Santuvario, dalla rinascita dei vigneti storici di Boca al vino come cultura del territorio novarese
Un evento personale di quelli che portano a ripensare i progetti della vita e magari a dare libero sfogo alla propria più profonda sensibilità è alla base di Santuvario, progetto culturale e insieme agricolo con sede a Borgomanero dove Ivano Barbaglia e Paola Fornara si stanno impegnando da oltre dieci anni per amplificare le risorse territoriali e gli eccelsi esiti vitivinicoli di terreni collocati a Boca in provincia di Novara, vocata area dell’Alto Piemonte, fiero baluardo della qualità senza sconti malgrado si configuri come una delle più piccole regioni viticole italiane.
I titolari non fanno mistero della scintilla che ha portato alla fondazione della cantina, infatti sono loro stessi a raccontare come “in seguito a gravi problemi di salute, Ivano è costretto a ripensare la sua vita, insieme a Paola”, così “nasce nel 2012 la piccola azienda agricola: si tratta di una scelta di vita non solo di lavoro, uno slancio salvifico verso la terra”.
Tutto nel mondo che hanno costruito richiama la delicatezza e la serenità dell’impegno necessario, a partire dalla scelta del nome della loro “piccolissima azienda agricola”, Santuvario, il quale “ricorda la chiesa sulla quale i piccoli appezzamenti di vigneto della famiglia si affacciano: l’etichetta di Santuvario rosso è effettivamente ripresa da una foto della basilica quando originariamente era circondata da viti”.
Chiarissima e lodevole la missione aziendale: “contribuire alla rinascita degli storici vigneti di Boca e alla valorizzazione degli inconfondibili vini è il nostro progetto; il vino come mezzo culturale per esprimere la nostra responsabilità diretta verso il territorio e l’ambiente: affrontiamo ogni giorno un cammino fatto di attenzione costante per le viti, il paesaggio e le persone”.
I vigneti dell’azienda si trovano nella citata Boca, all’interno del Parco Naturale del Monte Fenera, dove i terreni di porfido vulcanico, basalti e sabbie godono di una realtà ambientale integra.
“In cima alle colline, oltre i 400 metri, abbiamo recuperato circa un ettaro di viti autoctone di Nebbiolo, Croatina, Vespolina, Uva Rara ed Erbaluce, più un altro ettaro impiantato recentemente e uno in fase di realizzazione” spiegano dalla cantina, “viti a guyot e a maggiorina, uno storico portamento a quadretto, sopravvissuto in alcune aree della zona, metodo che presuppone la coltivazione completamente manuale, la resa per ettaro è molto bassa, 20 q/ha”.
“Raccogliamo solo le nostre uve mature e sane di Boca”, aggiungono, specificando che “in cantina i mosti hanno grado zuccherino alto e con buona acidità, non inneschiamo o acceleriamo le fermentazioni, non aggiungiamo lieviti: il nostro vino è naturale per scelta”.
Il Santuvario che prende il nome dalla cantina “è il vino che ci rappresenta, sognato e desiderato: piacevole, fresco, originale e raffinato, porta con sé l’eleganza della nostra terra”.
E’ composto da un uvaggio di svariati vitigni autoctoni: 50% Nebbiolo e la rimanente metà di Croatina, Vespolina e Uva Rara in miscela varia. Inoltre “riposa un anno in grande botte di rovere prima di essere imbottigliato e affinato in bottiglia per almeno un altro anno”.
Il naso vellicato dal sottobosco è preludio di un effluvio di frutti equivalenti come mora, mirtillo e lampone, con l’aggiunta di ciliegia e melagrana, mentre a contribuire all’originalità sono deliziose note di salvia e pepe di Sichuan.
Sorso incantevole, finale che vorresti non finisse mai.
Alza ulteriormente la già elevatissima asticella della gradevolezza organolettica il Lozio, definito dai suoi creatori “passionale, ispirato, ambizioso, vino che non ha fretta di svelarsi e ogni volta ci regala il suo sapore armonioso e nobile”. Non è un caso che si tratti di un “vino prodotto soltanto quando l’annata è buona e lo permette”.
Si tratta ancora di un blend, in questo caso di 80% Nebbiolo e 20% Vespolina. E’ frutto di un affinamento di “3 anni in botte di rovere e rimane un altro anno in bottiglia prima del rilascio”.
Il bouquet immerge nell’atmosfera erbacea di un rovo, mentre il corredo dei sapori evoca gelso nero, mora, radicchio rosso, liquirizia e cioccolato fondente.
Tannico e materico al sorso, ha un carattere possente che si manifesta compiutamente in un finale coinvolgente in cui cattura con decisione e si staglia nella memoria.
Questo progetto così intimo e personale necessita di essere integrato dalle parole dirette dei suoi fondatori Paola Fornara e Ivano Barbaglia, protagonisti del video successivo.
Info: https://www.santuvario.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/santuvario/