I vini sloveni sostenibili di Tomaz Prinčič, da tradizione secolare
La Slovenia ha un pregevole patrimonio enoico che merita ancora maggiore considerazione ma soprattutto di essere conosciuto adeguatamente per apprezzarne radici antiche e declinazioni moderne, come ci consente di fare il distributore Proposta Vini importando nel nostro Paese i nettari estremamente intriganti di Tomaž Prinčič, prodotti a Goriška Brda, il Collio della Slovenia, lembo di vocata terra collocata tra l’Isonzo e il confine occidentale di questo stato confinante con il nostro.
E’ qui che opera da secoli la famiglia Prinčič, il cui impegno nella vinificazione si tramanda di generazione in generazione almeno dal 1848, anno cui risalgono le prime notizie dei bisnonni Mihael e Katarina intenti già a realizzare prodotti di qualità.
Dai nonni questa attività è stata trasmessa a Tomaž e sua moglie Andrejka, la figlia Sara e il figlio Tine attraverso il padre Srečko e la madre Afra.
E’ così che da allora “la cantina Prinčič si è impegnata per il miglioramento continuo del vino, prestando grande attenzione alla conservazione della tradizione e della qualità”, tanto che “la vinificazione familiare mantiene ancora i legami con il passato e ne tesse di nuovi per il futuro”.
Impegnativa ma mantenuta la propria “ispirazione della perfezione”, la quale fa riferimento tanto a quella conclamata della natura in sé quanto a quella ambita da questa famiglia nel trarre dalla terra le migliori espressioni vitivinicole che possa offrire.
“I nostri acini d’uva sono speciali” dichiarano, descrivendo un “terreno arioso e ricco formato dall’erosione delle rocce marnose”, valorizzato da giornate soleggiate e dalla giusta quantità di pioggia.
A ciò si aggiunga una filosofia incline alla sostenibilità che ascolta attentamente ogni sussurro dell’ambiente circostante, facendo in modo di catturare i doni della terra “con sottigliezza esperta” e di trasmetterli a chi beve l’esito del loro sforzo.
Significativo che il simbolo della cantina sia un viticcio stilizzato, poiché esso “è una parte vitale del vitigno, è un tralcio gentile ma inesorabilmente persistente, alla costante ricerca di tatto, presa, sicurezza”.
Un elemento anche figurativo “sempre innescato nell’ignoto, sempre in cerchio, torcendosi nelle proprie orbite, il tutto per offrire supporto alla vita in evoluzione e quindi consentirne lo sviluppo”.
Tante le referenze, tutte con notevoli peculiarità.
Per quelle a bacca bianca, d’obbligo partire con la Rebula Goriska Brda, la Ribolla slovena in purezza dai profumi che uniscono floreale e salmastro, mentre il gusto scoppia di limone, insieme ad ananas, albicocca matura e papaya candita.
Intensamente minerale, ha una beva di una facilità esuberante ma al contempo stuzzicante, grazie anche alla sua complessità sensoriale.
Jakot invece è la definizione locale del Friulano che si propone al naso con un trionfo floreale e in bocca miscelando mango, susina, cedro, fino a un tocco di cirmolo.
Fresco, ha una beva leggera ma che irretisce con un sorso ghiotto.
Il Mihael Belo è un blend di Rebula 50%, Chardonnay 25% e Sauvignon 25% che porta all’olfatto zagara in fiore e al palato bergamotto, yuzu ed erbe di campo.
Denso e carnoso, ha ottima acidità e persistente aromaticità.
Per i vitigni internazionali, lo Chardonnay che profuma di gelsomino porta invece sulle papille gustative mandarino verde, pesca nettarina e tarassaco.
Dalla chiara impronta sapida e acida, si fa notare anche per freschezza e bevibilità.
Sivi, Pinot Grigio al 100%, dal bouquet di frutta passita, mescola sensazioni di melone, alchechengi, camomilla e pompia candita.
Il corpo è denso, la beva materica.
Il Sauvignon è decisamente originale e fuori dagli schemi, poiché alle consuete note verdi sostituisce fiori di acacia all’olfatto, mentre in bocca si evidenziano pera, alloro, kumquat.
Si palesa ben sapido e dalla beva allegra e non impegnativa.
Per la bacca rossa, questa è l’enclave slovena del Pinot Nero.
Il Modri Pinot Noir al naso porta composta di prugna e in bocca corbezzolo, mora selvatica, mirtillo e cardamomo. E’ mirabilmente acido e tendenzialmente abboccato allo stesso tempo.
Nel Mihael Noir la stessa uva si evolve in profumi di vegetazione boschiva e spezie orientali, mentre depone sul palato carruba, prugna, paprika e mela cotogna cotta. Denso ma di beva scorrevole grazie all’elevata acidità.
Il Pinot nero contribuisce per un terzo all’assemblaggio del Mihael Rdece insieme ad altrettante quantità di Merlot e Cabernet Sauvignon che creano un bouquet agrumato e insieme balsamico, inebriando il palato tra visciola, clementina, liquirizia e carruba.
Spiazzante ma carezzevole.
Il Merlot ha un magnifico corredo olfattivo speziato, seguito alla degustazione da fragola, amarena sotto spirito, cioccolato al latte e sorbo. Vellutato e complesso, ha un gran piglio zuccherino immerso in sublime acidità che lo rende entusiasmante.
Il Cabernet Sauvignon sciorina in tutti i sensi il classico mondo del sottobosco, tra lampone, ribes, marasca e genziana. Fragrante, persistente, ha un finale ammaliante che non si dimentica.
Per apprendere qualcosa di più su questo mondo di grande seduzione anche intellettuale abbiamo intervistato Tomaž Prinčič nel video seguente.
Info: https://www.princic.si/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/tomaz-princic