Pecorino Bagnolese d’Irpinia, da latte di razza autoctona avellinese
La Malavizza, meglio conosciuta come Pecora Bagnolese, è una placida creatura che si trova soprattutto nell’area dei monti Picentini in provincia di Avellino e in quel Bagnoli Irpino che le dà il nome. E’ dal suo prezioso latte che nasce un pecorino che ha mantenuto valore identitario nel territorio, tanto da spingere i produttori a farne ragione culturale oltre che imprenditoriale.
Come la Cooperativa Agricola Pecorino Bagnolese nata nel 2009 da cinque pastori bagnolesi guidati da Patrizio Della Polla, con lo scopo di preservare questa razza ovina ma anche quello “di aumentare la diffusione dei prodotti derivanti dalla lavorazione manuale, tramandata da generazioni, del latte di pecora”, dato per certo che “la genuinità del prodotto è garantita dall’alimentazione naturale al pascolo, dalle piccole dimensioni degli allevamenti, a gestione familiare e lontani dai grandi insediamenti urbani”.
La necessità della tutela di questa razza ovina autoctona è determinata anche dal basso numero di capi rimasto, tanto da fare temere per la sua estinzione, nonché dalla fatica che comporta il suo allevamento che avviene allo stato brado. La mungitura è quindi “effettuata in modo manuale ed il latte deve essere lavorato al massimo entro 24 ore dalla prima mungitura”.
La stagionatura ottimale avviene su tavole di legno per un minimo di tre mesi. Se ne ricavano diverse declinazioni, come Pecorino normale (Stagionato – Semistagionato), Aromatizzato al fieno o alla paglia, alla vinaccia, alla crusca, alle noci, al peperoncino, al Tartufo Nero di Bagnoli irpino, al pepe.
Tratto comune delle varie versioni, l’intenso carattere selvatico, i sentori di alimentazione naturale della bestia, retrogusto di erbe spontanee.
Ci siamo fatti raccontare questo pecorino da Sara Moscariello.
Info: www.pecorinobagnolese.com