Pignoletto dei Colli Bolognesi, esaltato da decenni da Lodi Corazza
Ti dice “nel mio territorio” e quando lo dice si mette la mano sul cuore: Cesare Corazza è innamorato perso della zona in cui è nato e orgoglioso della storia e delle tradizioni della terra in cui la sua famiglia vinifica da decenni il Pignoletto dei Colli Bolognesi.
Il territorio è quello di Ponte Ronca, frazione di Zola Predosa, a poco più di venti chilometri a ovest di Bologna, dove la civiltà è attestata già dall’età del Bronzo e in cui si sono registrati passaggi e insediamenti di alcuni dei più grandi popoli della Storia, come Romani ed Etruschi.
E di storia, pur nel suo piccolo, ne ha tanta anche questa famiglia di vignaioli, la quale ricorda che “era il 1726, lo Stato della Chiesa aveva iniziato a cedere i propri possedimenti terrieri bolognesi: da allora e su quegli stessi terreni, la famiglia Lodi si occupa di agricoltura; la nostra è una famiglia di antica tradizione commerciale approdata nella bella campagna Felsinea, da sempre terra di confine tra Impero e Chiesa: lì trovò nella viticoltura e nel vino la sua anima; il primo documento che testimonia la produzione e la vendita di vino da parte dei Lodi risale al 1877”.
Oggi il patrimonio familiare è gestito dalla nuova generazione, i fratelli Cesare e Silvia Corazza (figli di Maria Luisa Lodi), “puntando sulla qualità delle uve e dei vini che produciamo, investendo sul turismo del vino, come testimonianza delle tradizioni locali”, controllando “che ancora oggi tutto proceda secondo le volontà degli avi”.
I vigneti sono ancora esattamente dov’erano un tempo: “il Pignoletto della Mamma, la Barbera di Iaio, il Merlot del Babbo, il Sauvignon di Napoleone o l’Albana del Nonno, perché in ogni parte della nostra tenuta c’è una storia che ha voglia di essere raccontata, un’anima che parla”.
Ma qui le uve identitarie per eccellenza sono quelle del Grechetto Gentile che danno vita al vino Pignoletto, perché la Lodi Corazza crede fermamente nei nettari eclettici e suadenti che questo vitigno è in grado di offrire.
Come Zigant, un Pignoletto Superiore che chiarisce le supreme qualità di un vino che erroneamente si crede possa esprimere il meglio soltanto con le bollicine. Qui sfodera irresistibili note minerali, acidità coinvolgente, frutta densa al palato. Entusiasmante.
Ma le bollicine la cantina comunque le fa, eccome.
Come quelle del Pignoletto Frizzante DOC che zampillano aromi con un carattere sorridente e una beva strepitosa.
Il Pignoletto Brut metodo classico offre tutt’altre sfumature, a partire da una sorprendente intensità del bouquet, passando per un tono abboccato, fino a un finale carico di sfumature amaricanti.
Di grande spessore anche le altre produzioni di Lodi Corazza, come il Castelzola Rosso, Barbera intenso e seducente scaturito dalla collaborazione con l’Istituto Sperimentale di Viticoltura di Gorizia.
Il Castelzola Bianco da uve surmature di Albana in purezza è un piacere masticabile che sprigiona note calde e candite.
A raccontarci questa intensa esperienza vitivinicola è Cesare Corazza, davanti alla nostra telecamera.
Info: www.lodicorazza.com