Salizzoni, dal cuore della Vallagarina vini trentini ambasciatori di una comunità
Padre e figlio, Valter e Luca, ma senza dimenticare nonno Vittorio, uniti dalla genetica famigliare quanto da una passione divorante per il vino, consci del valore sociale e culturale collettivo della loro azione nei campi tesa a esaltare i doni della terra che si traducono in vino: c’è una luce speciale negli occhi dei titolari della cantina Salizzoni, la quale prende il nome da questa dinastia di vignaioli che vive la vitivinicoltura come un continuo divenire in grado di collegare la tradizione del passato con un futuro innovativo.
Un passato glorioso in cui l’Azienda Agricola Salizzoni ha voluto mettere fisicamente le radici imprenditoriali, poiché con comprensibile orgoglio ha deciso di collocare la propria sede nell’antico Palazzo Valentini di epoca settecentesca che fa bella mostra di sé nel centro storico di Calliano in provincia di Trento, considerato il cuore del campo vitato della Vallagarina “ovvero nella conca racchiusa da Castel Beseno e le roccaforti a difesa di Rovereto”.
L’anno di nascita dell’azienda è il 1986 e la spinta fondativa arriva “dalla passione di Valter nel coltivare i propri campi e di produrre un vino che rispecchi la realtà del territorio, ora l’azienda ha raggiunto dei livelli qualitativi importanti”, mentre nel presente la cantina gode dell’energia travolgente e dell’azione competente del figlio Luca, titolare di un significativo diploma presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e oggi in grado di rappresentare “la garanzia di continuità aziendale nonché l’evoluzione al futuro”.
Le coltivazioni “si estendono nei comuni di Calliano, di Nomi e di Isera” con il sistema di allevamento a pergola doppia e semplice.
In cantina si effettuano invece le vinificazioni…
… e l’affinamento in piccoli carati di rovere.
La struttura si completa “con il piccolo agriturismo che offre ai turisti la possibilità di soggiornare e di degustare i prodotti dell’azienda”.
Un insieme di attività coerenti che per Salizzoni rappresentano “una testimonianza del nostro territorio inteso come comunità, capace di farsi ambasciatrice grazie alla conoscenza del prodotto vino in posti lontani; questo rimane un aspetto di grande importanza, quindi sempre ricorrente nelle strategie aziendali”.
Un’identità costruita a partire dal Marzemino, il vino “emblema della vallata, il rosso che ha permesso alla Vallagarina di conquistare, in gentilezza, traguardi incredibili, supportati dall’eleganza e dalla tipicità; un vino genuino, ma tutt’altro che semplice: trovi nel bicchiere uno spaccato storico, suggestivo, dove l’apporto umano, le qualità naturali del vitigno e la bontà del prodotto stesso si coniugano in un tutt’uno”.
Alla degustazione il Marzemino base dispensa all’olfatto fiori e spezie, riservando al palato ribes rosso, fragola, carruba e perfino un’eco di nocciola.
Il Marzemino Superiore Ziresi irrobustisce la carnosità del sorso e la densità zuccherina, rendendo più avvolgente e corposa la beva, alla quale aggiunge vibrazioni di lampone e corbezzolo. Grandissimo vino.
Se il Marzemino esprime il cosiddetto terroir viticole, l’azienda Salizzoni “propone anche altri vini nella variegata produzione come lo Chardonnay classico, molto fruttato e dalla composizione floreale, il Perlato, ottenuto dalle migliori uve di Rülander”.
Sul piano sensoriale lo Chardonnay Vòi si presenta al naso con la nettarina matura, mentre in bocca dipana pesca a polpa bianca, yuzu e alchechengi.
Il Ruländer Perlato invece ha un elegante bouquet di rose, mentre in bocca esprime mela cotogna, susina, papaya e rabarbaro. Di intensa acidità, sfoggia un ammaliante finale zuccherino.
Tra le segnalazioni affettive di Salizzoni rientra anche il Victor, rosso importante “introdotto nel 2006 per festeggiare il ventennale di successi, nonché come gratificazione al fondatore dell’azienda, Vittorio, padre di Valter”.
E’ un Trentino Superiore incentrato sulle declinazioni della ciliegia, da quella che si avverte al naso nella sfumatura della marasca, all’amarena in sciroppo che si avverte in bocca, affiancata da gelso nero, mirtillo e cannella.
Caldo, carezzevole, un vero vino del cuore.
Tra le altre referenze, due bianchi.
Il Gewürztraminer San Biagio incanta con variegati profumi che mettono insieme i descrittori del Moscato con la vaniglia e gli agrumi, riservando al gusto pera Williams, ananas, mandarino e pesca. Di intensa mineralità, offre una beva esaltante così ecumenica da piacere a tutti.
Il Pinot Bianco Riserva si distingue invece per quel suo fresco bouquet di zagara che in bocca prende i sentori di cedro candito, tabacchiera, miele di Robinia, con un sospiro di camomilla. Sorso sapido, beva monumentale.
Due anche i rossi ancora da trattare.
Il Lagrein De Weinfeld incentra il bouquet sul sottobosco e il muschio, mentre dal corpo esile e da una buona acidità sbucano echi di melagrana, mora di rovo, barbabietola e genziana.
Il Merlot in purezza del Laurentius seduce il naso con potenti riferimenti silvestri, riservando al palato un compendio di frutti di bosco cui si affiancano gelso, sorbo, radice di liquirizia, paprika e cacao.
Convincono anche le esplorazioni in altri ambiti stilistici, come il Castel Beseno Moscato Giallo Superiore che dimostra la bontà della scelta della surmaturazione in pianta per la fragranza aromatica che restituisce all’olfatto, cui aggiunge in bocca un tripudio di piacevolezza che mette insieme miele di Sulla, litchi, melone retato e genziana.
Ottime le bollicine del Maybe Brut Cuvée realizzato col metodo Martinotti, portando a un’esuberanza di frutta che si espande sul bouquet come in bocca, tra pesca a polpa gialla, mela e yuzu.
Una produzione che offre tanti spunti, approfonditi con il contributo di Luca Salizzoni nel video sottostante.
Info: http://www.salizzoni.info/it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/salizzoni/