Specialmente… a Marettimo (Isole Egadi): dove mangiare tipico
Delle tre Isole Egadi, Marettimo è l’unica che abbia mantenuto seriamente i connotati delle tradizioni gastronomiche del piccolo arcipelago trapanese.
Qui per esempio il pane cunzato è ancora una cosa seria, al contrario di Favignana: infatti ne esiste una versione autoctona esclusiva.
Qui c’è qualcuno che mette ben in evidenza i cabuci, facendo di questo pane identitario un vessillo.
Qui al tonno hanno dedicato con rispetto un’originale salumeria, mentre a Favignana lo sputtanano con aperitivi modaioli e agghiaccianti trovate di pseudo-marketing che scherzano con un evento cruento come la mattanza.
Qui è stata mantenuta la secolare attività di produzione del miele, mentre a Favignana non si fa più nemmeno la mattanza che è stata cardine dell’economia locale fin dalla notte dei tempi.
Unico punto di contatto in negativo, anche a Marettimo in pieno giugno era impossibile trovare il frutto del pescato più tipico dell’arcipelago, le aragoste delle Egadi. Sarà l’effetto della crisi che sconsiglia di tenere immobilizzato un bene acquatico così costoso, ma nei ristoranti mancava il simbolo più potente – insieme al tonno – della pesca locale.
Unica assenza di rilievo, uno specifico prodotto per la prima colazione. Generica l’offerta dei bar, meglio allora rivolgersi ai panifici: partiamo proprio da lì…
La prima colazione a Marettimo? Al panificio…
Pur essendo l’isola delle Egadi più ricca dal punto di vista gastronomico, dove tutti gli aspetti anche minimi sono curati dai residenti, a Marettimo non esiste il culto di una prima colazione esclusiva del posto, come accade per esempio nel catanese con il culto della granita.
Triste andare per bar, perché vi sembrerà di trovarvi in un’anonima qualsiasi località turistica. Nel bar collocato nei pressi dell’imbarco dei traghetti servono addirittura una granita col dispenser uguale a quelle che si trovano anche al Nord Italia.
A restituire autenticità locale alla prima colazione dell’isola è allora non un prodotto, ma un luogo di consumo originale: il panificio.
Come l’Antico Forno a Legna dal 1970 che in un caratteristico vicoletto ha sistemato sedie e tavolini per consentire ai clienti di consumare sul posto con maggiore comodità.
Riguardo l’offerta, il prodotto più tipico è attinto dall’isola madre, la Sicilia, in particolare da quello scrigno di delizie dolciarie che è Erice, sempre in provincia di Trapani. Si tratta degli Ericini, deliziosa pasta frolla a forma circolare, ripiena di deliziosa ricotta.
Non fatevi ingannare dalle dimensioni ridotte rispetto ad altri pezzi da prima colazione siciliani: gli Ericini riempiono lo stomaco nella stessa misura in cui appagano la gola, quindi tanto.
Un’ottima riserva di energia per una faticosa giornata al mare…
Pane cunzato, il più rigoroso è quello di Marettimo
Città che vai, pane cunzato che trovi. A volte il concetto è anche più estremo, perché il pane condito può variare da un esercizio di ristorazione all’altro.
Accade in Sicilia, in provincia di Trapani, la più agguerrita nel proporre ovunque questa preparazione semplice e popolare, battendo Palermo che si piazza subito dietro e qualche caso sporadico nel resto dell’isola, come l’avamposto del catanese di Scillichenti, frazione del comune di Acireale.
La provincia di Trapani però è talmente estesa che da Scopello al capoluogo cambiano continuamente tipologia di pane e condimenti. Spesso si tratta di un prodotto preparato in maniera sbrigativa, come riscontrato a Favignana e a Custonaci, per esempio. Mentre in altri luoghi del trapanese ci tengono molto a farne una pietanza di strada di alto livello, in testa certamente Scopello.
Per radicalità va però segnalato il pane cunzato di Marettimo che spicca per rigore e originalità. E’ il meno ruffiano di tutti, grazie ai pochi condimenti: pomodoro, acciughe, qualche foglia di basilico, un filo d’olio. Basta.
Niente formaggio. Nient’altro. A prima vista ti verrebbe voglia di protestare, pensando che il ristoratore abbia voluto risparmiare sugli ingredienti. Invece scopri che è proprio il modo di prepararlo a Marettimo.
All’assaggio, tutto torna. I parchi ingredienti sono in perfetto equilibrio, con la sapidità dell’acciuga a rivaleggiare con l’acidità del pomodoro, senza che intervenga del formaggio a fare confusione tra i sapori, i quali invece si stagliano netti in bocca. L’alito di freschezza donato dal basilico è un vero tocco di classe. Su tutto questo, troneggia l’alta qualità di un pane finalmente all’altezza della preparazione, dopo le tante delusioni in giro per la provincia.
Se volete provarne una perfetta esecuzione, potete andare al bar Onda Blu, in pieno centro all’abitato, non distante dal porto. Sanno pure spiegartelo questo pane, particolare non da poco.
Il locale propone anche qualche interessante insalata e alcuni classici della rosticceria trapanese e palermitana.
Il dehor è spartano ma ben esposto: nel pomeriggio si trova sul versante in cui il sole è più coperto, vantaggio non indifferente in estate quando si va a pranzare tardi, reduci dal mare.
Il posto perfetto per muovere per una passeggiata.
Trattoria Il Veliero a Marettimo: la cucina dei pescatori delle Egadi
Dal mare alla tavola senza nessuna mediazione. Le stesse mani tirano fuori il pesce dal mare, lo cucinano e lo servono in tavola.
E’ autarchica alla massima potenza l’attività della famiglia Bevilacqua, capitanata come sempre dal capostipite Peppe. Una famiglia di pescatori che anni fa ha deciso di aggiungere anche l’attività di ristoratori, per offrire al pubblico la vera cucina di mare delle Egadi senza alcuna mediazione.
Dalla notte fino al mattino vanno per mare: poi tirano su le reti, raccolgono il pescato e lo vanno a cucinare nella loro trattoria sul lungomare di Marettimo, Il Veliero, in via Umberto 22. Più autentico di così…
Però, pur essendo attratti dalla cucina che si annuncia così schietta, i clienti che arrivano si lasciano rapire il cuore da qualcos’altro: la vista del panorama fenomenale che si dispiega davanti al locale. La nervosa successione di rocce selvagge che vanno a immergersi nel mare ceruleo toglie il fiato e sazia lo sguardo.
Se si arriva per tempo, si può godere di questa vista nel più comodo e prolungato dei modi, cenando all’aperto, letteralmente sul mare, il quale, se è mosso, picchia incessantemente a un passo da te, trasformandosi in percussiva serenata ancestrale. Se avrete la fortuna di beccarvi il tramonto da qui, proverete un’emozione rara.
Il menu va saputo interpretare. A prima vista sembra scarno, quasi povero, incentrato com’è sulla freschezza della materia prima, ovvero il pesce. E’ un indizio, un invito a farsi ispirare dalla semplicità per scegliere cosa gustare. I camerieri verranno a decantarvi le qualità della cuoca, anche lei appartenente sempre alla famiglia, ma vi suggeriamo di non lasciarvi sedurre dai suoi pur lodevoli tentativi di innovazione: un pesce così fresco non ha bisogno di personalizzazioni creative, ma soltanto di essere rispettato nella sua integrità.
La brigata di cucina comunque ha ottima mano e se volete averne un saggio, allora fiondatevi sugli antipasti serviti a buffet. Le proposte sono parecchie, una più golosa dell’altra, tanto che finirete con il riempirvi il piatto fino a farlo traboccare di delizie.
Come la frittura di neonato bagnata in ottime uova.
O le polpette di pesce spada, in due modi. Quelle al pomodoro già sono una vera delizia, così tenere e delicate. La versione fritta però è eccezionale, per la ricchezza del contenuto e la croccantezza esterna che lo contiene.
Scarna ma soddisfacente la parmigiana, buona la caponata.
Il pesce, ovviamente, è freschissimo. Tanto è vero che intelligentemente lo propongono soprattutto alla griglia, per sentire ancora il sapore del mare. Noi abbiamo provato delle occhiate dalla carne compatta e succulenta.
Tuttavia è ottimo anche il fritto, anche perché non è unto e non ricopre il sapore del pesce.
Sappiate che potete farvi cucinare il pesce come volete, anche in modi non indicati nel menu: basta chiedere…
Scarsa purtroppo l’offerta dei vini, tutti molto convenzionali, come il Grillo Parlante di Fondo Antico, corretto ma piatto, con i produttori troppo concentrati sul nome a effetto da dare al prodotto e distratti invece dal valorizzare le potenzialità immense dell’uva aromatica siciliana per eccellenza.
Anonimo il sorbetto della casa, la quale però si rifà con la torta campagnola tipica del trapanese, incentrata sul binomio composto da ricotta e cioccolato che si inserisce in un pan di spagna imbevuto di liquore.
All’uscita, vedere a un tavolo il titolare Peppe Bevilacqua con scolpiti sul volto anni di fatiche in mare, aggiunge un profondo senso all’esperienza di mangiare in questo locale: siamo riusciti a strappargli qualche parola, pronunciata con la semplice franchezza che lo contraddistingue in ogni sua attività…
La Cambusa, stupefacente tempio gastronomico a Marettimo
Nella selvaggia scarna semplicità dell’isola di Marettimo nelle Egadi, il negozio di gastronomia La Cambusa di via Garibaldi 5/b spiazza e sbalordisce, perché un posto così se lo sognano in buona parte delle grandi città di tutta la vicina Sicilia e non soltanto. A impressionare e la presenza di prodotti rarissimi, scelti con una cura che sottende una grande preparazione culturale e una passione formidabile per le tradizioni più nascoste.
Basta a evidenziare la qualità del negozio la presenza di formaggi siciliani non facili da reperire – anche se quanto oggetto di culto – come il Maiorchino o la Vastedda del Belice, ma i gestori vanno oltre e selezionano direttamente da piccoli produttori squisite tipologie di pecorino fatto come una volta.
La testimonianza più lampante dell’elevatissimo livello del negozio è data dalla grande rilevanza che viene tributata al pane identitario del basso trapanese, i kabuci, i quali qui acquisiscono una “k” al posto della consueta “c” all’inizio del nome. Un segno distintivo, visto che nelle altre isole delle Egadi perfino chi li vende tende invece a svilirli, non scrivendo nemmeno il nome cabuci accanto al prodotto, smerciandolo come un qualsiasi panino invece di valorizzarlo come pezzo di storia locale.
E’ un formato tipico di pane, cotto a legna, destinato ineluttabilmente a essere farcito, perché è esaltante il modo in cui cattura i condimenti grazie alla capacità di assorbimento della mollica, mentre la crosta, se appena scaldata, si accende di croccantezza.
Su richiesta, alla Cambusa con i kabuci possono imbastirvi un pane cunzato. Noi lo abbiamo chiesto e il gestore ci ha tirato fuori un kabucio farcito strepitoso, il più buono che si possa trovare in tutta la Sicilia, isole comprese. Pomodoro, acciughe e basilico, sormontate da un magnifico pecorino giovane ma già potente: succulento, fragrante, sincero. Indimenticabile.
Intanto, girando tra i banchi del negozio, si scatena l’acquolina: infinita la quantità di prodotti che verrebbe voglia di provare, tra salumi, formaggi e gastronomia anche cotta.
Oltre a una interessantissima selezione di vini autoctoni e grappe territoriali. La Cambusa è anche macelleria e diverse sono le tipicità di produzione propria.
Un’offerta tale da far passare la voglia di andare al ristorante e far venire quella di una cenetta a casa, anche perché a Marettimo molti b&b e affittacamere offrono pure la cucina insieme alla stanza.
A Marettimo una salumeria del tonno: quando il pesce supera la carne…
Il tonno è talmente fondamentale per la cultura alimentare delle Egadi che nell’isola di Marettimo ha preso il posto della carne e non soltanto metaforicamente.
Significativamente infatti un piccolo supermercato del centro abitato, I Freschi Alimentari in via Maria S.S delle Grazie 11, si fregia dell’insegna di Salumeria del Tonno, sancendo la maggiore importanza dei derivati di questo fantastico pesce rispetto ai prodotti di carne consueti.
Non si tratta di una posa o di una strategia di marketing: entrando nel piccolo negozio e raggiungendo il banco frigorifero solitamente adibito alla salumeria, effettivamente si riscontra che non c’è traccia di salumi di carne, perché a trionfare sono soltanto i cosiddetti prodotti di tonnara.
Bottarga, cuore, lattume, ventresca, ficazza, ma anche salame e bresaola di tonno, oltre che le versioni affumicate delle lavorazioni di questo pesce.
Come in una tradizionale salumeria, i prodotti si posso acquistare anche affettati, dimostrando la versatilità e ricchezza delle carni del tonno.
Il negozio offre anche la possibilità di allestire una piatto di assaggi di queste squisitezze, da gustare a casa in una cena che si annuncerebbe decisamente romantica.
Info: I Freschi Alimentari
Marettimo, Isola del Miele…
E’ il nome di un’azienda, ma anche l’affermazione di una realtà storica: a Marettimo è così antica la pratica dell’apicoltura da poter essere definita Isola del Miele, come ha deciso di chiamarsi una ditta che svolge questa attività nella più lontana delle Egadi.
E’ stata fondata nel 1999 come azienda apistica, “specializzata nella produzione di mieli monoflora, sfruttando i pascoli delle riserve naturali presenti nella provincia di Trapani e utilizzando per la produzione del miele l’Ape Sicula”.
E’ la stessa azienda a informare che della vocazione apistica di Marettimo “si hanno testimonianze fin da tempi molto remoti”. I gestori sono persone colte che conoscono profondamente non soltanto i metodi di produzione del miele, ma anche le tutta la storia che questa attività si porta dietro. “Valga un esempio per tutti; il miele prodotto a Marettimo ha tradizionalmente varcato gli oceani a seguito dei nostri emigranti, come ci testimonia Masinu du meli, l’ultimo apicoltore che ha operato con le antiche arnie di ferula (genere di piante perenni della famiglia delle ombrellifere, nota in Sicilia col nome di Fella), storicamente descritte dall’autore latino Columella”.
Secondo i titolari di Isola del Miele “la natura incontaminata, l’inaccessibilità dei luoghi e la distanza dalla costa siciliana, rendono l’isola di Marettimo particolarmente adatta alla realizzazione di un programma scientifico di salvaguardia e selezione dell’Ape Mellifica Sicula”.
E’ quest’ultima a produrre i mieli dell’azienda. Un’ape unica e preziosa per la cui tutela si sono mossi Università italiane e straniere, l’Ispettorato Forestale, oltre agli apicoltori locali.
Diversificata la produzione di Isola del Miele. Nella riserva naturale delle isole Egadi hanno vita i mieli monofloreali di Cardo, Erica, Rosmarino e Timo, mentre con la pratica del nomadismo su aree demaniali e coltivazioni biologiche in provincia di Trapani vengono prodotti quelli di Arancio e Sulla.
Sono tutti strepitosi. Tra i mieli più buoni in assoluto che si possano trovare in tutta Italia. A caratterizzarli, aromi potentissimi e netti, di grande personalità organolettica. Sul podio, il particolare miele di Rosmarino, quindi quello stuzzicante di Erica, ma su tutti svetta la fragranza cristallina del Cardo, il quale, al contrario della tipologia sarda, relega il retrogusto amarognolo giusto a una nuance della preponderante dolcezza erbacea.
I prodotti di Isola del Miele si possono acquistare nella stessa Marettimo, nel negozio che l’azienda ha in pieno centro, o nell’altro situato a ridosso di piazza Matrice a Favignana. Nei negozi, anche altri prodotti tipici e il notevole origano prodotto dalla stessa azienda, la quale gestisce sull’isola anche un residence omonimo.
E’ l’appassionato Leonardo Parisi Maiorana a parlarci di questa attività gestita con la famiglia.
Info: www.isoladelmiele.it