I salumi marchigiani delle zone terremotate come identità e riscatto
Un evento tellurico è cose se agisse per cancellare ogni traccia di operosità umana, demolendo tutto ciò che le comunità colpite sono riuscite a costruire nei secoli, anche metaforicamente.
Il fenomeno sismico che ha colpito le Marche poco più di un anno fa avrebbe potuto mettere in ginocchio la regione anche sul piano della motivazione, invece proprio dalle zone colpite arrivano forti segnali di ripresa e perfino di rilancio, affidati pure alle eccellenze gastronomiche.
Un atto di fierezza manifestato anche durante l’ultima edizione della BIT, la Borsa Internazionale del Turismo, dove è stato allestito un banco che ha messo in esposizione le squisitezze della salumeria marchigiana e le storie che rappresenta.
Delizie come il Ciauscolo che si produce a Sarnano, centro della provincia di Macerata tra i più colpiti dal sisma, in cui è tipico il celebre salume così morbido e cremoso da essere spalmabile, un trionfo di golosità oggi protetto.
Altro caposaldo della tradizione è il Prosciutto crudo di Carpegna che deve le sue caratteristiche organolettiche all’aria dei monti dell’Urbinate.
Prodotti rigorosamente artigianali che puntano alla cura dei negozi gourmet e non all’affastellamento della grande distribuzione.
A rappresentare e promuovere queste meraviglie alla BIT è stato Gianfranco Torbidoni, erede di una tradizione familiare nella norcineria lunga oltre un secolo: lo abbiamo intervistato nel video che segue
Info: http://www.ciauscolo.it/