Tenuta Casenuove, vini dal cuore del Chianti Classico da una storica realtà secolare
Le prime testimonianze storiche accertano l’esistenza della Fattoria Casenuove già nel ’600 e fanno pensare a origini ancora più remote, mentre nel 1717 il Granduca di Toscana Cosimo III cita la zona in cui si trova la struttura nei suoi decreti di denominazione controllata riconoscendola quale “zona d’eccellenza di un vino già allora di fama internazionale”, ma le pagine di storia enoica più entusiasmanti si devono a Philippe Austruy, arrivato nel 2015, al culmine di una lunga serie di proprietari alternatisi nei secoli, per trasformare con illuminata decisione la realtà di un tempo in moderna azienda agricola, intraprendendo un profondo rinnovamento che ha condotto alla produzione di vini d’eccellenza.
Tutto questo avviene a Panzano in Chianti, frazione del comune di Greve in Chianti in provincia di Firenze, su terreni che si estendono per 120 ettari sulle colline toscane, nel cuore della zona del Chianti Classico, ritenuto “il luogo ideale dove le radici e la tradizione di un territorio leggendario incontrano l’energia e la passione di una realtà votata al futuro”.
Philippe Austruy è un “imprenditore, collezionista d’arte e amante del buon vino già proprietario di prestigiose cantine in Francia e Portogallo” quando “dà nuova vita ai vigneti e alle strutture della tenuta, creando un team di giovani talenti locali per valorizzare una terra meravigliosa per fertilità, posizione e bellezza”.
Austruy “è sempre stato affascinato dall’idea che l’atto artistico fosse intimamente e misteriosamente legato alla sua posizione fisica: per questo ha scelto di collaborare con uno dei maggiori centri artistici della Toscana – Galleria Continua – al progetto Radici dell’Arte; grazie a questa sinergia, molti artisti della scena internazionale raggiungono ogni anno Tenuta Casenuove e lo spazio Vino dell’Arte, nel centro di Panzano, per dare vita a opere uniche legate a questa splendida terra”.
Dopo aver scoperto e acquistato l’antica tenuta “Austruy stringe una partnership con Alessandro Fonseca, esperto agronomo del territorio fiorentino che diventa presto nuovo direttore della cantina Casenuove” e in questa veste coinvolge a sua volta “giovani enologi emergenti, tra cui Cosimo Casini che dirige tutto il lavoro nei vigneti e la maestra di cantina Maria Sole Zoli”.
Tenuta Casenuove oggi “occupa una fascia di 120 ettari del territorio vinicolo di Panzano in Chianti e ricopre una posizione privilegiata per la produzione di uve eccellenti: è situata sopra il fiume Pesa, a un’altitudine che varia dai 370 ai 490 metri”.
In azienda si parla di “poetica del paesaggio” per dare ancora maggiore spessore alla cura verso la biodiversità dei suoi 28 ettari di vigneto di cui poco più di dieci dedicati al Sangiovese “protetti e nutriti da quasi 70 ettari di bosco e uliveti”.
Da sottolineare inoltre che “la zona del Chianti è ricca di galestro, uno scisto argilloso che mantiene il calore e aiuta l’uva a raggiungere la perfetta maturazione, mentre gli strati argillosi calcarei trattengono l’umidità e preservano freschezza e acidità: il cuore pulsante dei nostri vini”.
Qui però non si coltiva soltanto la vite ma anche il rispetto, attraverso la promozione quotidiana di “un’economia circolare con azioni sostenibili” quali la trasformazione dei materiali di scarto come sansa e residui di potatura in fertilizzanti “che riducono drasticamente l’impronta di carbonio della filiera”.
Deciso dunque l’approdo nel 2018 “a una produzione di vini completamente certificata biologica, priva di erbicidi o fertilizzanti sintetici”, confermato nello stesso anno dall’ingresso dell’azienda nell’Unione Viticoltori di Panzano che è il primo distretto biologico della Toscana.
Durante il rinnovamento dei terreni “sono stati piantati Sauvignon Cabernet, Cabernet Franc e le tradizionali varietà di Chianti Canaiolo, Ciliegiolo e Colorino”.
Tenuta Casenuove “ha anche dato nuova vita a un’antica area semiabbandonata di terrazzamenti con muretti a secco, per favorire la ritenzione idrica del terreno e contrastare l’erosione del suolo”.
Nel 2018 avviene la costruzione della nuova cantina “progettata in stretta collaborazione con il team enologico, secondo un principio fondamentale: solo uve maturate alla perfezione e trattate il meno possibile offrono vini di qualità eccellente”.
Se il Chianti Classico è il core business dell’azienda, allora il suo top wine per noi è Gran Selezione 2018 da uva Sangiovese in purezza, con la sua fresca accoglienza olfattiva all’insegna dei piccoli frutti rossi, riverberandosi al palato con gelso nero, barbabietola, dulce de membrillo, cioccolato fondente e un tocco di ruta.
Decisamente tannico, esprime corpo sontuoso e sorso materico, affermando un’importante personalità organolettica.
Nelle altre due declinazioni, il Chianti Classico si affida al blend di Sangiovese 90%, Merlot 5% e Cabernet Sauvignon 5% per porre in maggiore evidenza il carattere fruttato fin dal bouquet di sottobosco, riportando al gusto ciliegia, fragola, lampone, cioccolato al latte e una seducente nota agrumata.
Per il Chianti Classico Riserva si torna invece al Sangiovese al 100% e si avverte al naso l’introduzione di una nota di tabacco dolce dominicano che si affianca a screziature speziate di cannella e cardamomo nell’impreziosire i consueti frutti di bosco, arricchendo la complessità pure in bocca spaziando tra mora, amarena sotto spirito, prugna essiccata, arancia candita e una leggera suggestione di anice.
La Tenuta produce anche un monumentale Toscana Rosso tratto da 60% Sangiovese, 32% Merlot, 3% Cabernet Sauvignon e 2% Cabernet Franc, il cui corredo aromatico ampio ed elegante, dopo avere irrorato profumi silvestri, offre con gentile decisione sapori di lampone, liquirizia, mirtillo americano e carruba, intrigando con un’impronta minerale che accompagna costantemente il sorso.
Alla prova delle bollicine la cantina mantiene un alto livello qualitativo grazie al suo Extra Brut Rosé Ziik realizzato con Metodo Martinotti da Sangiovese in purezza, tutto in regime biologico, evocando un roseto in fiore nel bouquet e riservando al palato emozioni che sanno di lampone, ribes, pompelmo rosa, fragolina di bosco, albicocca e mela rosa dei Sibillini, fino a una chiusura con eco di lime.
L’approfondimento è affidato ad Andrea Cappelli nel video sottostante.
Info: https://tenuta-casenuove.com/it/accueil-italiano/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/tenuta-casenuove/