Passerina del Frusinate, autoctono ciociaro vinificato da Giacobbe
Qualcuno ne parla come di un vitigno conteso tra la zona di Frosinone e le Marche, altri lo classificano come enclave laziale di un’uva diffusa nell’Italia Centrale, ma in Ciociaria invece hanno le idee molto chiare in merito: la Passerina del Frusinate è un vitigno autoctono a tutti gli effetti.
Ha infatti una sua precisa identità biologica, una sua storia, sue peculiarità organolettiche.
Pertanto la Passerina del Frusinate merita un approfondimento, tenendo presente il valore identitario che assume per il territorio di Frosinone, già titolare di un’altra gloria vinicola nazionale come il Cesanese del Piglio.
Convinto sostenitore dei pregi della Passerina del Frusinate è uno dei suoi produttori più appassionati, Alberto Giacobbe dell’omonima cantina con sede a Paliano, ovviamente in provincia di Frosinone, anche se i suoi terreni coltivati si estendono nei comuni di Piglio e Olevano Romano.
Azienda che “nasce nel 1939 ad opera di Giacobbe Leopoldo quando acquistò un piccolo appezzamento di terreno proprio in cima al colle San Giovenale, posizione ideale per la coltivazione della vite”, mentre successivamente è il figlio Alino “a continuare l’opera iniziata dal padre estendendo l’Azienda fino alle dimensioni attuali”, fino all’arrivo del figlio Alberto che inizia l’attività di imbottigliamento.
Una storia di sana e virtuosa attività contadina familiare in evoluzione che oggi svolge il ruolo di tutela e promozione di un vino che merita maggior fama come la Passerina del Frusinate.
Due le declinazioni di Giacobbe.
Il Duchessa propone il vitigno in purezza, affinandolo per circa sei mesi in acciaio e almeno tre in bottiglia: in questo modo il vino mantiene al massimo tutte le caratteristiche varietali, a partire da un complesso bouquet. In bocca, nessuna smanceria: gli aromi offrono sensazioni amaricanti, l’acidità è misurata, mentre si avvertono toni vegetali, quasi di cardo.
Il Maddalena invece dopo la fermentazione in serbatoi di acciaio si affina per circa sei mesi in tonneaux e poi per dodici in bottiglia: una maturazione più lunga che irrobustisce lo spessore e rende più materico il sorso, portando in dote morbidezza e intensità.
Ci siamo fatti raccontare questi vini da Alberto Giacobbe.
Info: www.vinigiacobbe.it