Sperlinga nell’ennese, un castello nella roccia e dialetto gallo-italico
Nemmeno mille abitanti inerpicati tra i monti Nebrodi e gli Erei, ma un inserimento a pieno titolo tra i borghi più belli d’Italia: così si presenta Sperlinga, in provincia di Enna in Sicilia, splendido luogo che meriterebbe maggior fama.
In primo luogo per il suo straordinario castello millenario, in parte letteralmente scavato nella roccia.
Quindi per il suo curioso dialetto gallo-italico, residuo di un antico insediamento di coloni dell’Italia del nord giunti in Sicilia al seguito dei Normanni. Un fenomeno linguistico analizzato approfonditamente da Salvatore Lo Pinzino, il più accreditato studioso di questo territorio, autore di importanti saggi editi da Novagraf. E’ lui a spiegarci le origini del dialetto gallo-italico e farcene qualche esempio.
Le curiosità non si fermano qui. Un altro lampo di notorietà lo ha ricevuto da una celebre foto di Robert Capa che testimoniava lo sbarco degli Alleati in Sicilia.
Ancora agli onori della cronaca è assurto nel XIII secolo per un episodio legato ai Vespri Siciliani, quando sarebbe stato l’unico luogo in cui i francesi riuscirono a resistere a un assedio.
Il presente parla invece del fiero mantenimento della tradizione della tessitura, intelligentemente inserita nel cuore del percorso di visita del castello, dove si trova sempre una tessitrice al lavoro con antichi telai.
Le abbiamo chiesto del suo lavoro e del mantenimento di questa tradizione.
A ospitare la tessitrice, un piccolo Museo della Civiltà Contadina inserito in uno degli ambienti del Castello di Sperlinga.
Il museo propone al pubblico attrezzi del tempo come l’aratro a chiodo, il telaio e alcuni manufatti, esaurientemente commentati da cartelli.
Abbiamo chiesto ancora allo studioso Lo Pinzino di raccontarci il Castello di Sperlinga e le peculiarità che lo rendono unico e imperdibile.
Info: www.comune.sperlinga.en.it