera dei Giganti, Camerino a Crociera delle Grottesche di Venere, Camera dei Candelabri, Camera delle Cariatidi, Loggia meridionale, Camera delle Vittorie, Appartamento del Giardino Segreto.
Denominazioni evocative che confermano l’amore per il classicismo imperituro che pervade la struttura.
Struttura che si deve ai Gonzaga, come buona parte dello splendore di Mantova.
Il sito ufficiale spiega che “due sono le ipotesi più attendibili sul significato del termine Teieto” dalla cui abbreviazione deriva il nome del palazzo: “potrebbe derivare da tiglieto, località di tigli, oppure essere collegato a tegia, dal latino attegia, che significa capanna”.
Quando ancora questo territorio era un’isola lacustre, i Gonzaga la elessero a “luogo di svago per la famiglia”, mentre “agli inizi del 1500 Francesco II Gonzaga, marito di Isabella d’Este, vi fece costruire stalle per gli amati cavalli di razza e anche una casa padronale”.
Dall’incontro con Giulio Romano (“un artista che progetta “non abitazioni di uomini, ma case degli Dei” come ci dice Vasari nelle sue Vite”) nasce il progetto di costruire il Palazzo del Te, “per il tempo libero e lo svago, per l’onesto ozio del principe”, divenendo una volta edificato “luogo atto ad accogliere e onorare gli ospiti illustri”.
Oggi il palazzo ospita anche un’area museale che al “piano superiore del palazzo accoglie notevoli raccolte d’interesse documentario e artistico”…
… la Donazione Arnoldo Mondadori che espone opere di Zandomeneghi e Spadini…
… la Collezione Mesopotamica Ugo Sissa, “tra le pochissime in Italia”, con i suoi reperti delle antiche civiltà nate tra i fiumi Tigri ed Eufrate…
… la Sezione Gonzaghesca che “riunisce pesi e misure in bronzo dell’antico stato dei Gonzaga, nonché conii, punzoni, medaglie e monete di Mantova e dei principati minori”…
… la Raccolta Egizia con sculture e oggetti “legati ai riti funerari e al culto delle divinità”.
Abbiamo catturato respiri di questo splendore con la nostra telecamera, nel video che segue.
Nota di merito da aggiungere per la gestione della struttura, a carico del Comune di Mantova, tra i migliori esempi in Italia di efficienza, con particolare plauso all’ottimo lavoro del direttore dei Musei Civici, Stefano Benetti. E’ anche grazie alla qualità dei servizi che si consente agli utenti di innamorarsi dei Beni Culturali.
Info: www.palazzote.it