Ristorante L’Elfo a Capracotta, la cultura gastronomica dell’Alto Molise
Un intero territorio racchiuso in un ristorante: L’Elfo a Capracotta, in provincia di Isernia, condensa nei suoi piatti tutta l’immensa Cultura dell’Alto Molise, fatta di sapienza contadina, esplorazione montana, competenza antropologica, memoria storica, sensibilità moderna.
Merito di un vero eroe della gastronomia italiana, Michele Sozio, magnifico chef che con la sua mano prodigiosa potrebbe ambire alle più altolocate cucine stellate e invece ha deciso, con grande senso di responsabilità civile e morale, di fare il cuoco nei luoghi che gli appartengono da una vita, facendosi presidio di un territorio e suo volano divulgativo.
Già la sede del locale è un bene culturale in sé, essendo ospitata in un edificio “ricavato dalle cantine di un palazzo settecentesco”.
Emoziona fin dall’ingresso, con la sua antichissima porta bullonata in legno massiccio che porta addosso i segni del tempo in affascinante evidenza, sormontata da un arco in pietra di remota suggestione ingegneristica.
Dentro, i movimenti architettonici in materiale litico donano forti suggestioni allo sguardo…
… tra volute, rinforzi e scorci che parlano di pietra e buon gusto, anche quando presentano tracce di inopportune demolizioni del passato, opportunamente recuperate da Sozio.
Un ambiente che si visita come un museo, grazie alla gentilezza dell’animo del titolare che ha voluto utilizzare le pareti e gli angoli come spazi di allestimento…
… mettendo in mostra reperti del lavoro agricolo che non sfigurerebbero in un museo della civiltà contadina…
… cui si aggiunge il valore affettivo, trattandosi in buona parte di oggetti appartenuti agli avi di Sozio, come la botticella per il conforto energetico del nonno…
… e il ferro da stiro della nonna.
In tale contesto carico di calore umano, prendono vita “piatti che nascono dalla passione per il nostro lavoro e dall’amore per la nostra terra”, dato che programmaticamente qui “la proposta culinaria affonda infatti le radici nel territorio utilizzando esclusivamente carni provenienti dai nostri pascoli, formaggi selezionati, prodotti del nostro orto come le pregiate lenticchie di Capracotta, verdure selvatiche come orapi, aspraggine, crescione, funghi prugnoli, porcini, dormienti e in particolare il tartufo sia nero che bianco, fiore all’occhiello del Molise e della nostra tavola”.
Ecco come Michele, davanti alla nostra telecamera, racconta l’esperienza meravigliosa che si può fare in questo locale.
Ogni pietanza qui racconta il luogo e la sua storia.
Come i Voccarusc mpanicc in cui i selvaggi orapi, tipica verdura autoctona di montagna, ricordano che ci troviamo a oltre 1400 metri di altezza sul livello del mare, mentre pane raffermo e pancetta sono testimonianza della transumanza che si sviluppava lungo la via dei tratturi molisani.
Questa preparazione è pura poesia, in cui si avverte tutta la dolcezza irruenta della linfa vegetale, cui la cottura regala grande cremosità naturale e un sapore di infinita persistenza.
Sublimi le Lenticchie di Capracotta, piccole e dolcissime, tra le più buone in assoluto, le quali narrano l’agricoltura eroica, poiché coltivate in impervi fazzoletti di terra strappati alla ruvidezza sconnessa dei rilievi dei dintorni.
Esaltante la loro proposta nella Zuppa di cicoria selvatica, patate e lenticchie di Capracotta, delicata e irresistibile.
Ghiottoneria straordinaria la menestra patana arricchita con scaglie del magnifico tartufo nero locale, le Lenticchie di Capracotta e meravigliosi pezzetti di pancetta croccante, un trionfo di sapori di terra, carico di dolcezza e stimolante sapidità.
Tartufo nero molisano ancora protagonista con degli strepitosi tagliolini intinti in una mantecatura gentile e spumosa, una potenza organolettica che dà gioia al palato molto a lungo.
Trionfale il piatto identitario per eccellenza, la Pezzata, tocchetti di carne di pecora cotti a lungo, creando un intingolo sublime che da solo varrebbe già il viaggio.
Da sogno la carne che si offre alla masticazione morbida ma dalla consistenza appagante, pazzesco il brodo che restituisce magnifici sentori animali.
Da citare anche la Millefoglie d’agnello con cicorietta e crema di topinambour, dall’intrigante presentazione.
A tutto pasto, eccellente il vino da uva autoctona Tintilia prodotto dalla VI.NI.CA. di Ripalimosani (CB): profuma di more, mentre in bocca esprime il sottobosco con serena potenza, grazie a un sorso denso accompagnato da buona acidità, per una beva semplice ed elegante.
Pasto da concludere con un liquore della casa, come quello intrigante alla ciliegia.
Nel video che segue, abbiamo raccolto la dimensione visiva di quanto degustato.
Info: http://www.ristorantelelfo.it/