Ramassin del Monviso, squisita antica susina recuperata in Piemonte
E’ forse eredità delle Crociate, è certamente dono celestiale per il palato: il Ramassin del Monviso, piccola susina del saluzzese, è uno dei frutti più affascinanti d’Italia, per la sua storia ammantata di leggenda e per il suo gusto palesemente goloso.
“Il Ramassin del Saluzzese fa parte del gruppo delle susine cosiddette Siriache, originarie della Siria” si legge sul sito della Provincia di Cuneo dedicato ai suoi prodotti tipici (prodottitipici.provincia.cuneo.it), dove viene descritto come un frutto di piccole dimensioni che “presenta a maturità un colore blu violaceo e una volta maturo tende a cadere a terra” dove tradizionalmente viene raccolto; “si differenzia dalle comuni susine per la sua dolcezza e per la sua aromaticità che lo rendono inconfondibile”.
In effetti ha caratteristiche organolettiche uniche: un grado zuccherino elevatissimo che si trascina dietro note linfatiche possenti e perfino sensazioni di erbe selvatiche. Se il frutto è buonissimo, dovreste sentire cosa diventa una volta trasformato in confettura: una bontà stratosferica.
Ancora dal sito della Provincia si apprende che l’area con la maggiore concentrazione di prodotto è la Valle Bronda, dove è stato costituito il consorzio Ramassin del Monviso – Valle Bronda “che raccoglie i produttori dei comuni di Brondello, Castellar, Pagno, la parte collinare del comune di Saluzzo e le zone di coltivazione della Comunità Montana Valle Po e Infernotto e della Valle Varaita”.
Se testimonianze della sua coltivazione si rinvengono “negli archivi comunali del saluzzese”, l’etimologia araba del termine Ramassin invece starebbe “ad indicare la capitale siriana Damasco”, così da “ricondurre l’introduzione della specie al periodo delle invasioni dei Saraceni o al periodo delle crociate in Terra Santa”.
Con la denominazione Ramassin della Valle Bronda ha ottenuto il Presidio Slow Food, anche in ragione del suo valore identitario, visto che il Ramassin “nelle altre regioni italiane è pressoché sconosciuto” (www.fondazioneslowfood.com). I produttori che rispettano le regole rigorose di Slow Food sono pochi e operano in due centri: a Castellar ci sono Alida Borghino, Dario Morello, Eros Demarchi, Marco Occelli; a Pagno invece sono Massimiliano Bosco, Luigi Maero, Bruna Mellano e Pietro Giordanino.
A raccontarci il Ramassin del Monviso è Pietro Giordanino.
Info: www.fondazioneslowfood.com
prodottitipici.provincia.cuneo.it