Pompei, lo splendore eterno della città cristallizzata
Oggi la guardiamo con gli occhi incantati della Poesia e il rapimento dell’archeologia, ma in realtà Pompei è stata una frenetica città dedita alle attività commerciali e all’edonismo.
Perdendoti nel dedalo infinito delle sue vie…
… è tutto un affacciarsi di botteghe di ogni tipo…
… mentre in qualche angolo più ritirato incroci un postribolo…
… o delle terme equivoche…
… o un pittoresco gioioso inno alla lussuria elegante.
Un vero centro commerciale, dunque, una città attiva e gaudente che però non ha mai rinunciato al Bello, curando la grazia architettonica degli edifici e distribuendo ovunque arte in forma di pittura e scultura.
E’ incredibile quanto la si possa sentire ancora viva questa città cristallizzata dall’eruzione del 79 d.C.. Camminando negli scavi, hai la netta sensazione di percepire i suoni, gli odori, la vita del tempo che fu.
Ti sembra di vedere gli artigiani al lavoro, un orafo che cesella gioielli o un fornaio che impasta uno dei tanti pani tipici della città del tempo.
Gli splendidi affreschi delle case più importanti appaiono come fotografie di quella società, illustrando usi, costumi e credenze.
Una città più grande di quanto chiunque possa aspettarsi: è la sua estensione a colpirti fin da quando entri, perché le mille immagini che ti arrivano non riescono a rendere l’idea di quanto sia vasta l’area degli scavi, nel suo suggestivo stagliarsi contro la sagoma del Vesuvio.
Infatti la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia fa un lavoro molto intelligente di preparazione del visitatore (www.pompeiisites.org).
Sia sul sito ufficiale che ai botteghini, vieni avvertito di quanto sia estesa l’area visitabile: da qui l’invito a crearsi un percorso in base alle proprie curiosità e soprattutto alle disponibilità di tempo. Da un capo all’altro della città, può infatti intercorrere oltre mezz’ora di strada a piedi, mentre è davvero impegnativo pensare di percorrere l’intero perimetro degli scavi in un’unica soluzione.
Due i percorsi suggeriti dalla Soprintendenza.
“Uno in base al tempo che hai a disposizione per la visita”, perché “per visitare tutta Pompei sarebbero necessari diversi giorni”.
L’altro “in base ai tuoi interessi”: partendo dalla constatazione che “Pompei ha conservato tutti gli elementi urbanistici, architettonici e artistici di duemila anni fa”, ecco che tra i suggerimenti ci sono La casa romana, L’amministrazione pubblica, La pittura, La vita quotidiana, Gli spettacoli a Pompei, La cintura muraria, La villa, L’eruzione del Vesuvio.
In ogni caso, per quanto possiate darvi un rigoroso programma di visita, finirete comunque con il perdervi, nel senso letterario del termine, perché l’emozione a fior di pelle vi porterà a farvi risucchiare da un viottolo inatteso, da una deviazione di percorso che sa di avventura nella Memoria.
Basta un’iscrizione, un cartello, un segno su un muro…
… per creare curiosità irresistibile di saperne di più, facendoti deviare in continuazione.
In qualsiasi percorso, l’unico punto fermo rimane la teca che custodisce gli impressionanti calchi in gesso che hanno permesso di “recuperare l’immagine delle vittime dell’eruzione”. Sono i celebri corpi rigidamente cinerei divenuti simbolo degli scavi.
Espressioni di dolore, paura, rassegnazione, tenerezza, i calchi restituiscono concentrate tutte la manifestazioni dell’animo umano, tra chi cerca di ripararsi…
… chi si solleva per resistere alla tragedia…
… chi sembra accettarla supinamente…
… e chi decide di non farsi separare neanche dalla morte.
Ti si gonfiano gli occhi dalla commozione davanti a queste creature fossilizzate, come se il dramma si stesse consumando in quello stesso momento in cui le osservi. Immagini cosa avresti fatto se fossi stato tu al posto loro, pensi a cosa debbano avere provato, investiti dall’apocalisse.
Una delle esperienze più profonde e coinvolgenti che si possano fare, per comprendere il senso della vita, capace di toccare anche il visitatore più attratto dalla magnificenza monumentale…
… dalle vestigia più iconografiche…
… che dai piccoli scorci…
… dalle trame cromatiche eleganti…
… dalla natura che si è riappropriata dello spazio…
… o dai lampi di grazia.
Ci siamo fatti spiegare com’era Pompei duemila anni fa e il senso di visitarla oggi da un’archeologa della Soprintendenza, Antonella Bonini.
Info: www.pompeiisites.org