Il Parco Archeologico di Venosa (PZ) e la stupefacente chiesa Incompiuta
Una delle più grandi sensazioni che si possano vivere in Italia: l’immersione nel Parco Archeologico di Venosa fino a sfociare nella stupefacente chiesa Incompiuta rappresenta una delle esperienze più profonde e sconvolgenti che un animo sensibile possa vivere in assoluto.
Un ordito di vestigia antropiche dai tratti magnificamente conservati che fiorisce tra una natura metafisica che induce al silenzio e alla riflessione, sull’umano transeunte e il nostro perenne divenire.
Ogni passo evoca una storia, a ogni respiro si illumina un pensiero sul Tempo che è stato e che qui è rimasto, fissato per sempre nella Terra forse con l’anima più grande che abbiamo, una Basilicata di sconvolgente meraviglia e carsica inarrivabile profondità.
Siamo sulla Strada Provinciale Ofantina, in uno dei comuni più prodigiosi del Paese per cura e proposta di Beni Culturali, Venosa, in provincia di Potenza, nel nord della regione lucana.
Il Comune di Venosa del Parco Archeologico fa giustamente l’epicentro della proposta culturale della città, specificando nelle sue pagine web sul Turismo che Domus, Terme, Anfiteatro e Battistero Paleocristiano, elementi costitutivi del Parco Archeologico, “sono attribuibili al periodo traiano-adrianeo, periodo di intensa attività edilizia, specie nel settore pubblico…”
… “degli ambienti termali nel loro complesso restano le tracce un Tepidarium con i piastrini in mattoncini che sostenevano il solaio di calpestio”…
… “e le tracce di un frigidarium che presenta una pavimentazione musiva a motivi geometrici e zoomorfi”.
“Delle numerose domus private, probabilmente risalenti al periodo della deduzione coloniale del 43 a.c., edificate su alcune fornaci di età repubblicana e ristrutturate agli inizi del I secolo dopo Cristo, vi sono numerose testimonianze”
Grazie alle immagini concesse del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, siamo in grado di mostrarvi tanta Bellezza in questa pagina e nel video sottostante.
Sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo invece si precisa che “l’area archeologica racchiude i resti monumentali della colonia latina di Venusia (fondata nel 291 a. C.) dal periodo repubblicano all’età medievale”, preludio all’indicazione che dal parco si accede all’Incompiuta, un impianto ecclesiale realizzato in epoca normanna e mai portato a compimento.
E’ il momento più elevato e indimenticabile della visita, capace di elevarsi a snodo fondamentale della Memoria personale di chiunque abbia la gratificazione di potere vivere una simile apparizione.
La chiesa Incompiuta ti risucchia in un microcosmo spaziale che diviene macrocosmo interiore, liberando l’intelletto oltre ogni soglia del percepibile e stimolando spiritualità anche nel più puro senso laico: gli scorci ingegneristici, i bagliori figurativi, la plasticità dei volumi…
… e la grazia infinita del dettaglio pittorico reso magari da un affioramento muschioso…
… insieme a lievi tocchi scultorei dalle suggestioni sospese tra il mistero e la rivelazione…
… tutto irretisce, ghermisce epidermicamente, fino a segnare profondamente, per sempre.
L’Agenzia di Promozione Territoriale di Basilicata la racconta spiegando che “nel XII sec. ha inizio il progetto di realizzazione della chiesa nuova voluta dai Benedettini per ampliare lo spazio destinato al culto”, rispetto al Complesso della Santissima Trinità di cui ancora possiamo godere: “i lavori furono però interrotti dopo qualche decennio quando i monaci abbandonarono il convento”…
… così “dell’opera rimangono oggi solo le mura esterne”…
… “e all’interno sul lato destro, cinque colonne”…
… “di cui quattro complete di capitello corinzio”…
… “si può tuttavia intuire in maniera chiara l’assetto della chiesa: pianta a croce latina, tre navate, transetto, abside, coro con deambulatorio e cappelle radiali”.
Essendo stata realizzata anche con materiali di altre opere preesistenti, la struttura presenta innesti decorativi da cogliere con minuziosa attenzione, quasi una caccia al dettaglio che sveli cenni di sincretismo architettonico ma anche simbolico, in dialogo pure con il vicino Anfiteatro Romano, come nel caso di qualche epigrafe, mentre tra i bassorilievi spicca la compostezza da rigor mortis della Stele Funeraria della famiglia del console romano Lucio Cornelio Cinna.
Ma il primo paradigma del resto lo si incontra già sull’arco da cui si fa ingresso alla struttura, con l’archetipica effige di un agnello che ungula una croce, riferimento esplicito all’Ordine dei Cavalieri di Malta, tra gli affidatari del progetto mai compiuto.
In attesa che possiate avere la fortuna di vivere di persona la struggente meraviglia dell’Incompiuta, potete intuirla dal video che segue.
Info: tel.: 0972/6095
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