Pasticceria Iginio Massari a Milano, due anni di bontà senza empatia
Vai alla pasticceria Veneto a Brescia e può capitarti di trovare il titolare che sposta i tavoli in prima persona ed è pronto a raccontarti i dolci della tradizione bresciana meno noti, vai invece alla pasticceria Iginio Massari a Milano e ti ritrovi accolto con professionalità sì ma fredda, tra imperfezioni logistiche e creazioni senza il calore della storia: sta in questa dicotomia la perplessità che alligna nel valutare i primi due anni di attività del locale del maestro bresciano nel capoluogo lombardo, dove non sembra proprio che stia riuscendo a lasciare il segno come sperato.
Già la collocazione non aiuta, poiché il trovarsi nel blocco architettonico di via Marconi 4 ad angolo con Piazza Diaz che ospita pure una nota banca fa scattare involontarie ma inevitabili ironie che l’operazione di Massari sia meramente d’impronta commerciale: legittimo, ma noi il vero Iginio lo abbiamo visto illuminarsi in volto quando parla dei dolci poveri della sua infanzia che ancora propone a Brescia, mentre per il resto sembra si sia creata eccessiva compenetrazione pirandelliana tra la persona reale e il personaggio televisivo.
A confermare la mancanza di calore non è soltanto il dato metaforico ma purtroppo anche quello pratico, visto il freddo sofferto tempo fa nella struttura esterna allestita per il consumo da seduti: per tutto il tempo impossibile liberarsi dai cappotti e un senso di disagio che ci ha portati a finire la degustazione più in fretta possibile per poi non avere alcuna voglia di ripetere l’esperienza.
Di alta classe ovviamente la presentazione delle creazioni dolciarie di Massari, giustamente e utilmente concentrate sulle monoporzioni, poiché quando ti trovi al cospetto di un così celebrato maestro della pasticceria la curiosità è tanta e scatta quindi anche la voglia di testare il maggior numero possibile di sue espressioni.
Ogni declinazione al cioccolato è una sicurezza, per la capacità di Massari di mantenere sempre in equilibrio i toni zuccherini con le sfumature organolettiche intrinseche del cacao…
… ma a creare maggiore interesse sono i numerosi impeghi della frutta, disposta sempre su basi golose, dal semplice fondo sablè a soluzioni imbibite, come il pan di spagna irrorato di bagna alla vaniglia, il savoiardo al caffè, il roulò alla fragola o l’impasto sacher al rum, ma senza trascurare la consistenza croccante affidata a una massa, al cioccolato o alla friabilità della frolla.
Su questo ordito di nuance si innestano lamponi, pistacchio, mandarino candito, marmellata di arance e confettura di ribes, fragole, pere a cubetti, nocciole, in un gioco continuo tra frutta fresca e lavorata.
Il palato certamente non ha reclami da fare, il ché fa rimanere ancora di più l’amaro in bocca per un servizio corretto svolto da addetti preparati ma non particolarmente dinamici e non perfettamente organizzati, cui manca quell’empatia che un cliente si aspetterebbe in un locale al quale chiede in fondo delle coccole sensoriali magari accompagnate da forme di gentilezza più convinte e calorose.
Altrimenti viene davvero la voglia di prendere l’auto e tornare a Brescia, alla ricerca delle radici più emozionanti e coinvolgenti del Massari più intimo e quindi anche più autentico.
Info: https://www.iginiomassari.it/iginio-massari-milano/