Svelato il mistero della scomparsa del Carpione del Lago di Garda…
Gli appassionati di cultura gastronomica, quando arrivano sul Garda, lo cercano, tra ristoranti o negozi di tipicità, nella speranza di trovarlo in un menu o in forma di conserva, ma si sentono rispondere sempre la stessa cosa: del Carpione locale non c’è traccia da tempo.
Che fine ha fatto allora il Carpione del Lago di Garda?
Parliamo di un “salmonide che vive solo nel lago di Garda e appartiene alla numerosa famiglia dei salmoni, delle trote e dei salmerini” racconta Slow Food che gli ha assegnato un Presidio ma ne parla ormai al passato: “… o per meglio dire, viveva in grandi quantità fino agli anni Settanta nelle acque più profonde del lago”, perché “il carpione è diventato un mito, una chimera”; infatti “ci sono giovani pescatori sul lago che non ne hanno mai pescato uno”, mentre “i vecchi pescatori affermano che i carpioni non si vedranno mai più nel Garda”, a causa di cambiamenti climatici e geologici che ne hanno compromesso l’habitat, mentre secondo i ricercatori la responsabilità sarebbe delle “specie alloctone introdotte nel Garda negli anni passati” (Slow Food – Buono, Pulito e Giusto).
Dobbiamo allora rassegnarci alla scomparsa di questa specie ittica autoctona?
Non esattamente. Ascoltando alcuni pescatori del Garda, si sta tentando di porre rimedio al rischio di estinzione del Carpione e c’è perfino chi accenna un velo di ottimismo.
Al blocco totale della pesca del Carpione per cinque anni è seguita infatti un’azione di ripopolamento, ancora timida ma che promette di espandersi.
Ce ne ha parlato Marco Cavallaro, referente dei pescatori della sponda bresciana del Garda. Ecco cosa ci ha spiegato davanti alla telecamera.