Specialmente… a Catania: i musei delle Ciminiere
Le Ciminiere di Catania, raffinerie della Cultura
Dalla raffinazione dello zolfo all’affinamento della cultura: è la parabola virtuosa delle Ciminiere di Catania, oggi Centro fieristico e dimora di musei laddove prima si lavorava la materia prima estratta dalle miniere dell’entroterra siciliano.
Situato in viale Africa, sul lungomare di Catania, gode di tutti i vantaggi necessari a un polo espositivo, come l’adiacenza alla stazione ferroviaria e un parcheggio antistante.
Già la struttura in sé meriterebbe una vista, per il pregevole lavoro di recupero architettonico. E’ stato infatti mantenuto intatto il fascino di quest’area in cui a partire dalla metà dell’800 diversi imprenditori impiantarono le varie attività di lavorazione dello zolfo.
Costruzioni abbandonate e fabbriche dismesse hanno lasciato il posto a musei, aree espositive, locali fieristici e congressuali, spazi per spettacoli, dando nuova vita all’area, mantenendo però il simbolo anche iconografico, le ciminiere in mattoni che vi svettano imponenti.
Ci siamo fatti raccontare il sito da Filippo Sapienza, del Servizio Politiche scolastiche, Culturali, del Turismo e dello Sport della Provincia Regionale di Catania.
Info: www.provincia.ct.it
I musei delle Ciminiere di Catania: racconti di guerra e di cinema, tra radio e carte geografiche
In un panorama museale modesto rispetto alle dimensioni della città, svettano per originalità e modernità i musei delle Ciminiere di viale Africa a Catania. Già l’area che li ospita è uno spettacolo, ma è l’organizzazione al suo interno ad accrescerne il valore. Diversi allestimenti museali, alcuni anche di piccole dimensioni, ma tutti estremamente vocati a uno storytelling dinamico, chiaro, popolare, in alcuni casi anche interattivo.
Fanno parte di questo polo il Museo dello sbarco in Sicilia, il Museo del Cinema, la Mostra Permanente della Collezione La Gumina di Carte Geografiche Antiche (dal XV al XIX Secolo) e la Mostra di Radio d’epoca della Collezione Francesco Romeo.
Il più imponente e importante è certamente il Museo dello sbarco in Sicilia che i gestori definiscono “didattico-emozionale”, perché “va fuori dalla tradizionale tipologia sia per l’allestimento sia per l’argomento trattato”, essendo “dedicato ad una drammatica pagina della storia” (www.provincia.ct.it).
Il Museo del Cinema “raccoglie, incrementa e propone al pubblico i documenti riguardanti l’arte cinematografica, le sue tecniche e la sua storia, con particolare riguardo alla relazione tra il Cinema e la Sicilia”.
Firmato da François Confino, lo stesso architetto svizzero già responsabile del progetto dello straordinario Museo Nazionale del Cinema di Torino, ha una certa grazia espositiva, puntando a forti suggestioni d’impatto popolare.
Ma il suo pregio risiede nel puntare finalmente i riflettori sulla misconosciuta vicenda del tentativo di creare un’industria della settima arte in Sicilia nel periodo del muto: infatti “nel primo quindicennio del ‘900 Catania divenne nota per essere sede di case di produzione cinematografica”, i cui pochi reperti sono esposti nel museo.
Unica pecca, le visite guidate: il dipendente che ci è toccato in sorte certamente non era un esperto né aveva studiato la materia, così si limitava a ripetere a pappagallo un testo imparato a memoria, commettendo errori di pronuncia e smarrendosi se qualcuno gli faceva delle domande.
Peccato, perché in città, una delle più cinefile d’Italia, ci sarebbero tanti giovani laureati in cinema che potrebbero assolvere con maggiore brillantezza quel ruolo.
La collezione cartografica La Gumina propone invece “143 carte geografiche della Sicilia prodotte tra il XV e il XIX secolo”: “l’isola a tre punte detiene nella storia della geografia un ruolo che si può definire unico in quanto ne riflette fedelmente i progressi nel corso delle diverse epoche” spiega il collezionista (www.provincia.ct.it).
E’ suddivisa in sei sezioni: Tra matematica ed astronomia, empirismo nautico e studiosi locali incentrata sulla cartografia del ‘500; Sicilia antiqua, carte storiche datate tra il ‘600 ed il ‘700; Dall’Astronomo al topografo ancora con materiali del ‘600; Sicilia Sacra dedicata alle province cappuccine di Palermo, Messina e Siracusa; Carte da Navigare con preziose carte in pergamena; Atlas minor, con carte olandesi dal XVI al XVII secolo.
La Mostra permanente della radio d’epoca Collezione Romeo è un viaggio nel mito della voce viaggiante, dal genio di Marconi al valore affettivo degli apparecchi come elementi design nelle case di tutti noi (www.provincia.ct.it).
A raccontarci i musei delle ciminiere di Catania è Filippo Sapienza, del Servizio Politiche scolastiche, Culturali, del Turismo e dello Sport della Provincia Regionale di Catania.
Info: www.provincia.ct.it
Il Museo dello sbarco in Sicilia, un’epopea alle Ciminiere di Catania
Uno dei musei di maggiore impatto emotivo d’Italia. Restituisce tutta la drammatica epopea della seconda Guerra Mondiale il Museo Storico dello Sbarco in Sicilia – 1943 allestito nel complesso Le Ciminiere di viale Africa a Catania.
Lo fa attraverso soluzioni scenografiche e dispositivi esperienziali capaci di farti sentire letteralmente al centro delle operazioni belliche.
Il museo è incentrato sull’avvenimento storico “che avviò la Sicilia e l’Italia tutta verso la liberazione dall’occupazione tedesca”, iniziato il 10 luglio 1943 quando “gli americani e gli inglesi sbarcarono nella parte orientale della nostra Isola rispettivamente nei pressi di Gela e presso le coste di Augusta”, occupando “facilmente tutta la Sicilia occidentale, mentre in quella orientale gli inglesi e i canadesi incontrarono l’urto della resistenza germanica” (Denis Mack Smith).
Il percorso espositivo “ripercorre le tappe degli scontri di guerra che si svolsero soprattutto nella Sicilia occidentale come Gela, Augusta, Agira, Floridia, Troina, Ponte di Primo Sole, Catania, Messina”.
Ce lo racconta un importante giornalista etneo che ha lavorato alacremente al suo allestimento, Ezio Costanzo, noto anche come fotografo di pregio.
Obiettivo dichiarato della Provincia di Catania che gestisce il museo è di farne “un luogo di trasmissione della memoria storica”, quindi non soltanto una raccolta di antichi reperti, ma “un luogo attivo che interagisce con i visitatori”.
Questo avviene in particolare quando si entra nella ricostruzione di un rifugio antiaereo: ti accomodi su una panca e improvvisamente partono gli inquietanti rumori dell’emergenza bellica, mentre tutto l’ambiente inizia a vibrare, dandoti la viva sensazione di essere al centro di un bombardamento. Ve ne offriamo un assaggio.
E’ il momento più interattivo di un’esperienza che si snoda “attraverso la riproduzione di contesti” come un piccolo quartiere d’epoca della Sicilia che fu e la riproduzione di ambienti distrutti dai bombardamenti.
“Lungo il percorso una cartellonistica fotografica e testuale illustra l’avanzata americana, mentre dei monitor trasmettono simultaneamente immagini della avanzata delle truppe americane ed inglesi”.
E ancora, video e foto originali del tempo, testimonianze di chi c’era, plastici, riproduzioni di ambienti in scala reale, statue di cera, reperti autentici come divise militari e armi.
Potente la suggestione conclusiva, resa dalla ricostruzione “del cimitero inglese che si trova alle porte di Catania, verso Siracusa, ove riposano le spoglie dei caduti: su un pannello luminoso, posto ai piedi di una scultura bronzea, scorrono i nomi di tutti i caduti”.
Info: www.provincia.ct.it
Phil Stern. Sicily 1943: la guerra e l’anima riemergono dal passato
Lo sbarco degli alleati che segnò l’inizio della fine della Seconda Guerra Mondiale è un tema ancora molto sentito in Sicilia, tanto che dopo avere prodotto uno splendido museo alle Ciminiere di Catania è adesso anche il tema di una bellissima mostra fotografica, Phil Stern. Sicily 1943.
Il curatore è Ezio Costanzo, giornalista con la vocazione dello storico, già protagonista dell’allestimento del citato museo catanese. Durante le sue indagini per ricostruire una fase così cruciale della nostra storia, si è imbattuto in una vicenda dimenticata, la presenza in Sicilia in quei giorni del grande fotografo statunitense Phil Stern.
Allora giovanissimo e, è il caso di dirlo, alle prime armi, Stern era al seguito dei soldati durante lo sbarco in Sicilia del 1943, per documentarne le azioni con il suo obiettivo.
La fama di Stern in seguito si sarebbe alimentata con i suoi ritratti dei divi di Hollywood, tanto da porre in un ripostiglio della memoria la sua esperienza di cronista bellico.
L’ha tirata fuori un reporter di rango come Costanzo che, scoperta la vicenda, ha contattato il grande fotografo per dare vita a un’importante mostra che sta girando l’Italia.
“Settanta immagini scattate dall’americano, oggi 94enne, durante la sua permanenza in Sicilia nell’estate del 1943 al seguito delle truppe americane” informa il comunicato dell’esposizione, spiegando che la mostra fotografica “è di notevole interesse sia per l’aspetto artistico-fotografico, sia per quello storico: dagli scatti di Stern, infatti, emerge con forza la rilevante capacità di restituzione di una parte di memoria altrimenti destinata all’oblio”.
Ezio Costanzo è pure un regista, quindi è stato inevitabile che realizzasse anche un documentario su questa esperienza, Phil Stern. Sicilia 1943, la guerra e l’anima, scritto da lui e diretto con Filippo Arlotta, una produzione che vede insieme Le Nove Muse Editrice con Credito Siciliano e Credito Valtellinese.
Sono quarantanove minuti che raccontano il ritorno nel 2013 del fotografo ormai anziano sui luoghi in cui da giovanissimo scattò le immagini in mostra, “dodici giorni durante i quali ha rivisitato i luoghi che lo videro protagonista durante la guerra”.
E’ proprio Ezio Costanzo a raccontarci questa preziosa operazione di recupero della memoria storica e artistica.
Info: www.eziocostanzo.blogspot.it, www.creval.it