Pierfabio Mastronardi, vini pugliesi che valorizzano uve tipiche della Valle d’Itria
Benvenuti nel regno di Primitivo e Verdeca, gioielli ampelografici della zona di Gioia del Colle in Puglia che brillano di fantasmagoriche qualità organolettiche non ancora abbastanza celebrate, come ha ben capito il vignaiolo Pierfabio Mastronardi che invece ha puntato su questi vitigni consapevole del loro apporto qualitativo enorme in vinificazione e della necessità di affermarne ancora di più la notorietà.
E’ dal 2017 che Pierfabio insieme a Valeria ha scommesso soprattutto “sul recupero e la salvaguardia del Primitivo e della Verdeca con una passione e dedizione assoluta, capaci di esprimere l’autenticità di un territorio dalla storia millenaria”.
Un progetto di altissimo valore identitario sostenuto dal distributore Proposta Vini che descrive Pierfabio Mastronardi come “un giovane ed entusiasta vignaiolo che, con passione, cura i suoi vigneti tra Murgia e Val d’Itria, un vasto altopiano calcareo modellato nelle sue forme da un complesso sistema carsico”.
La Verdeca della casa nella sua massima espressione ferma risiede nel Valle d’Itria Sullerocce che al naso stupisce con sentori di cotognata e descrittori del brandy, frutto di 90 giorni di macerazione sulle bucce che portano al palato pompelmo rosa, fragola, kiwi, melagrana e carruba.
Dal bellissimo colore aranciato, vede spiccare una grande acidità associata a tocchi agrumati innervati di dolcezza.
Costanti in sottofondo le evidenze della macerazione, tra note terrose e frutta matura.
Il Bianco Mammamè nasce da vigne di Verdeca, Falanghina e altri tesori da scoprire come Bianco d’Alessano, Maresco e Marchione “situate nel comprensorio della Valle d’Itria e più precisamente in quella depressione carsica chiamata Canale di Pirro, una vallata delimitata sui due versanti da colline ricoperte di boschi e pascoli; l’uva appena raccolta viene raffreddata per 24 ore in cella frigo e il mattino seguente viene diraspata e, prima della pressatura soffice, vi è una macerazione di 12 ore a contatto con le bucce”. Trascorso questo periodo “il mosto viene separato e lasciato sedimentare a freddo prima di essere fermentato ad una temperatura di circa 18 gradi centigradi per 14/16 giorni: terminata la fermentazione alcolica, il vino resta a contatto con le sue fecce fino a febbraio; durante questo periodo si eseguono periodici battonage, infine il vino viene leggermente filtrato e imbottigliato”.
Ne derivano agrumi in evidenza tanto all’olfatto che al gusto precisandosi in arancia, cedro, mandarino e un cenno di miele d’acacia.
Impreziosite da un tocco erbaceo associato a sapidità e freschezza.
Le uve di Verdeca si esaltano nella spumantizzazione come poche altre e lo dimostra il Pas Dosè Vdb23, metodo classico dal bouquet di frutta passita e miele che in bocca rivela pera Madernassa, albicocca, olivello spinoso, kiwi giallo e yuzu candito.
Perlage elegante alla vista e sensibile sulla lingua, sorso cremoso, sfodera un sontuoso piglio amaricante e un finale da meditazione.
Fantastico a tavola a tutto pasto.
Il Primitivo Gioia del Colle Mammamè scaturisce da vigne “situate nel comprensorio della murgia carsica e dei trulli, al confine tra il territorio di Castellana Grotte e quello di Conversano”: l’uva appena raccolta “viene diraspata ma non pigiata, per mantenere intatte le caratteristiche organolettiche dell’acino”. Terminata la fermentazione “viene effettuata una pressatura soffice ed il vino ottenuto viene trasferito in barrique di rovere francese dove sosta per 9 mesi, al termine dei quali il vino viene imbottigliato senza filtrazione”.
Trionfa il sottobosco tanto al naso che in bocca, dove si riconoscono susina rossa, amarena, papaya candita e cioccolato bianco.
Il Primitivo Gioia del Colle Sulle Rocce si mantiene su questa linea di sensazioni, ma distinguendosi per la presenza della prugna e del ribes, nonché per l’eleganza del tannino e un nerbo di superiore possenza.
Il Rosato Mammamè mettendo insieme Primitivo e Aleatico all’olfatto irretisce la potenza della fragola, mentre il gusto viene sedotto da corbezzolo, fragola Candonga caramellata, succo di melagrana, rosa canina e karkadè.
Fin dall’ingresso è tutto un tripudio di mineralità e acidità intervallate da un irresistibile afflato zuccherino.
Di infinita golosità, entusiasma sia come aperitivo che a tavola.
Finale da sogno.
Ci siamo fatti illustrare questo mondo enoico da Pierfabio Mastronardi, nel video seguente.
Info: https://www.facebook.com/pfmvignaiolo?locale=it_IT
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/mastronardi-pierfabio/