Prackfol, vini dell’Alto Adige da un maso secolare della valle di Tires
Deve esistere un codice genetico anche per le terre lavorate, un DNA della memoria agreste che nelle sue stratificazioni sedimenta storia antropologica, consuetudine agricola, pratica contadina in fieri: ne sono convinti anche al Maso Prackfol in Alto Adige dove i gestori Petra e Patrick Planer stanno dando continuità a un’attività vitivinicola praticata già dal XVII secolo, portandoli ad affermare che “la tradizione non mente”.
Un’eredità che i Planer sentono con forte senso di responsabilità, tale da guidarli a gestire “con cura e meticolosità questo maso incastonato nella valle di Tires ai piedi del Massiccio dello Sciliar”.
Il Maso Prackfol infatti “sorge ad Aica di Fié, a solamente 15 km dal capoluogo altoatesino di Bolzano, a 600 m di altitudine, cullato da un clima mite e gradevole: al maso crescono rigogliosi frutteti e vigneti, tuttavia lo splendido paradiso escursionistico delle Dolomiti si trova solamente a due passi da casa”.
Il fascino del villaggio di Aica di Fiè è dettato proprio dal trovarsi “a metà strada tra i massicci dolomitici dello Sciliar e del Catinaccio: le imponenti cime spesso innevate che regalano notti fresche seguite a giornate torride e il terreno morenico sovrastante allo zoccolo porfirico atesino offrono le migliori condizioni per una vitivinicoltura di qualità”.
Queste differenze di temperatura “unite al terreno morenico al di sopra di un basamento in porfido quarzifero di origine vulcanica di Bolzano, rappresentano le migliori condizioni per una viticoltura di alta qualità che è stata praticata per generazioni al maso Prackfolerhof: le aree coltivate di Leita e Rachtl si estendono lungo i ripidi pendii esposti a sud-ovest, e godono del favorevole influsso dei venti caldi dalla conca di Bolzano”.
In azienda sottolineano con orgoglio l’appartenenza a un territorio decretato Patrimonio dell’Umanità Unesco, poiché Sciliar e Catinaccio con il Parco Naturale che li accomuna, insieme al Latemar, rientrano nella settima zona delle Dolomiti ad essere stata riconosciuta tale dal World Heritage Committee un prestigio che allo stesso tempo “ricorda il nostro dovere di salvaguardare il nostro paesaggio unico nel mondo con più cura”.
I vigneti aziendali di Pinot Nero, Sauvignon e Weissburgunder si trovano tra i 500 e 900 metri d’altitudine, collocazione perfetta per esprimere “note di assoluta tensione e freschezza”, grazie anche al lavoro di una cantina “accogliente e appartata tra le montagne” che è “espressione emblematica della quiete alpina”.
Il Weissburgunder sembra avere raccolto dal terroir l’aria fresca e sottile delle montagne restituendola al naso in forma di freschezza fruttata tendente all’esotico, peculiarità mantenuta in bocca con suggestioni di ananas, nettarina, yuzu e kumquat.
Il sorso è delicato come una brezza mattutina che accarezza i sensi.
Per il Sauvignon invece la scelta è di proporlo in una declinazione più alcolicamente nerboruta della media che ne amplifica gli aromi e la mineralità, a partire da un bouquet agrumato che si traduce al gusto in un melange di mela, pesca, lime, albicocca e mandarino tardivo.
Su tanta immediata amabilità, vigila un’intensa impronta sapida che caratterizza il sorso e ingolosisce la beva.
Il Blauburgunder Riserva parte da un trionfo olfattivo di sottobosco per andare a emozionare il palato con un tripudio di ciliegia, fragola, lampone, melagrana, prugna e mirtillo, tutto offerto a un sorso di rara eleganza, rarefatto ma capace di lasciare il segno con un finale dove emergono sensazioni speziate.
Altri particolari sulla storia del maso e la sua attuale produzione vinicola ce li ha forniti Petra Planer nel video sottostante.
Info: https://www.prackfolerhof.it/it/tenuta-prackfola-fie-allo-sciliar.html
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/prackfol/