Quatremillemètres Vins D’Altitude, effervescenze della Valle d’Aosta
Mette insieme forze, intelligenze e passioni, il progetto Quatremillemètres vins d’altitude, nato per coordinare la produzione di vini spumanti prodotti a metodo italiano, classico e ancestrale in Valle d’Aosta, grazie alla sinergia tra tre cantine storiche valdostane: la Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle di Morgex, la Co-Enfer di Arvier e La Crotta di Vegneron di Chambave.
Si definiscono orgogliosamente un “evento unico nel panorama vitivinicolo regionale che riunisce sotto uno stesso marchio vini noti e nuovi”, il cui pregio più evidente è avere portato all’attenzione generale “vini spumanti di montagna profondamente radicati al territorio, eleganti e raffinati, il cui spirito è ben rappresentato dal logo che accompagna ogni bottiglia: i tre splendidi giganti delle Alpi, i quattromila metri più conosciuti nel mondo, il Monte Bianco, il Cervino e il Gran Paradiso patria da secoli dell’alpinismo internazionale”.
A ciò si aggiunga la presenza delle Guide del Cervino e delle Guide di Courmayeur, “due storiche società delle guide di alta Montagna che rendono ancora più forte il legame con il territorio”.
Tra queste bollicine, hanno scelto di caratterizzarsi per la nobiltà quelle prodotte dalla Cooperativa La Crotta di Vegneron che “raccoglie le uve di due importanti zone di produzione che danno il nome alle denominazioni di origine Chambave (che comprende anche i comuni di Châtillon, Saint Vincent, Saint Denis e Verrayes) e Nus (che comprende anche i comuni di Quart e Fénis)”.
I loro vini racchiudono “una storia di uomini profondamente radicati in questa meravigliosa regione alpina”, intere generazioni “di abili viticulteurs da sempre impegnati ad ottenere il massimo della qualità dai nostri vitigni e dai nostri pendii” il cui esempio spinge La Crotta di Vegneron a continuare “la tradizione ancestrale dei campagnards”.
Un territorio che si sviluppa intorno a Chambave, “piccolo borgo della Valle d’Aosta, confinante ad ovest con la Francia e a nord con la Svizzera”, in cui “le aziende viticole che fanno parte della cooperativa gestiscono spesso piccole proprietà, sparse su un territorio dove non è sempre possibile attuare una razionale meccanizzazione delle operazioni di vigna, con il conseguente incremento delle ore di lavoro”.
Le bollicine che ne scaturiscono portano con sé tutto questo corredo di nobiltà.
A partire dal Metodo Classico del 4478 Nobleffervescence, “da uve Pinot in purezza provenienti da un unico vigneto sito a 750 m slm”, il quale sosta sui lieviti almeno 24 mesi: il perlage si sviluppa finissimo dentro un meraviglioso colore ramato, mentre al palato si segnala una stuzzicante freschezza dominata dal sentore di cedro che nel finale muta nettamente in limone, rendendo molto golosa la beva.
E’ invece un Metodo Martinotti il Refrain Dry che mette insieme i vitigni Muller Thurgau, Muscat, Petit Rouge e Priè-Blanc, presenti a quote che variano da 450 a 1.180 metri sul livello del mare.
Intenso il suo bouquet floreale, con note di erbe officinali.
L’approccio è abboccato, con un tocco di aspro tendente all’agrumato in cui si riconoscono le sfumature del mandarino tardivo, ma anche sentori di pera Williams e un retrogusto di Papaya.
La beva si fa così avvincente e ricca di sorprese.
Abbiamo approfondito le caratteristiche di questi spumanti con Andrea Costa, nel video qui sotto.
Info: http://www.4000metres.net/