Ristorante La Stalla ad Assisi, 40 anni di cucina frugale tra ricette pellegrine e condivisione
Cibo povero, ricette delle famiglie umili, pasto consumato su spartani arredi contadini, spinta alla convivialità tra sconosciuti per spezzare il pane insieme: se a ciò si aggiunge che stiamo parlando di un locale collocato lungo la via che conduce all’Eremo delle Carceri ad Assisi, ecco che è ben più di una suggestione a portarci ad attribuire una certa atmosfera francescana al Ristorante La Stalla.
In questo meraviglio angolo di Umbria, una sorta di beatitudine ti coglie ancor prima di metterti a tavola, quando, varcata la soglia, ti trovi davanti una distesa di rustici tavoloni in legno in guisa di desco esattamente come si immagina nelle rappresentazioni medievali.
Infatti è il locale stesso a descriversi su Internet come “una stalla vera, per cavalli, un antro medioevale fosco e fuligginoso, le pietre delle pareti annerite dal fuoco delle fascine e dal fumo delle braci, i grandi tavoloni, le panche, le brocche ed i soffitti a volta; un autentico rustico, un locale con cibi gustosissimi e semplici, di tradizione popolare: torta al testo, polenta con salsicce, bigoli, impastoiata, fagioli con cotiche, carni e formaggi alla brace, patate e cipolle sotto la cenere, dolci tipici umbri”.
Quarant’anni di attività per questo locale immerso nella pace parco del Monte Subasio, la cui cucina “deriva direttamente dai piatti che nostra nonna Maria Oliva preparava ai pellegrini”, in cui “nel fine settimana capita spesso ai clienti di sedersi sullo stesso tavolo con le persone conosciute facendo la fila, e di finire inaspettatamente la serata chiacchierando fino a tardi di fronte a un bicchiere di vino della casa”, mentre “nella bella stagione, l’ampio terrazzo esterno offre degli scorci suggestivi sulla Valle Umbra e il ristorante si trasforma in un self-service alla mano, senza rinunciare alla tipicità dei piatti”.
Il menù “illustrato con gli schizzi di un affezionato amico di famiglia…
…parte dalla tradizionale torta al testo farcita con prosciutto, salsicce, bieta e cicoria o caciotta” fatta come da manuale, ghiottamente croccante fuori e suadente dentro, a cui affiancare “l’immancabile bruschetta condita con olio di produzione locale”…
… “i primi più significativi sono senz’altro i bigoli, fatti con ricotta e spinaci e tirati a mano, gli gnocchi di patate al ragù, gli strangozzi al sugo piccante o la polenta alla umbra lenta e con il sugo di carne”, ma bastano gli strepitosi fagioli con le cotiche come tradizione comanda a giustificare il viaggio…
… i secondi piatti “spaziano dalle carni freschissime – bistecche di vitello, costolette di agnello, costarelle di maiale, pollo – messe crude sulla griglia e cotte al momento con la brace del focolare”, tutti tagli talmente buoni che è fortemente consigliata una grigliata mista per gustare la qualità eccelsa di ogni singola materia prima…
… secondi cui vanno aggiunti “formaggi fusi in terrina o direttamente sulla graticola, come la scamorza allo spiedo”…
… mentre dobbiamo confermare come “ciò che però viene spesso considerato il vero motivo per andare alla Stalla sono i contorni: le cipolle” golosissime da impazzire…
… “e le patate alla brace, queste ultime cotte direttamente sotto la cenere del camino e spaccate al momento di essere servite, esattamente come si faceva una volta” sono davvero fenomenali, tra le più buone mai mangiate.
… e infine “i dolci, tutti fatti in casa, sono pensati per soddisfare gli amanti di quelli al cucchiaio e non: zuppa inglese, crema di ricotta al caffè, tiramisù, crostata alla marmellata, dolce di pane con uvetta e pinoli, tozzetti di mandorle da accompagnare con il vin santo”.
Uno dei locali di ristorazione più autentici d’Italia, perfettamente contestualizzato con l’atmosfera magicamente umana della meravigliosa regione umbra.
Info: http://www.fontemaggio.it/ristorante-la-stalla/