Un panettone diverso? Scopriamo la Mugnaga!
Esistono tanti altri tipi di panettone, oltre quello classico, si sa. Solitamente si tratta di invenzioni estemporanee dettate dall’estro di qualche maestro pasticcere. Abbiamo però scoperto una tipologia di panettone particolarissima capace di diventare in alcuni anni una tradizione a parte.
Si chiama Mugnaga e si trova soltanto nella zona occidentale della provincia di Milano, in un’area compresa tra Abbiategrasso, Gaggiano e Arluno.
La sua origine lombarda è testimoniata dal nome, dato che mugnaga è il termine dialettale per indicare le albicocche. Proprio le albicocche sono l’ingrediente che lo contraddistingue, costituendone l’unica farcitura, prendendo il posto dell’uvetta e di ogni altro tipo di frutta candita.
E’ praticamente sconosciuto al grande pubblico dei consumatori. Sembra impossibile risalire con precisione alla sua storia, la quale sembrerebbe relativamente recente.
Una piccola realtà editoriale si limita a definirlo “un’alternativa che affonda le radici nella storia della pasticceria lombarda” senza specificare altro, mentre in un angolo della Rete in un forum lo si trova inserito tra i “dolci un po’ più locali (spesso tipici di un solo paese) ma non sono prettamente natalizi, quali la mugnaga (lett. albicocca)”. Significativamente però nel cuore dall’area di produzione c’è chi lo definisce il “panettone tipico di Abbiategrasso”.
Le scarse notizie al riguardo, hanno contributo a rendere la Mugnaga un oggetto di autentico culto da parte di chi ha avuto la fortuna di provarlo. Fuori dai confini lo porta come curiosità identitaria una nota pasticceria di Arluno, quella di Andrea Busnelli, il quale ha proposto la Mugnaga in alcuni incontri tra golosi.
A portarne alto il vessillo è però una straordinaria realtà artigiana in via Roma 42 a Gaggiano, alle porte di Milano, lungo la via che costeggia il Naviglio Grande: la gestisce la famiglia Tarantola dal 1963, riunendo con cura antica l’attività di panetteria e pasticceria, oltre a comprendere caffetteria e gelateria. Elisabetta, Silvio ed Enrico sono fieri di lavorare come una volta e a loro si deve la realizzazione della massima espressione di una meraviglia della pasticceria italiana come la Mugnaga. Basti pensare che grazie al solo passaparola il loro negozio è diventato meta di pellegrini del gusto che vi giungono da ogni parte d’Italia: dal Piemonte all’Emilia Romagna e il Veneto, sono in tanti a sobbarcarsi ore di strada pur di raggiungere questo tempio dell’arte pasticcera per gustare una rarità come la Mugnaga.
“Abbiamo seguito la sollecitazione dalla gente che ce la chiedeva” spiega Elisabetta, “soprattutto le persone più anziane che lo avevano assaggiato tanti anni fa”. Pare che possa essere stata la prima variante del panettone. La versione dei Tarantola ha comunque una sua storia ormai ventennale. “Il frutto dell’albicocca che usiamo è ben maturo e deve essere candito bene” svela Elisabetta: “trattandosi di un frutto morbido, nell’impasto i pezzi più grandi rimangono interi, mentre i più piccoli si sfaldano e si fondono con l’impasto”. Il risultato è un dolce di bontà inaudita, tra i più esaltanti che si possano provare in tutta Italia: in qualunque città vi troviate, la Mugnaga di Tarantola vale davvero ogni viaggio, anche il più lungo.
Lasciamo la parola all’artista che crea con le proprie mani questi capolavori, Enrico Tarantola: il nostro Andrea Marchi è andato a riprenderlo sul luogo di lavoro, filmando in laboratorio alcune fasi della lavoarzione della Mugnaga.
Info: www.panificiotarantola.it