Specialmente a… Venezia: luoghi insoliti da scoprire
A Venezia invece è bello perdersi dove la folla evita di assieparsi. Per esempio, nella zona che si dipana intorno all’Arsenale. Qui, basta inforcare il ponte giusto per iniziare a vedere diradarsi la confusione, fino alla sua completa sparizione se andrete a incunearvi in uno dei caratteristici vicoletti.
E’ a questo punto che può apparirvi uno spettacolo inatteso a Venezia: bellissimi cortili tipici, completamente deserti perfino in piena estate, mentre San Marco si allaga del grondante sudore dei forzati della vacanza intruppati in file estenuanti.
Cominciate a vagare errabondi: ogni volta che girerete l’angolo, qualcosa di semplice quanto stupefacente vi apparirà…
… chiese, piazze, scorci così ammalianti che non vi verrà alcuna voglia di fare il turista tassonomico che sfoglia subito la guida per individuare nomi e riferimenti toponomastici.
Se a questo punto vi è venuto un po’ di appetito, ma non tanto da doverlo soddisfare al ristorante, potete attingere a una delle più antiche tradizioni veneziane, i cicchetti da consumare in piedi: spritz e polpette, o in alternativa un paninetto, sono un classico della gastronomia di base veneziana.
Tra i più noti e amati locali di strada in cui celebrare questo rito, c’è Al Mercà, in S. Polo 213. Nessuna pretesa gourmand: ma proprio per questo il piacere di mangiare velocemente e senza troppe aspettative, vivendo però un certa atmosfera.
Siamo a ridosso del Ponte Rialto e qui a due passi c’è un luogo identitario di Venezia che va assolutamente conosciuto, anche perché alcune istituzioni minacciano di spostarlo: il Mercato del Pesce.
Ci sentiamo di associarci alla lotta dei pescivendoli che vogliono rimanere nel luogo che a loro deve l’anima.
Pochi passi più avanti, in Campo de le Becarie, si trova il bar Fiamma, gestito da Pietro Grandese, incendiario quanto il colore dei suoi capelli: anche lui, come tanti, è schieratissimo a favore dell’inamovibilità del Mercato del Pesce di Rialto, sul quale il suo locale si affaccia.
Pietro non lesina critiche feroci alla sua città, ma lo fa per troppo amore, senza spirito distruttivo: anzi, dice che sfruttare cinicamente i turisti fa male a Venezia prima di tutto, così si produce in qualche dritta per i visitatori…
Tuttavia non c’è disservizio o stortura che possa demotivare chi sia attratto da Venezia per la sua offerta culturale.