Podere dei Musi in Toscana, piccola azienda a familiare di vini artigianali D.O.C. di Bolgheri
Una storia di passione e impegno di un trentenne che si carica sulle spalle una tradizione familiare e la conduce negli anni a dire la propria con autorevolezza in un’area vitivinicola tra le più celebrate del Paese dove certamente non era facile emergere: ne è protagonista Federico Di Vaira con il Podere dei Musi che si staglia nel lussureggiante paesaggio toscano di Donoratico, in provincia di Livorno.
Il distributore Proposta Vini rafforza la personalizzazione del progetto nella figura del giovane viticoltore Federico indicandolo come prosecutore di un’attività dinastica, visto che “tutto ebbe inizio negli anni ’50 quando la famiglia Di Vaira, di origini molisane, arriva a Bolgheri per coltivare la terra”, con il padre che giunge nei primi anni 2000 “a rilevare il casale dei fratelli Musi dove era stata piantata una vigna e da qui comincia la storia di questa azienda”. L’evoluzione decisiva si ha nel 2006, data indicata come quella in cui Federico avvia la propria guida dell’azienda “con dedizione e cura” all’insegna del mantra “nessun integralismo, il mio vino deve essere frutto della collaborazione dell’uomo con la natura, dove il sapere dei nostri vecchi si sposa con lo studio e la ricerca seria”.
Una data di avvio sulla quale Federico stesso ha un appunto da fare: “in passato la mia famiglia ha sempre indicato come data di nascita della nostra azienda il 2006, quando è stata rilevata da me che non ho ancora trent’anni e sono ancora inesperto di molte cose mi è sembrato fuorviante indicare quella data, come a volermi dare una maturità, un’autorevolezza che non avevo; poi la mia famiglia mi ha fatto osservare che i fratelli Musi proprio in quegli anni avevano impiantato sul mio terreno uno dei primi vigneti specializzati presenti sul territorio di Bolgheri, vi avevano costruito una cantina e vissuto producendo vino”.
Pertanto “è vero che l’azienda attuale si pone nel solco indicato dai fondatori della D.O.C. di Bolgheri, anch’essa di sviluppo recente, ma nello stesso tempo i fratelli Musi hanno testimoniato una vocazione antica di questo territorio e soprattutto insieme al vino vorrei conservare quella ricchezza umana lasciata dai fratelli Musi e così conserverò quella data per ricordarmi quest’impegno”.
Ne deriva più che mai che il Podere dei Musi si definisca “una piccola azienda a conduzione familiare inserita nella D.O.C. di Bolgheri”, la quale si caratterizza “per l’uso di metodi artigianali sia nella produzione dell’uva che nella vinificazione, con lo scopo di ottenere un prodotto più rispettoso possibile delle sue qualità naturali”.
Visto che l’ultima affermazione tocca un tema spinoso e dibattuto, l’azienda ci tiene a specificare che “non segue nessuna ideologia e nessun integralismo”, poiché “abbiamo ben presente che il vino è frutto della collaborazione dell’uomo con la natura e noi questa collaborazione intendiamo attuarla nel miglior modo possibile, sfruttando sia il sapere dei nostri vecchi, come l’ultima indicazione di una ricerca universitaria seria”.
Federico ha sviluppato analisi e riflessioni ben precise sulla ragione per cui a Bolgheri vi siano vini così rinomati.
Si parte da clima e microclima: essendo la zona “racchiusa ad ovest dal mare e dagli altri lati dagli irti colli coperti o da boschi o da ulivi secolari”, non vi è mai né troppo caldo o troppo freddo, mentre il rapporto mare-colline genera brezze benefiche soprattutto d’estate.
Riguardo il terroir “la composizione del terreno è ricca e varia”, ma c’è da aggiungere anche l’influsso poetico della “bellezza degli elementi naturali presenti” che diventano “fonte di ispirazione”.
Podere dei Musi produce il Bolgheri Rosso in due versione, una base e il Superiore Caravèra che è un blend di 50% Cabernet Sauvigon, 30% Syrah e 20% Petit Verdot il cui bouquet riassume tutte le sfumature del sottobosco, compreso il fogliame, le bacche di rovo ed echi ipogei, mentre al palato dopo un approccio tannico e decisamente zuccherino si sviluppano sentori di fragola, corbezzolo, rabarbaro, carruba e pepe nero, tutto ingentilito da una buona acidità che contribuisce a una beva di eccezionale intensità.
Il Bolgheri Rosso base, anche grazie all’inserimento nell’assemblaggio del Merlot, si palesa maggiormente fruttato, esaltando le note speziate e la freschezza, sviluppando una bevibilità ancora più immediata.
E’ proprio a Federico Di Vaira che abbiamo chiesto di parlarci della sua attività davanti alla nostra telecamera: lo ha fatto nel video che segue.
Info: http://www.poderedeimusi.com/it/home.html
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/podere-dei-musi/