Storie di trabocchi e di briganti, in Abruzzo
L’immensa epopea dei trabocchi è stata attraversata anche da quel grandissimo racconto popolare rappresentato dal brigantaggio, poiché tali macchine da pesca affacciate sul mare Adriatico rappresentavano punti di avvistamento preziosi per chi era costretto a vivere alla macchia sentendosi continuamente braccato.
Questo è avvenuto anche in un epicentro di entrambi i fenomeni quale l’Abruzzo, ricco tanto di trabocchi quanto di vicende di brigantaggio, come narrato da Pietro Cupido nel prezioso volume Trabocchi, traboccanti e briganti (Menabò, Ortona A Mare, 2003), in cui l’autore fa risalire al 1627 la creazione delle prime macchine da pesca sulle coste abruzzesi, attribuendone l’invenzione all’abilità artigiana di esuli ebrei giunti dalla Francia.
Le storie del brigantaggio legato ai trabocchi abruzzesi oggi vengono tramandate dai gestori del Trabocco Tufano a Rocca San Giovanni in provincia di Chieti che da anni funge da polo culturale e istituzione identitaria.
La vicenda ammantata di leggenda che riguarda questo trabocco fa riferimento a un traboccante che nell’800 fu additato come brigante pur non essendolo realmente, la cui cattiva nomea era dovuta ad alcune sue azioni violente attuate per reagire a ingiustizie subite.
Abbiamo chiesto a Rinaldo Verì, responsabile del Trabocco Tufano, di raccontarci questi mondi sospesi tra mito e realtà storica.
Info: http://www.traboccopuntatufano.eu/