Se l’antimafia diventa una fregatura…
Ci contatta l’antimafia proponendoci di usare per i nostri trasporti una ditta confiscata alla Mafia.
Accettiamo, li formiamo. Il personale era composto da ex dipendenti di un’altra ditta, essendo il personale originale tutto in carcere o comunque non disposto a lavorare per il nemico (nemico?) e facciamo per due anni un buon lavoro con loro.
Il 20 dicembre 2011 un bilico della ditta si rovescia a pochi chilometri da Catania appena partito con trenta pedane cariche di arance ma anche di trasformati, essendo l’ultimo carico prima di Natale.
Tutto distrutto, perso, depredato da chi ha creato un cordone per non farci avvicinare finché non hanno portato via TUTTO quello che c’era d’interessante, lasciando poi le arance ed i limoni ammaccati ai rom che vivono nella zona.
Zero assicurazione, ma molte rassicurazioni.
Intanto alla ditta viene a mancare un camion per svolgere il nostro lavoro.
Lancio la campagna “V’accattati na motrici?” (ve la comprate una motrice?): stesse modalità della campagna per L’Arcolaio.
Arrivano 17mila euro in 15 giorni.
Li passiamo alla ditta come “anticipo su futuri servizi”.
Ma i servizi non vengono mai svolti, perché nel frattempo lo Stato, sempre quello, simpaticone, decide di chiudere le attività della ditta, perché, dice, sono in perdita.
Mentre trattiamo e speriamo che si possa recuperare qualcosa dei 17mila che avevamo anticipato e dei circa 36mila che abbiamo perso con l’incidente. Ripeto: camion dello Stato NON ASSICURATO! E lo Stato se ne fotte – posso dirlo? – di un’azienda sana che viene messa in difficoltà dalle sue inadempienze, mentre trattiamo e speriamo, intanto restituiamo ai gasisti i 17mila fino all’ultimo centesimo.
A tutt’oggi nessun segnale positivo per la conclusione di questa vicenda e ci portiamo dietro in bilancio questa passività e questo buco nei conti.
Un po’ kafkiana, dite? Quanto meno, onorevolissima per noi.
Info: www.legallinefelici.it