Taranto Sotterranea, visita alle radici greco-romane nella viscere della città
Secondo diversi archeologi sotto la Taranto odierna esistono altre città, versioni ancestrali dell’urbanizzazione effettuata dalle civiltà che si sono succedute qui nei millenni, quasi totalmente sepolte ormai dalla furia selvaggia dell’urbanizzazione scriteriata e frettolosa operata pochi decenni fa quando si pensò tragicamente di aumentare la capacità ricettiva della città al fine di ospitare il flusso di lavoratori attratti dalle acciaierie locali: uno scempio inenarrabile e infatti parecchio taciuto che rende un obbligo morale visitare quanto è rimasto di quel mondo antico occultato dalle brame materiali dell’Uomo, oggi raccolto e razionalizzato principalmente nell’attività di Taranto Sotterranea, gruppo di lavoro frutto di un felice connubio tra pubblico e privato al fine di valorizzare le tracce archeologiche ipogee visitabili.
Visite che avvengono in modalità quasi peripatetica, attraverso una lunga e appassionante passeggiata nella zona per raggiungere vari beni culturali sottratti a fatica a cemento a mattoni di strade e palazzi attuali, come ritagliati nelle viscere di una modernità scellerata che ha rischiato di farle sparire per sempre.
Punto di partenza delle visite, rigorosamente guidate, è la Necropoli greca di via Marche che si trova custodita nell’area antistante il Tribunale, protetta da un ambiente luminoso che riesce a proteggerla e valorizzarla.
L’Associazione Turistica Pro Loco di Taranto APS informa che “le ricerche condotte, hanno permesso di individuare, nel corso di più campagne di scavo, circa centoquaranta sepolture riferibili a uno dei settori più rappresentativi della necropoli tardo-classica ed ellenistica, documentando una utilizzazione del sito, prevalentemente per usi funerari, già a partire dalla fine del VII – prima metà VI secolo a.C.”.
Si percepisce chiaramente l’ordito stradale sincretico realizzato nell’area che si snoda tra “tombe a sarcofago, ricavate nella roccia, scavate nella terra o rivestite da lastre di carparo, generalmente con doppio lastrone di copertura a superfici piane o a spiovente”, insieme a “tombe a camera, inquadrabili fra il IV e il III secolo a.C.” (https://prolocoditaranto.wordpress.com/marta/necropolidi-via-marche/).
Molto intelligente l’indicazione che ricorda l’altezza reale del piano al tempo cui fa riferimento l’area.
Colpisce la sapienza dell’illuminazione che punta con personalità al forte impatto visivo, scatenando potenti contrasti tra luce e tenebre, fino a renderlo metafora del sito stesso.
Lo spostamento a piedi tra una sede e l’altra di visita è l’occasione per la guida di raccontare brani di storia e aneddoti, ma soprattutto per operare confronti tra la Taranto di allora e quella di oggi, creando una mirabile applicazione di storytelling intelligente, accessibile, inclusivo, autenticamente moderno, con l’ausilio di qualche dispositivo tecnologico.
Forte l’impatto con la sede di ogni tappa cognitiva, come quella con la Tomba a quattro camere dell’Ipogeo Genoviva risalente al IV secolo avanti Cristo, oggi assorbita dall’edificio di via Polibio75.
E’ sempre il sito della Pro Loco a spiegare come si tratti dell’espressione “di un nucleo familiare relativo ad un ceto sociale abbiente: sembra sia stato utilizzato fra il 330 a.C. ca. e il III secolo a.C. avanzato e costituisce pertanto una delle testimonianze più antiche del rinnovato uso, interrotto agli inizi del V secolo a.C., di monumentalizzazione della necropoli che caratterizzerà a Taranto l’età ellenistica, anche dopo la conquista romana” (https://prolocoditaranto.wordpress.com/marta-2/tomba-via-polibio-ipogeo-genoviva/).
Interessante la documentazione fotografica del suo recupero che svela anche come la modernità avesse metabolizzato tale testimonianza millenaria, con la conseguente complessità dell’intervento per restituirla alla collettività.
La Tomba a Camera dipinta di via Pio XII che oggi possiamo ammirare grazie a una lunga e sapiente opera di recupero architettonico, conserva “ancora oggi tracce della decorazione pittorica parietale costituita da fasce in rosso ed azzurro e ghirlande e festoni sospesi a nastri in giallo”…
… mentre “ai lati dell’ambiente interno sono ben conservati e visibili i due letti funebri (klinai) in pietra con cuscini sagomati ed evidenti tracce di colore sul quale venivano adagiati i corpi dei defunti quasi certamente avvolti in sudari” (https://www.tarantocapitaledimare.it/fuori-rotta/tomba-a-camera-via-pio-xii/).
Diverse le attività di Taranto Sotterranea, tanto da suggerire la frequente consultazione della sua pagina Facebook per essere sempre informati della copiosa offerta.
Info: https://www.facebook.com/profile.php?id=100064427632545