Saget La Perrière, i grandi vini di un ambasciatore della Valle della Loira a conduzione familiare
Valori fortissimi come i legami di una famiglia unita anche nel mandare avanti una particolare tradizione vitivinicola con rigore e competenza, ma soprattutto con un amore smisurato per il proprio territorio d’elezione, conosciuto alla perfezione: così Saget La Perrière è diventata la maison di culto di quella Valle della Loira che celebra in ogni sfumatura, ritenendola un vertice poetico del vino francese.
La famiglia Saget ha proprio un’autentica adorazione per la terra che abita e lavora, individuandola alla stregua dell’ombelico della nazione, come testimonia questa loro dichiarazione: “se mai un fiume e i paesaggi circostanti rappresentassero l’identità e lo stile di vita nazionale francese, sarebbero sicuramente la Loira e le regioni vinicole che la costeggiano”.
Da qui il proprio senso di appartenenza: “il fiume dei re che si estende da una parte all’altra del Paese, è la patria della nostra famiglia da nove generazioni; originari di Pouilly sur Loire, abbiamo deciso più di vent’anni fa di partire alla ricerca di altri tesori che la nostra bellissima regione vinicola potrebbe offrire: nel corso degli anni, la nostra ricerca ci ha portato lungo entrambe le sponde del fiume, raggiungendo viticoltori e terroir locali”.
Per questo l’impegno produttivo tende a offrire “una collezione completa di vitigni e vini della regione”.
Un progetto meditato che ha richiesto lunghi tempi per la sua realizzazione, visto che “le tenute vinicole di Saget La Perrière sono state acquisite gradualmente nel corso degli anni e racchiudono la diversità e le sfumature che si trovano nei terroir delle regioni vinicole della Loira: sparsi lungo il fiume da est a ovest, i diversi vigneti sono coltivati con la massima cura, producendo vini dalla forte identità che esprimono le caratteristiche uniche dei loro terroir”.
Quando comunica, l’azienda parla sempre a nome della famiglia, anteponendone l’importanza allo stesso dato imprenditoriale e senza farsi tentare quindi da personalizzazioni o desideri di leadership del singolo.
In questo modo la storia di tale cantina di successo diventa nelle parole dei protagonisti un progetto di quasi quarant’anni fa della famiglia Saget, quando “ha intrapreso la missione di fare di Saget La Perrière una moderna azienda a conduzione familiare specializzata in vini della Loira: Jean-Louis ha fornito lo slancio originale e i suoi figli Arnaud e Laurent Saget ora incarnano questi valori, ritraendo con passione la loro visione di un’azienda riconosciuta per la qualità dei suoi vini e delle persone che la gestiscono ogni giorno”.
Infatti viene ribadito che la maison Saget La Perrière “è prima di tutto un affare di famiglia, la storia di Jean-Louis e Marie-Claire Saget e dei loro due figli Arnaud e Laurent: nato in una famiglia di viticoltori da generazioni insediati a Pouilly-sur-Loire, Jean-Louis Saget ha sviluppato con successo l’attività da piccola azienda a Maison”.
Se oggi Saget La Perrière è “una delle aziende più rispettate della Valle della Loira” lo si deve alla peculiare “visione moderna del mondo del vino” e alle parole chiave con cui la famiglia Saget di descrive, ovvero “appassionata, rigorosa e impegnata”.
Anche l’organizzazione del lavoro risponde in primo luogo a valori umani che vedono ancora una volta i nuclei familiari in primo piano, dato che per oltre trent’anni i Saget hanno “stabilito, mantenuto e coltivato con successo relazioni speciali con le loro famiglie di viticoltori a contratto”.
Altro valore fondamentale, la saggezza, quella vitivinicola secolare tramandata di generazione in generazione, dettata dall’esperienza enologica con cui sono stati individuati i climi più propizi e le aree maggiormente predisposte.
Da annotare poi il lemma tradizionale, con il quale diene definito lo stile di fermentazione qui utilizzato.
Noi però aggiungeremmo anche i concetti di rivoluzione e controcorrente nel momento in cui scopriamo la decisione dell’azienda di rinunciare all’invecchiamento in rovere, nata “dal desiderio di svelare appieno il potenziale dei vini della Loira”.
Si è arrivati così a comprendere una trentina di denominazioni che includono Pouilly-Fumé, Sancerre, Chinon, Vouvray e Muscadet, creando un panorama enoico che varia dai bianchi secchi ai medio dolci e dolci, dai rosati secchi ai medio dolci, insieme a rossi e spumanti.
Questi ultimi vedono l’impiego di qualche vitigno che esula dai soliti blend delle bollicine francesi.
Come lo Chenin che al 60% insieme a un 40% di Chardonnay dà vita al Crémant de Loire Brut Murano metodo tradizionale, donando al naso una sensazione di frutta matura a polpa bianca seguita al palato da limone sfusato, albicocca, yuzu e caramella di carruba. Cremoso, dal petillant finissimo ed elegante, gradevolmente pastoso, presenta un lungo finale.
Ancora lo Chenin al 60 % ma questa volta con lo Chardonnay al 20% e il Cabernet Franc al 20% concorrono al Touraine Brut Arnaud Laurent, agrumato al naso, complesso al gusto, tra pera, mela, pesca e una punta di paprika.
Nel Touraine Rosé Brut Reserve Arnaud Laurent invece in un blend di 60% Cabernet Franc e 30% Pinot Noir spunta un saldo del 10% di un vitigno autoctono da noi poco noto ma di grande fascino come il Pineau D’Aunis, contribuendo a un trionfale bouquet di rosa stabilizzata, mentre la bocca viene inebriata da fragolina, pompelmo rosa, olivello spinoso, ciliegia candita e karkadé. Perlage rarefatto, corpo esile ed elegante, buona acidità, conquista senza ricorrere ad alcuna ruffianeria ma con tanta capacità di seduzione.
I bianchi fermi giocano sulle variabili del Sauvignon, come il Poully Fumé Domaine Saget che all’olfatto offre tutta la classicità verdeggiante del vitigno ma dotata di una freschezza balsamica più intensa, mentre al palato appaiono uva sultanina, chinotto, avocado e ruta. Irresistibile la sua acidità.
Il Sauvignon La Petite Perrière vira sulla frutta esotica, in mélange al naso e precisandosi in bocca in mango, avocado, kumquat e tè verde.
Il Sancerre Caillottes utilizza invece il Sauvignon Blanc in maniera da estrarne le nuance minerali ed erbacee per l’olfatto, per concentrare in bocca complessità esotica tra pitaya, ananas e kiwi.
Per i rossi in grande rilievo il Pinot Noir La Petite Perrière generoso di frutti rossi e sottobosco al naso, evocando in bocca marasca, rabarbaro, ribes rosso e radici di liquirizia. Colpiscono il suo approccio zuccherino e l’intensità tannica, mentre il sorso si manifesta denso, caldo, suadente, bilanciato da una forte acidità che rende la beva immediata.
Il Pinot Noir La Petite Perrière nella versione Rosé sintetizza tutto il frutto in chiave fresca e ghiotta, in un’esplosione di fragola seguita da anguria, mirtillo rosso americano, cedro e nettarina.
Ci sono ancora altri dettagli interessanti da conoscere su questa realtà: ce li illustra nel video seguente Gianluca Telloli, Responsabile Selezione e Ricerca del distributore Proposta Vini.
Info: https://www.sagetlaperriere.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/contatti/