Pelz, vini territoriali trentini dalla Val di Cembra
La famiglia Pelz ha ben compreso di avere ricevuto in dono dalla natura un territorio di straordinaria personalità e ricchezza di sfumature, dalla potente vocazione vitivinicola, così con lucidità scientifica e passione eroica ne hanno sfidato le asperità per trarne gioielli da bere, sotto l’egida della cantina che porta il loro cognome con sede nel comune sparso di Cembra Lisignago, neanche tremila abitanti nella stupenda Val di Cembra in Trentino.
Tutto prende avvio nel 1995 dai fratelli Diego, Michele e Franco “con l’obiettivo di creare prodotti che riescano a esprimere liberamente l’unicità della realtà viticola della Valle di Cembra, territorio intagliato nella roccia dai loro avi per la coltivazione della vite”, come spiega il distributore anch’esso trentino dei loro prodotti, Proposta Vini.
Dodici gli ettari vitati con appezzamenti “distribuiti a macchia di leopardo sul versante esposto a sud-est della Valle”.
Si tratta di “colline moreniche dalle schiene arrotondate e pendii dolci che si affacciano su terrazzamenti abilmente costruiti con muri a secco”, le cui pendenze sono a volte prossime al 40%, tanto che tale pratica “è riconosciuta come viticoltura eroica”.
Peculiarità che consentono di “coltivare varietà con diverse esigenze pedoclimatiche e ottenere i migliori risultati”, tanto da far dire ai tre fratelli “il nostro vino, un sogno che si realizza grazie all’amore per la nostra Valle, all’impegno e alla fatica di ogni giorno”.
Dalla vendemmia del 2019 la Cantina Pelz è stata certificata Bio.
Riferendosi alla produzione, dalla cantina spiegano che i vini realizzati “riescono a esprimere liberamente l’unicità della realtà viticola della Valle di Cembra”, un territorio tipicamente montano “con vigneti collocati ad altitudini che vanno dai 400 mt fino a 850 mt s.l.m.”.
A ciò si aggiunga che “la cura e la disposizione favorevole della sponda destra dell’Avisio fanno della Valle di Cembra territorio di elezione per vitigni a bacca bianca e alcune zone vocate sono indicate per varietà come Lagrein, Pinot nero e l’antica Schiava”.
Proprio i bianchi brillano per varietà, oltre l’attesa qualità.
Tutti sono stati inseriti da Proposta Vini nel progetto Cembrani d’Autore che “accoglie vitigni speciali provenienti dall’unica zona del Trentino a clima continentale: la Valle di Cembra, ripida e impervia, dove fino a non molti anni fa i trasporti si facevano a spalla, è la sola in tutta la regione caratterizzata da estati calde, inverni freddi e forti escursioni termiche; una zona climaticamente simile a molte regioni del Centroeuropa con una composizione geologica sedimentata di origine alpina e una composizione geologica porfirica: nascono così vini caratterizzati da un’elegante mineralità” (https://www.propostavini.com/i-nostri-progetti/cembrani-dautore/).
Il Müller Thurgau svela subito i pregi di tale produzione con un bouquet estremamente fruttato in simbiosi con le erbe officinali, esprimendo un opulento corredo sensoriale composto da pera, mango e olivello spinoso.
Intensamente minerale, dal corpo elegante, ha un sorso impreziosito da golosa acidità e un finale esteso, suadente.
Proseguendo nella degustazione ben si comprende l’inserimento di tali perle enoiche anche nel progetto dei Vini Vulcanici nato per valorizzare i vitigni coltivati su terreni di tale derivazione: “l’attività eruttiva dei vulcani italiani ha dato vita a terreni con caratteristiche del tutto originali e peculiari, infatti le rocce create dalle attività vulcaniche hanno origini e composizioni incredibilmente diverse che portano alla produzione di vini sorprendenti, ciascuno con una storia diversa da raccontare”…
… “coltivare uve su terreni vulcanici significa essere custodi di conoscenze ancestrali e possedere una fisicità dinamica, necessaria a sopportare il duro lavoro: queste uve sono figlie di viti determinate ad assorbire umori affondando le loro caparbie radici nelle profondità più oscure di suoli vergini, primordiali, ricchi di minerali, complessi”.
Perfetto esempio di tutto questo è il Kerner dalla chiara impronta sapida che si innesta su profumi fruttati e sapori di mela, limone, nettarina, albicocca e mandarino.
Clamoroso il Gewürztraminer col suo magnifico bouquet di fiori e pietra focaia che in bocca sollecita susina gialla, papaya, yuzu e cedro candito.
Dall’approccio segnato dalla vena di dolcezza, mantiene costantemente il suo retrogusto minerale.
Ghiotto, semplicemente esplosivo a tavola in tanti possibili abbinamenti, dal pesce alle carni magre.
Il Riesling Renano viene proposto in due declinazioni.
Secco, porta al naso gli agrumi e al palato pesca, pera, arancia bionda e una screziatura di mandorla, irretendo con la sua composta complessità.
Stesso vitigno per l’irresistibile 10 Vendemmie Tardive, un “blended ottenuto da dieci anni di raccolti uniti in un unico vino che rendono eccezionali ed uniche queste bottiglie: lʼuva è raccolta dopo la caduta delle foglie, la fermentazione e l’affinamento delle diverse annate avviene in piccole botti di rovere che lo arricchiscono di sfumature organolettiche particolari e ne rendono possibile la longevità”. Impressiona il suo equilibrio che mantiene la dolcezza sempre nell’alveo della gradevolezza senza mai stancare, partendo al naso da miele di cisto per proseguire in bocca tra pesca, albicocca, fico essiccato, melone e scorza di melangolo candita.
Tanto sognante in meditazione quanto stimolante con la pasticceria secca.
Eccelsi anche i rossi, come il Lagrein coltivato con la pergola trentina semplice spezzata e maturato per l’80% in serbatoi di inox per 18 mesi e il rimanente 20% in barrique usata, caratteristiche che lo rendono ancora più identitario nell’esprimere un bouquet che zampilla di frutti rossi, evocando in bocca prugna, gelso nero, barbabietola, cardamomo e dulce de membrillo.
Tannico, materico, perfino sontuoso, la sua evidente acidità rende ancora più accattivante il sorso, fino a un fantastico finale speziato.
Il Pinot Nero fa solamente acciaio e questo ce lo restituisce in tutta la sua nuda autenticità, sfoderando un superlativo bouquet sfaccettato in cui si colgono spezie orientali, composta di prugne e liquirizia, con sapori non meno coinvolgenti all’insegna di susina di Dro, sorbo, melagrana, santoreggia e pepe di Sichuan.
Fantastico il suo retrogusto erbaceo dal tocco amaricante che si sposa a meraviglia con spunti zuccherini, conducendo a un ricco caleidoscopio aromatico.
Vino di intrigante fascino, come pochi.
Brillante la prova con la spumantizzazione, il cui esito è il Trento Dosaggio Zero 3.Tre, metodo classico che assembla Chardonnay e Pinot Nero stimolando la zagara all’olfatto e dedicando al gusto pompelmo, bergamotto, melone, mela e frutta secca.
Consistenza cremosa, corpo elegante come il suo perlage rarefatto, finale dal ricordo balsamico.
Altri particolari arrivano da Michele Pelz nell’intervista che segue.
Info: https://www.pelzcantina.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/pelz/