Ristorante Cerina di Cesena, brodo vero e il mitico “canolo” del 1965
L’eleganza sobria dell’ambiente, la qualità suprema degli ingredienti, il sapore autentico del cibo, la composta attenta cortesia del servizio, tutto al Ristorante Cerina di Cesena contribuisce a creare una di quelle esperienze enogastronomiche che ti rimangono nella memoria, molto piacevolmente.
Già appena vi metti piede avverti la nobiltà di un progetto solido e ben radicato.
Sarà per la sua storia lunga ormai oltre cinquanta anni, iniziata nel 1965, quando “Alba Veneti e Alberto Dallara insieme alla nonna Cerina, rilevano l’osteria Cesarina nel centro di San Vittore e con le giovani figlie Lalla, Rosanna e Graziella danno inizio a questa attività divenuta ormai realtà storica nel cesenate che prende il nome dalla nonna”.
Era la classica osteria di una volta, dove “oltre a mangiare, si passavano i pomeriggi davanti ad un bicchiere di vino e ad una partita a carte”.
La trasformazione in ristorante avviene nel 1975, anno anche del trasferimento nei locali odierni in via S. Vittore 936: da lì in poi “il menù diventa più ricco e si struttura in diverse portate”, mentre “negli anni ’80 si aggiunge il forno a legna per le pizze che diverrà anche prezioso per la cottura degli arrosti e del pane, rigorosamente fatto in casa”.
Segue la crescente consapevolezza del ruolo culturale del locale, tanto nella proposta culinaria che nell’organizzazione di iniziative, creando un punto di riferimento per i buongustai della zona.
Il crostino di benvenuto fa subito comprendere come qui si voglia vellicare l’intelletto ma anche gratificare il palato.
Il culto della materia prima viene esplicitato nelle pagine del menu in cui vengono indicati i fornitori dei prodotti, rigorosamente del territorio e tutti virtuosi nel proprio ambito.
Nel settore degli antipasti sono elencate diverse ghiottonerie, ma è assolutamente imprescindibile provare un classico delle tavole di Cesena, lo Squacquerone di Romagna DOP con l’immancabile piadina e gli strepitosi Fichi caramellati fatti in proprio: un trionfo di complessità sensoriale che intreccia acidità, sapidità e dolcezza spinte alla massima potenza.
Plauso a parte per la piadina nell’eccellente versione di farro integrale: di una fragranza unica, a ogni morso sprigiona sentori ancestrali che ricongiungono all’idea di agricoltura sana.
Segue un capolavoro della cucina italiana, i Cappelletti in Brodo di Carne, “quello vero…!!” come afferma a gran voce anche graficamente il menu parlante del locale. E’ vero perché fatto come una volta, con un ingrediente principale oggi sempre più raro, il Tempo, quello lunghissimo della sua preparazione, fatta di ore di cottura di ottime carni.
Il risultato è un brodo da sogno che si sorbisce a occhi chiusi, tale è l’emozione di ritrovare il vero gusto di un tempo, con profumi che inebriano e carezze al palato che confortano.
A ogni sorso, un sentito ringraziamento alla cucina.
Ed è il momento dell’invenzione che ha reso questo locale una leggenda della ristorazione italiana, uno dei piatti più iconici di tutta la nostra arte culinaria: il Canolo della Cerina.
“Piatto storico della Cerina dal 1965”, è una sorta di enorme cannellone il cui impasto viene fritto, per divenire il croccante involucro di uno straordinario ragù, adagiato su una colata di lussureggiante formaggio fuso: una goduria inaudita che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita e che da sola vale il viaggio.
Chiusura in bellezza con una Crema di mascarpone tra le più buone mai provate, cremosa ma non grassa, con una potenza zuccherina elevata ma non stucchevole e una freschezza impareggiabile.
Pasto da irrorare tutto di Sangiovese, quello del vino della casa che accompagna perfettamente ogni portata…
… e quello delle vinacce da cui sgorga una suadente grappa territoriale.
Nel video che segue abbiamo raccolto i ricordi visivi di un tragitto organolettico indimenticabile.
Info: http://www.ristorantecerina.it/