In Sicilia l’Aron Ha Kodesc più antico in Europa, ad Agira (Enna)
Un potente simbolo ebraico conservato in un edificio di culto cattolico: soltanto la Sicilia dei sublimi contrasti ma anche del pionieristico senso dell’accoglienza e dell’integrazione poteva realizzare un così abbagliante sincretismo culturale e religioso, come la presenza di un Aron in una chiesa, quella del Santissimo Salvatore che si trova in piazza Roma ad Agira.
Vederlo incastonato tra una croce che svetta su un confessionale e immagini sacre del cristianesimo, ti fa comprendere come tutto possa diventare armonia e bellezza, quando si fonde in un abbraccio pacifico e consapevole.
L’atmosfera di tale osmosi architettonica è resa magica da luci che attraversano la penombra per andare ad accarezzare fondamenta litiche, alimentando chiaroscuri che caricano di mistero i volumi e inducono l’osservatore alla riflessione interiore.
La chiesa in cui si sviluppa tanta meraviglia “sorge in uno dei quartieri più antichi sotto il monte occupato dal Castello, proprio accanto ai resti della sua cinta muraria” e che “è tra le più antiche e prestigiose parrocchie agirine: infatti fu eretta in epoca normanna, mentre “dalla fine del XII secolo fu soggetta come le altre chiese esistenti in quell’epoca ad Agira alla giurisdizione del monastero di San Filippo, per privilegio concesso da Ansgerio primo vescovo di Catania, e confermato nel 1170 dal vescovo Roberto”.
E’ sulla sua parete sinistra appena varcato l’ingresso che si staglia l’Aron.
In una relazione illustrativa per il recupero e la fruizione del patrimonio culturale ed ambientale firmata da Titta Lo Jacono de Malach e pubblicata sul sito del comune di Agira, si parte dalla premessa storica che afferma l’importanza delle comunità ebraiche nel passato della Sicilia, dal punto di vista sociale e anche pratico, grazie alla loro attività nei campi dell’artigianato e del commercio. Di tale presenza è fondamentale attestazione “l’Aron ha Kodesc (armadio che custodisce i rotoli della Legge nelle sinagoghe) della Sinagoga – oratorio di Agira datato 1454, in pietra arenaria: si tratta infatti di un reperto eccezionale per antichità e tipologia in tutta l’area del mediterraneo e davvero testimonianza unica e preziosa delle fiorenti e numerosissime Comunità Ebraiche di Sicilia, come noto, estintesi per l’espulsione del 1492 e mai più ricostituite”.
Dopo i primi dubbi interpretativi seguiti alla sua scoperta, secondo la relazione sono stati gli studi effettuati nel 1995 per l’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica dallo stesso autore della relazione e da mons. Benedetto Rocco ad appurare che si trattava “di un rarissimo Aron in pietra arenaria, in stile gotico catalano, le cui scritte dedicatorie in ebraico lo datano nell’anno ebraico 5214 corrispondente all’anno 1454 della nostra era”.
A renderlo straordinario è la considerazione che “i reperti archeologici della pur massiccia presenza ebraica in Sicilia, protrattasi per più di un millennio, non annoverano nessun aron ne in legno né in pietra”, facendone così un unicum nella regione e non soltanto.
Senza dimenticare la grazia essenziale e quasi ieratica della chiesa in sé, con le sue strutture svettanti attraversate dal ritmo di archi e volute.
Una visita in questo luogo è necessario per chiunque coltivi l’arte della sensibilità e dell’introspezione.
Nel video che segue, le suggestioni visive che siamo riusciti a raccogliere con il nostro obiettivo.