Specialmente… a Castel di Iudica (Ct): il turismo contadino
A Castel di Iudica (Catania), per provare il turismo contadino
Tra tante denominazioni del turismo dedicate alla natura, come agriturismo, strade del vino e strade dei sapori, adesso occorre aggiungerne un’altra: il turismo contadino.
Non l’hanno brevettata, ma è ben tangibile in un piccolo comune in provincia di Catania, Castel di Iudica.
Tutto, dall’archeologia alla gastronomia, dai musei alle escursioni, qui si riconduce alla matrice contadina della comunità, radicata nei millenni.
Abbiamo cercato di capirne di più con Prospero Frazzetta, uno dei volani della fortuna gastronomica della città, fiero sostenitore dei pregi di questo territorio.
Ricordi contadini di Sicilia
In una zona altamente vocata per l’agricoltura come quella di Castel di Iudica nel catanese, il patrimonio storico non è fatto soltanto di reperti archeologici e oggetti antichi, bensì anche della tradizione orale.
Qui i ricordi più significativi sono quelli dei contadini, nelle cui memorie è tracciato il codice genetico della comunità.
Ce ne riferisce Prospero Frazzetta che i lavori contadini continua a farli in ambito gastronomico, anche per conservare l’identità del territorio.
Il Museo Archeologico di Castel di Iudica (Ct)
Castel di Iudica, ben riposto all’interno della provincia di Catania, è ricco (anche) di testimonianze archeologiche, con millenni di storia alle spalle.
Una storia che inizia in età preistorica e passa attraverso la colonizzazione dei Greci, lasciando in dote preziosi reperti custoditi oggi nel Museo Civico Archeologico “Prospero Grasso” in Via Papa Giovanni XXIII.
Lo scopo dichiarato è “di conservare e di raccogliere memorie, opere ed oggetti che documentino e illustrino nel tempo la storia e la cultura locale e che contribuiscano all’istruzione ed all’educazione dei cittadini”.
Tra i reperti di particolare valore, “un sarcofago e uno scheletro di donna con bambino, all’incirca del V secolo a. C., e dei grandi pithoi, d’epoca classica”.
Ma sono presenti anche tracce delle antiche tradizioni alimentari della zona, ancora oggi nota per la sua gastronomia e la pregiata attività contadina.
Ci siamo fatti raccontare questo museo da Carmen Scalisi, dell’associazione Pro-Loco Iudica.
Info: www.icscasteldiiudica.gov.it
A Monte Iudica (Catania), un rifugio in mezzo all’archeologia
Un eremo del VII secolo a.C. trasformato in centro turistico polifunzionale. E’ la brillante iniziativa della Pro Loco Iudica che ha dato vita contemporanea alla Masseria Eloisa Bonanno, facendone la propria sede con tanto di esposizione etnografica, nonché un rifugio e la porta di accesso a un parco di pregio anche archeologico.
Si trova inerpicata su Monte Iudica che svetta sul centro di Castel di Iudica a oltre settecento metri di altitudine in provincia di Catania.
“Un paesaggio di cui la storia ha lasciato un patrimonio culturale così ricco di testimonianze Indigeno-Greche che lo rende unico nel suo genere” sottolineano i gestori, ricordando anche che “fu abitato dai Benedettini dell’ordine di Santa Maria Latina di Gerusalemme”, prima di diventare una masseria.
Di insediamenti su Monte Iudica esistono tracce che riconducono a 5000 anni fa, età del rame, “ma fu abitato anche nel periodo arabo-bizantino e normanno, con uno sviluppo eccezionale in epoca greca (arcaica, classica ed ellenistica), come si evince dai numerosi saggi operati dalla Soprintendenza ai Monumenti di Catania”.
Altri luoghi di interesse sul Monte Iudica sono una necropoli, una chiesa che “testimonia la presenza, a partire dal XVI secolo, di una comunità di monaci eremiti”, nonché l’antico Castello di Iudica, i cui resti della fortificazione sono visibili proprio in prossimità della cima del monte.
Interessante l’allestimento collocato nella sede della Pro Loco, incentrato su oggetti, reperti e immagini che raccontano in profondità il territorio.
Emerge il carattere rurale di questa comunità, fortemente ancorata alle sue tradizioni e una radicata cultura del lavoro.
Si pone l’accento anche sulle bellezze naturali e i pregi ambientalistici, in cui questa sede è immersa.
In questo contesto, molto intelligente la collocazione di una parte della struttura dedicata all’ospitalità, la Masseria Eloisa Bonanno di Monte Iudica.
Presentato come “rifugio di alta montagna”, gestito e curato dalla Pro Loco, offre diversi servizi, come cucina attrezzata, forno a legna, doppia sala pranzo, due camerate con letti a castello per circa trenta posti letto, pernottamento, spazio scout, sentieri per la pineta terrazzo, barbecue per arrostire. Il tutto a prezzi ampiamente accessibili.
Ecco come ne parlano i gestori.
Info: www.prolococasteldijudica.it
Il Caseificio Frazzetta a Castel di Iudica (Catania): ristorazione contadina e prodotti autarchici come una volta
Il caseificio Frazzetta è una delle ultime rocche difensive dell’autentica tradizione gastronomica siciliana. Mentre tutto intorno si sfalda sotto i colpi dell’inseguimento del profitto o cede a causa della violenza delle ottuse leggi sanitarie che stanno cancellando secoli di tradizione contadina, all’azienda Frazzetta perseverano invece nel proporre i prodotti fatti come una volta.
Ha del miracoloso come riescano a dialogare con la grande distribuzione e obbedire alle norme senza perdere nulla in autenticità. Un esempio più unico che raro che andrebbe seguito da tutte le aziende italiane che credono ancora nella produzione artigianale.
Fondata nel 1936 da Giuseppe Frazzetta, nelle campagne di Castel di Iudica in provincia di Catania, da allora ha sempre catalizzato l’intera famiglia, i cui componenti hanno contribuito a rendere l’azienda un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo di tutta la Sicilia orientale che vengono qui a fare incetta dei loro prodotti.
Coltivazione di grano duro, ulivi e ortaggi, allevamento di bestiame ovino, caseificazione del latte di pecora, tutto avviene nelle terre dell’azienda, curato con le proprie mani dai componenti della famiglia Frazzetta.
Hanno ben ragione di essere orgogliosi di affermare che oggi i loro prodotti caseari “grazie alla piccola e grande distribuzione, si trovano sulle tavole di molti Italiani e stranieri”.
Si tratta di pecorini che ci risulta non abbiano eguali in tutta la regione. Hanno profumi e sentori che ti riportano all’infanzia, amatissimi da chiunque abbia avuto la fortuna di provarli.
Ma per rendersi conto della realtà dell’azienda, bisogna viverla di persona, raggiungendo la sede in via Monte Grappa a Castel di Iudica, dove la natura è stata particolarmente benigna, baciando la zona di bellezza.
Ci si può anche (e soprattutto) fare attirare qui dal loro ristorante realizzato all’interno di un vecchio casale totalmente ristrutturato. Ci fanno una cucina rustica, su prenotazione, per circa sessanta coperti.
L’ambiente non ha inutili fronzoli. La strada d’ingresso, i muretti esterni, i locali interni, tutto è privo di decori fasulli ma ricco del decoro contadino che tiene all’essenziale.
E’ molto suggestivo vederti passare accanto le pecore durante la transumanza, mentre respiri a pieni polmoni aria tersa che profuma di lavoro e fatica.
Hai il sorriso già prima di metterti in tavola. E lo mantieni per tutto il pasto.
Il pane ti fa capire subito dove ti trovi. E fatto con un grano antico autoctono in via d’estinzione della zona, il Simeto, omonimo del fiume più importante del catanese. Dalla sua pasta fitta si diffonde il profumo del pane di una volta.
La ricotta, lieve e profumata, ha quel gusto ancestrale che le follie nazi-sanitarie della comunità europea vorrebbero cancellare, nel loro delirio di appiattimento organolettico: invece qui si sente ancora che la materia prima ha un’origine animale, selvaggia e davvero naturale.
La tuma fritta è golosissima: morbida, pastosa, compattamente filante, lascia un retrogusto dolce e lattoso.
Il formaggio marinato con olio e cipollotto è pazzesco, con quel suo piccante che si sposa con l’acidità e il dolce.
Il salame piccante sa di maiale e già è una notizia, di questi tempi: fitto, muscoloso, pizzica tanto, insomma, non è roba per debosciati della modernità, ma soltanto per chi capisce cosa sia ancora un sapore.
I vegetali autoprodotti sono un altro marchio distintivo. I carciofini hanno un’eccezionale delicatezza. Le olive, alcune provenienti da alberi secolari, sono incredibilmente croccanti e tese, erbacee.
Le melanzane sono carnose come poche. Ma si può impazzire per dei finocchi inenarrabili.
Veniamo ai piatti caldi. La pasta con la ricotta bisognerebbe invece chiamarla ricotta con la pasta, come suggerisce Prospero Frazzetta, tanto è ricca di condimento. La fanno con le casarecce ed è strepitosa.
Stesso formato anche per la pasta con il ragù di maiale e vitello, dal perfetto equilibrio.
La salsiccia è sapida e arcignamente contadina, come da tradizione.
La carne di cavallo un trionfo, sana e saporita come raramente ci è capitato di trovare altrove, mentre l’agnello, rustico e sincero, da solo vale già il viaggio.
Finale da delirio con croccantissimi cannoli ripieni di ricotta fresca dolce.
Ecco come Prospero Frazzetta ci racconta la produzione contadina dell’azienda di famiglia, tra ristorazione e produzione casearia.
Info: www.caseificiofrazzetta.it