Teroldego Rotaliano di De Vigili, quando il vino si specchia nel terroir
Una storia lunga e intricata e avvincente come in un grande romanzo bucolico, quella della cantina De Vigili di Mezzolombardo, in Trentino: l’incipit è da giallo a sfondo archeologico, quando “un reperto ritrovato nella vecchia cantina testimonia che Ottavio De Vigili ad inizio ’800 marchiava le botti con le sue iniziali”. Sembra la testimonianza di un’antica lineare vicenda di successo imprenditoriale ante litteram e invece l’attività di vinificazione della famiglia De Vigili si interrompe nel 1939, a causa delle conseguenze nefaste della seconda guerra mondiale.
Un blocco che potrebbe segnare la fine di un’esperienza, ma è difficile sradicare le radici metaforiche di chi fa il viticoltore da generazioni, così la passione per il vino in casa De Vigili si tramanda comunque “di padre in figlio, da nonno a nipote, sino a giungere a Francesco”, attuale conduttore della cantina, il quale nel 2015 a soli ventitré anni ne ha rimesso in moto l’attività.
Malgrado la giovanissima età, l’elevata consapevolezza culturale di Francesco ha fatto sì che riprendesse con lo stesso spirito di chi l’ha preceduto, concentrandosi sul vitigno con cui si identifica il proprio territorio, il Teroldego della Piana Rotaliana.
Un lavoro condotto su cinque ettari, lavorati con il principio di rese ridotte in vigneto e del massimo scrupolo in cantina.
Con una precisa missione: “rispetto del suolo, la cura delle uve di Teroldego provenienti dalla zona Pasquari e una vinificazione rispettosa delle caratteristiche originarie fanno rispecchiare nel nostro prodotto il territorio di origine”.
Così Francesco è riuscito in cinque anni a raggiungere un volume tra le venticinquemila e le trentamila bottiglie l’anno, aggiungendo al Teroldego una piccola produzione di Chardonnay in purezza da uve coltivate in una collina di gesso nella zona di Lavis, sempre in provincia di Trento.
Delle tre referenze di Teroldego Rotaliano, quella di punta è Ottavio, la selezione, con quei suoi profumi di rovo e il sorso setoso e caldo che pone in evidenza prugna, barbabietola e cioccolato al latte, proponendo un piglio zuccherino che ghermisce e incanta.
Nella versione basica il Teroldego Rotaliano, pur rimanendo fedele ai descrittori esposti, è invece contrassegnato da un frutto che esplode in tutta la sua pregnanza organolettica, offrendo una beva più agile e immediata.
Rivela altre sfaccettature ancora il Teroldego Rotaliano ma nella versione Rosato, con un bouquet che richiama petali di giglio, mentre in bocca una buona acidità veicola melagrana e fragola.
Un’intensa sapidità ingolosisce la beva, con un finale che conferma la tendenza alla vivacità zuccherina.
Tutti vini sinceri e in cui si avverte davvero la suggestione della terra di provenienza.
Abbiamo allora chiesto a Francesco De Vigili di raccontarci la vicenda della cantina e il senso delle sue produzioni: ci ha risposto nel video che trovate sotto.
Nel 2016 per “portare il Teroldego nel mondo per farlo conoscere e dare gioia” la cantina De Vigili ha creato il progetto TeRoldeGO Evolution (https://www.facebook.com/teroldegoevolution/), un movimento evocativo fin dalla grafica del logo che gioca anche con il concetto di rivoluzione ma sempre legato a profonde radici non soltanto metaforiche…
… i cui aderenti si presentano come “un gruppo di giovani viticoltori liberi, le nostre radici sono profondamente legate alla Piana Rotaliana e al Teroldego”, con un preciso obiettivo: “attraverso il confronto e la sinergia puntiamo alla crescita e alla valorizzazione di questo vitigno unico”.
Info: http://www.cantinadevigili.it/
Distribuzione: http://www.propostavini.com/info-per-ordini