Quei cioccolati e torroni da leggenda di Barbero, in Asti dal 1883
Diavolo rosso e torrone bianco. La saga dei Barbero, antica e premiata Torroneria e Cioccolateria in Asti (lavorazione elettrica a vapore), si incrocia con la leggenda del nonno dell’attuale e omonimo titolare, Giovanni Gerbi, campione del ciclismo eroico a cui Paolo Conte ha dedicato una canzone.
E Giovanni Barbero ci mostra, nei fabbricati che hanno inglobato una tessitura e la fabbrica Cicli e Motori Gerbi, i macchinari pionieri del cioccolato, la sua lavorazione antica, i calchi in metallo di gigantesche uova di Pasqua dove la pasta del cioccolato veniva spalmata a mano.
E in un angolo c’è un sacco che rivela come un secolo fa loro comprassero il cacao dai Franceschi, italiani di Venezuela, fazenda Don Juan, la famiglia che ha permesso a Franzoni di isolare il Criollo in purezza per Domori a San Josè sull’Orinoco.
Tutto parte dalle nocciole di Langa, pistacchi comprati da Anastasi a Bronte o mandorle, mentre le macchine che la meccanica dolciaria ha inventato fra Asti e Alba girano (menano) il torrone, albume d’uovo, miele e sciroppo di zucchero, per ore.
Vengono aggiunte le mandorle, si fa raffreddare l’impasto che viene modellato in panetti e tagliato, finirà in ostie o ricoperto di cioccolato. Che è uno degli altri punti di forza della D. Barbero.
Vediamo il ciclo completo automatizzato delle uova di Pasqua e i grissini coperti di cioccolato. “Un vecchio operaio che mi aveva visto nascere e tengo come consulente quando ne ha voglia, vedeva i grissini e diceva che erano troppo piccoli per il prosciutto. Ne ho venduti due milioni”.
Il resto è bellissime scatole antiche, meravigliose targhe sul Giro Reclamistico d’Italia prima tappa Asti-Torino. Via Brofferio 84.
Info: http://www.barberodavide.it/
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 10 marzo 2018
MARCO MANGIAROTTI