Il Solaris di Calliari, vino di montagna da uve resistenti del Trentino
Hanno cominciato da poco a fare vino ma si definiscono già “pionieri della viticoltura in Alta Valle di Non”, con buona ragione visto che l’area in questione è da sempre invece tra le più vocate per la produzione delle mele, ovvero proprio l’attività svolta normalmente dell’Azienda agricola Calliari Maria Rita, impresa virtuosa che però ha voluto applicare il proprio amore per la sostenibilità scegliendo anche di vinificare il Solaris, una di quelle uve naturalmente resistenti di cui si parla sempre di più in chiave di rispetto ambientale.
Un’avventura in cui crede molto il distributore Proposta Vini che spiega il suo interesse anche in virtù dell’entusiasmo di Michele Zucal, un giovane viticoltore che a Romeno sull’altopiano dell’Alta Valle di Non, a 1000 metri ha piantato nel 2016 un vigneto a Solaris “con l’obbiettivo di contribuire alla diversificazione della biodivesità agricola e con l ’energia della giovinezza ha creduto fortemente nel progetto PIWI”.
Quest’ultima sigla indica le “varietà di vite resistenti alle crittogame” che hanno origine “negli incroci effettuati tra le varietà di vite da vino e le varietà di vite americane resistenti alle malattie fungine”, un “processo di selezione in atto da vari decenni” che ha prodotto risultati così positivi da comportare l’inserimento tra le “varietà ammesse per la produzione di Vini di Qualità”, come riportato dal sito dell’associazione PIWI International fondata in Svizzera nel 1999 che “promuove lo scambio di informazioni tra istituti di ricerca, allevatori, coltivatori e produttori dei vini PIWI, in modo da consentire la diffusione delle varietà di vite resistenti ai funghi” (https://www.piwi-international.de/it/informazioni-it.html).
Lo stesso produttore nel presentare tale attività ricorda di fare parte di un’azienda di famiglia che da sempre produce le famose e rinomate mele della Valle di Non, in cui è però intervenuta una spinta a una continua ricerca di sempre maggiore sostenibilità, confluita nella decisione di iniziare pochi anni fa la coltivazione del Solaris, varietà di uva a bacca bianca “non molto conosciuta, ma molto interessante poiché non richiede nessun tipo di intervento fitosanitario”: frutto “di una selezione dell’istituto agrario di Friburgo della metà degli anni ’70, ha trovato nell’altopiano dell’Alta Valle di Non il luogo ideale dove esprimere il meglio di sé”
Tra i principi applicata nell’attività vitivinicola, vi sono l’impiego di pali di legno per il massimo rispetto ambientale, andando oltre il normale regime biologico…
… acini piccoli ma molto dolci e profumati…
… un’uva così dolce che bisogna proteggerla dagli uccelli…
… qualità e non quantità perseguita a quasi mille metri d’altitudine, anche sotto la neve d’inverno…
… sanità dell’uva perfetta senza la chimica…
Prima vendemmia nel 2018, assolutamente manuale.
Il Solaris VenticinqueDieci di Calliari si propone con un ficcante bouquet di fiori di pesco, mentre in bocca colpisce subito un approccio che trasmette la sensazione di argilla e di macerazione, prima di riempirsi di richiami ad albicocca, yuzu, pera Madernassa, corniolo, melone e limone femminello.
L’acidità emerge progressivamente in fase di degustazione, per diventare protagonista in un finale ricco di aromaticità.
Irresistibilmente seducente, ha grande quanto complessa personalità, mantenendo però un’elevata empatia nella beva.
E’ proprio a Michele Zucal che abbiamo chiesto di illustrare questo progetto vitivinicolo così fortemente voluto e altrettanto convincente nella sua prima espressione: ascoltiamolo nel video che segue.
Info: https://www.venticinquedieci.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/calliari-maria-rita