La ricetta povera delle Frascatole, il cous cous sbagliato
Sarebbero il cous cous sbagliato, ma quanto sono più buone… Le frascatole sono un’antica tradizione del trapanese a cui sono molto attaccati i pochi che ancora la praticano.
Tra storia e leggenda, sarebbero nate nelle cucine delle grandi famiglie francesi nel periodo in cui dominavano la Sicilia, per effetto dell’errore nell’incocciatura del cous cous. Quando la semola viene lavorata frettolosamente, infatti, può diventare grumosa e assumere un aspetto rozzo e grossolano, rispetto all’elegante finezza del cous cous. Una consistenza che lo porta a prepararlo immerso nel brodo. I ricchi però, come spesso accade, anche allora manifestavano crassa ignoranza nei confronti della vera cucina (come fanno tanti di loro oggi affollando gli inutili ristoranti stellati), così, secondo la vulgata, facevano gli schizzinosi e rifiutavano quel grezzo cous cous venuto male, il quale era portato via dalle povere lavoranti per farci festa nelle proprie modeste case.
La storia accertata dice invece che si tratta di un piatto di origine berbera, presente in tutto il Nord Africa e diffuso dai dominatori arabi, fatto proprio dai contadini siciliani che anticamente lo condivano con ortaggi o verdure. Per esempio con i broccoli, vera ricetta originale.
Col tempo le frascatole sono state associate al pesce, in particolare all’aragosta, perché si esaltano se immerse in una saporita zuppa di mare.
Peccato che siano sempre meno i ristoranti che ancora le propongono, spesso su prenotazione, perché sono un piatto per super intenditori e soltanto chi ne conosce preventivamente la storia capisce cosa si ritrova nel piatto.
Nell’isola di Favignana gli abitanti sono certi che si tratti di un’invenzione dei propri avi e lo hanno eletto a piatto identitario, anche raro.
La migliore versione l’abbiamo gustata con la vecchia gestione del ristorante A’ Cialoma di piazza Matrice, dove a prepararle espresse in pochi minuti è un cuoco che nella più grande delle isole Egadi c’è nato e poi tornato, per proporre i piatti della memoria di questa terra galleggiante.
Si tratta di Matteo Torre detto Uccio: è lui a creare le frascatole davanti alla nostra telecamera.