Ristorante Il Federiciano da Miki, mito culinario a Vico del Gargano (FG)
Il Federiciano da Miki è un mito culinario, uno di quei locali che fanno parlare di sé anche chi non c’è mai stato, tale è la fama di cui gode, meritatamente: tutto nasce dalla personalità fortissima di Giuseppe de Felice, Peppino per gli amici, uno di quei personaggi che danno colore e sangue alla paludata gastronomia italiana, creando un unicum da conoscere necessariamente, se si vuole comprendere dove possa arrivare l’arte culinaria.
Già la collocazione fisica del ristorante è da leggenda, trattandosi del Castello Normanno-Svevo Aragonese che svetta nel centro storico di uno dei borghi più belli del pianeta, Vico del Gargano, strabiliante meraviglia urbanistica in provincia di Foggia.
I servizi e le attività del ristorante sono dislocati tra la corte federiciana e un vecchio frantoio, un’ambientazione da togliere il fiato, poiché restituisce tutto l’imponente prestigio dell’edificio, intelligentemente lasciato com’era, con restauri oculati ma non invasivi, per mantenere il fascino delle sue testimonianze storico-architettoniche.
Fare un’esperienza di degustazione da Miki vuol dire consegnarsi all’umore a all’estro di un talento tumultuoso nella creatività e arcigno nella sua difesa, perché Peppino non transige sulla consapevolezza della validità elevata della sua cucina così come sulla sua profonda onestà intellettuale. Quindi bisogna lasciarlo fare, affidarsi a lui con la massima fiducia affinché prepari il piatto migliore in base agli ingredienti freschi del giorno.
Ne scaturiscono tanti piatti espressi estemporanei fatti sempre a modo suo, pertanto puoi tornarci anche il giorno dopo ed essere certo che troverai pietanze diverse.
Sempre a modo suo sceglie i vini per accompagnare i pasti, servendo ai clienti i nettari che piacciono a lui, svincolandosi dalle catene rigide e omologanti dei sommelier, per approdare a un sano buon senso del gusto.
Per tale ragione, per comprendere bene cosa fa, occorre sapere perché lo fa: gli abbiamo chiesto di introdurci alla sua cucina, lo ha fatto da par suo, davanti alla nostra telecamera, nel video che segue.
Con entusiasmo ci siamo seduti alla sua tavola ed entusiasmante è stato ogni istante che vi abbiamo trascorso.
Il tragitto gastronomico è partito dai crudi, una vera passione per Peppino, innamorato del mare, con il quale ha un rapporto simbiotico: lo vive personalmente nella maniera più profonda, immergendosi in esso per coglierne i frutti più prelibati, pescandoli con le proprie mani. Sembra che non riesca a starci lontano, dal mare, nemmeno in vacanza, tanto che lo abbiamo visto con i nostri occhi acceso dal sacro fuoco della pesca subacquea indossare una muta per andare a immergersi nelle acque favolose delle Tremiti: non per fare sport, ma per conoscere meglio i suoi fondali e quindi anche la qualità dei pesci che vi albergano. Quindi, se si tratta di pesce, forse non c’è nessuno di cui ci si possa fidare più di lui.
Il trionfo di crudità tutte al naturale che porta sul tavolo conferma questa enorme appassionata competenza: inebriante la freschezza di scampi, noci, fasolari, mazzancolle, ostriche, con tutta la loro fragranza salina.
Vezzosi e irresistibili il tenero polpo alla griglia e la tagliata di tonno scottata, serviti caldi con sopra una densa trama di aceto balsamico.
Lo spettacolo continua con una carnosa insalata di pesce che brilla dei sentori vegetali delle verdure…
… un eccezionale salmone marinato servito con aceto e cipolla rossa di Tropea tritata…
… un soave baccalà mantecato ben cremoso adagiato su una bruschetta di ottimo pane…
… delle formidabili alici con ancora cipolla di Tropea ma qui tagliata spessa, piatto che condensa in due ingredienti tutto il gusto del Mediterraneo di mare e di terra.
Siamo in sollucchero ma è soltanto l’inizio, perché stanno per arrivare le ricette di pasta, una delle ragioni (tra mille) che valgono un viaggio nella stupenda Vico del Gargano, anche a piedi.
I primi ad apparire sono gli Spaghetti alle vongole e ovuli, iconici nel loro lussureggiante aspetto, appaganti nell’avvolgente sapidità, in cui spicca subito la perfetta cottura al dente.
Adesso a prendere la scena è Vincenza Iervolino, l’altra colonna del locale (“la padrona”, come la chiama Peppino), perché è dalle sue prodigiose mani che scaturiscono i migliori strascinati mai provati, ovvero la versione garganica di una sorta di orecchietta di grandi dimensioni.
E’ uno spettacolo assistere al modo in cui Vincenza prepara l’impasto con la sola forza delle braccia, senza alcun aiuto meccanico, per poi dare una forma alla pasta con veloci e precisi movimenti delle dita.
Questa impressionante perizia artigianale va poi a sposarsi con il talento di Peppino per gli intingoli.
E’ così che tra le varie declinazioni ci sono capolavori assoluti come gli Strascinati alle cime di rapa, una sinfonia organolettica in cui spicca l’intensa nota amara vegetale, restituendo tutto il senso di tale miracoloso dono della terra…
… i favolosi Strascinati al pomodoro e cacioricotta che hanno fatto perdere la testa (comprensibilmente) anche a illustri frequentatori del locale, perché stimolano la voracità…
… fino al piatto per il quale il ristorante Il Federiciano da Miki è destinato a passare alla Storia della cucina mondiale, gli Strascinati al Fungo di Carrubo, invenzione di Peppino che ha deciso con il suo intuito unico di puntare su questo micete raro e praticamente sconosciuto ai più: carnoso, consistente ma ammaliante alla masticazione, cede al sugo aromi che rendono il piatto di incredibile bontà.
Non pensate di chiudere il pasto senza avere provato la versione del posto del Mbretta Muss, dolce pazzesco di crema abbracciata da una sfoglia da sogno.
Fine pasto da accompagnare con uno dei liquori fatti in casa dal locale, come il limoncello o lo cherry.
A chi non ha ancora avuto la fortuna di mangiare in questo posto irrinunciabile, offriamo per adesso le immagini di ciò che abbiamo trovato e provato, nel video sottostante.
Info pagina Facebook: Il Federiciano da Miki