Specialmente… a Trapani: luoghi da vedere
A Trapani, la bellezza vien dal mare
A Trapani, ogni cosa bella viene dal mare. Perfino le sue attrazioni e i beni culturali.
La pesca, la più ancestrale delle attività locali, da cui scaturisce un mercato che somiglia a un’esposizione di fauna ittica.
Le saline, la più antica industria della città, capace di abbellire ulteriormente una natura già splendida di suo e perfino di dare vita a un eco-museo.
Il corallo, le cui lavorazioni degli artigiani del posto sono straordinarie…
… tanto da impreziosire perfino una raffinata esposizione museale.
Una torre costiera nata sulle acque per difendere la comunità dai pericoli che giungevano dal mare, ma che oggi si rivela per la monumentale grazia architettonica.
Tutti elementi che fanno comprendere come il mare per Trapani non se ne stia sullo sfondo, ma scorra vitale nelle vene della città, contrassegnandone ogni aspetto ideale e materiale.
Certo, un mare bello da vivere anche spensieratamente in chiave ludica, visto che a Trapani è possibile fare un bagno e sdraiarsi su delle belle spiagge senza doversi allontanare dal centro abitato.
Ma anche quando si è in relax, basta girare la testa per scrutare l’orizzonte ed ecco che la Storia si appropria nuovamente del tuo sguardo.
Come a sancire che a Trapani anche il benessere è un fatto culturale.
E girare per il centro rilassa come quando ci si sente a casa…
… donandoti scorci di semplicità mai banale…
… svolazzi di passioni cittadini…
… mentre la sagoma di qualche nave sullo sfondo ti riporta ancora una volta con la testa al mare…
… come se già non bastasse il profumo a fartene avvertire la rassicurante presenza…
Al Museo Pepoli, in mostra tutta la vivacità culturale di Trapani
Un compendio di tutte le espressioni delle arti figurative nel territorio trapanese, comprese quelle arti decorative e applicate in cui Trapani ha brillato per secoli grazie al talento dei suoi maestri artigiani.
Basandosi su questo progetto illuminato, il Museo Regionale Agostino Pepoli alle collezioni di pittura…
… e di scultura…
… affianca opere in corallo…
… ori e argenti…
… maioliche, ceramiche e terrecotte…
… oggetti sacri…
… caratteristici presepi con i loro personaggi…
… e allestimenti di grande gusto…
… che evocano scene teatrali…
… o mettono in scena delle tranche de vie.
Ne viene fuori il ritratto di una Trapani culturalmente vivace, ricca di talento ma anche di intraprendenza.
Un ritratto reso possibile dai tesori personali che il Conte Agostino Pepoli ai primi del Novecento decise di musealizzare e rendere accessibili a tutti.
Un atto di generosità che attirò altri lasciti, con pezzi provenienti dai patrimoni di corporazioni religiose e da altre collezioni private, per giungere alla ricchezza espositiva evidenziata dall’allestimento odierno.
Tutte queste meraviglie sono riunite negli splendidi locali dell’ex convento dei Padri carmelitani…
… edificio trecentesco su cui sono stati fatti importanti interventi dal Cinquecento al Settecento…
… che già brilla di luce propria grazie ai pregi architettonici…
… e alle tracce dell’antico splendore pervenute fino a noi.
Tante le storie narrate, le quali testimoniano non soltanto l’eccellenza di artisti e artigiani locali…
… ma anche controversi momenti della storia isolana, come testimoniato dalla presenza di una ghigliottina portatile…
… e di memorabilia della spedizione garibaldina.
A raccontarci il museo è il suo direttore, Luigi Biondo.
Info: www.regione.sicilia.it
Torre di Ligny, proiezione di Trapani tra due mari
Da secoli assiste silenziosa al tumultuoso incontro di due mari, perché davanti a questo monumento iconico di Trapani avviene il ribollente abbraccio tra il mar Tirreno e il canale di Sicilia.
Tale sentinella muraria si chiama Torre di Ligny e dal ‘600 si staglia al culmine del più pronunciato punto di fuga della città verso l’infinito.
Una strozzatura geo-architettonica che come un imbuto risucchia verso sé i visitatori, come inevitabile acme di chi voglia vivere il senso profondo di questa città.
Città che sembra svanire se guardi frontalmente da vicino la Torre di Ligny, con le spalle rivolte al centro abitato, perché il suo profilo si immerge nella distesa acquatica che gioca con i colori.
L’incontro dei mari infatti crea tutte le possibili nuance che si possono ottenere mischiando il verde all’azzurro, il ceruleo al blu profondo, come un pittore che sperimenta su una tavolozza a punta di pennello.
Le pietre magnificamente disposte dell’edificio raccontano poi la storia di una torre costiera nata sotto la dominazione spagnola a difesa delle incursioni dei corsari, un ruolo di protezione mantenuto a più riprese anche nei secoli successivi, fino alla seconda guerra mondiale, quando tornò utile come postazione antiaerea.
Oggi è invece pacifico simbolo adagiato sugli scogli, in attesa di maggiore e più continua valorizzazione: al suo interno ospiterebbe infatti un museo tra due mari, ma la scorsa estate era tutto chiuso e transennato, senza che fosse possibile attingere notizie certe sulla fruibilità dell’edificio.
Nulla toglie al suo fascino che rende imprescindibile raggiungerla per chiunque transiti da Trapani.
Il mercato del pesce di Trapani, esposizione ittica del territorio
Sotto una struttura moderna batte il cuore antico della più ancestrale attività commerciale di Trapani: il mercato del pesce.
Il design moderno del mercato ittico di via Cristoforo Colombo crea infatti uno strano contrasto con ciò che avviene al riparo della sua copertura: le urla, le modalità di vendita, le contrattazioni, sono le stesse di sempre, immutate da secoli, come buona parte delle specie pescate, perché qui l’abitudine di vendere pesci alloctoni non ha attecchito più di tanto.
Fare due passi in questa pescheria equivale così a un’immersione nel mare trapanese, perché si passano in rassegna i pesci del territorio.
La regina è l’aragosta delle Egadi, dalle isole del vicino arcipelago che rientra sempre nella provincia di Trapani; inconfondibili le loro sfumature di colore, le quali forse non a caso richiamano le stesse tonalità del corallo locale, altra presenza caratterizzante dei fondali marini trapanesi.
Il re è invece il tonno, anche in questo caso con epicentro nelle Egadi, in particolare a Favignana, dove fino a pochi anni fa era ancora attiva una delle più importanti tonnare del Mediterraneo, oggi trasformata in splendido museo.
A dimostrazione che definire la pesca come elemento della cultura del territorio trapanese non è affatto una forzatura.
L’arte del corallo a Trapani
Ruotano tutte intorno al mare, le attività umane che hanno reso celebre Trapani: l’estrazione del sale, la pesca e la lavorazione del corallo.
Quest’ultima da secoli contribuisce a fare circolare il nome della cittadina siciliana in tutto il mondo, grazie a una scuola artigiana di antichissima tradizione e altissima levatura.
Sono centinaia di anni che gli organismi animali dal prezioso scheletro calcareo vengono pescati nelle acque trapanesi.
I tutto questo tempo le abilissime mani degli artisti del corallo li hanno trasformati in monili…
… sculture…
… oggetti sacri e soprammobili…
… dando vita anche alla particolare tipologia di presepio locale, incontrando il favore di regnanti e gente comune, tutti attratti dalle sue sfumature di rosso.
Oggi la pesca del corallo si è molto ridotta e lo stesso è accaduto all’indotto, compreso l’artigianato che lo lavora.
Al punto che Platimiro Fiorenza viene ormai definito l’ultimu mastru curaddaru, l’ultimo maestro della lavorazione del corallo. “Una vita per il corallo” la sua, trascorsa nella sua bottega, dove tutt’oggi, settantenne, trascorre le ore intento a creare capolavori di manualità impressionanti.
Per questo la bottega è meta dei viaggiatori più attenti, consapevoli del contributo di quest’arte all’identità di Trapani.
Quella di Fiorenza non è una semplice gioielleria con laboratorio, ma un autentico atelier d’artista: le sue opere sono esposte con grande gusto ed è possibile vedere al lavoro lui o i suoi allievi.
Camminare tra le creazioni di Fiorenza dà la sensazione di trovarsi in una galleria d’arte, dove sono riuniti stili e materiali delle varie lavorazioni.
A questo, si aggiunga il valore didattico. La figlia del maestro, Rosadea Fiorenza, ha sviluppato una profonda cultura di tutti gli aspetti del corallo e della sua lavorazione: riesce in pochi minuti a svelarti ogni segreto, con una rara capacità divulgativa. Ne ha offerto un saggio davanti alla nostra telecamera.
Info: www.gioielleriaplatimirofiorenza.it
Museo Parco Tematico Saline Calcara, il sapore della storia trapanese
Se considerate un ampio parco…
… corredato di “un museo allestito all’aperto che comprende diversi mulini, tra cui uno di recente restauro e visitabile al suo interno”…
… “vasche di sale bianco e cristallino”…
… “e un’ampia esposizione di attrezzi utilizzati per l’estrazione e la raccolta del sale”…
… per aggiungere poi “uno scenario naturale fuori dal comune, dove attraverso visite guidate, è possibile assaporare e rivivere l’attività produttiva della salicoltura, recentemente ripresa”…
… allora potrete ben immaginare quanto possa essere istruttivo e al tempo stesso suggestivo visitare il Museo Parco Tematico Saline Calcara.
Situato all’interno della Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, nel territorio di Nubia, il museo è collocato nel cuore della Salina Calcara, il cui pregio paesaggistico già vale la visita.
Se all’esterno tutto rappresenta una sorta di eco-museo diffuso, all’interno di un baglio sono invece ospitate delle sale espositive…
… ricche di testimonianze materiali e fotografiche…
… compresi volumi da consultare e modelli in scala.
Ecco il museo nelle parole del suo responsabile, Giovanni Palermo.
Info: www.salinacalcara.it
La storia delle Saline Calcara di Nubia, Paceco (Trapani)
La storia delle antiche Saline Calcara accompagna da sempre quella di Trapani e del suo territorio.
Collocate a Nubia, frazione di Paceco, a cinque chilometri da Trapani, hanno segnato la zona nel paesaggio come nell’economia.
L’Isolotto della Calcara che ospita la salina è ritenuto primo approdo per chi giungeva qui dal mare e punto di incontro e di scambio tra le popolazioni.
“L’origine delle saline, secondo il pensiero comune, risale ai Fenici, i quali, per la buona disposizione della costa, ampiamente pianeggiante, e per le favorevoli condizioni climatiche, – venti, temperatura, umidità -, impiantarono dei bacini per l’estrazione del sale, che poi esportavano nei paesi mediterranei” raccontano sul sito della Salina Calcara (www.salinacalcara.it).
Alterne vicende vedranno poi nei secoli susseguirsi dominatori e lavoratori, tutti intenti a proprio modo a perpetuare un’antica tradizione di sconfinato fascino.
Una storia lunghissima e articolata che ci siamo fatti raccontare da Giovanni Palermo, oggi responsabili delle attività delle Saline Calcara.
Info: www.salinacalcara.it
Come funzionano le saline del trapanese
Biologia, chimica, meteorologia, meccanica, industria, trasporti, sono tante le materie e le competenze che entrano in gioco nel funzionamento di una salina.
Sembra una semplice attività tradizionale e invece richiede un raffinatissimo lavoro che unisce basi scientifiche e conoscenze empiriche.
Senza nulla togliere alla bellezza che conferiscono al paesaggio in cui si collocano, non meno interessante è scoprire come funzionano e in quale modo da secoli vengono gestite.
Ci spiega tutto questo Giovanni Palermo, responsabile della Salina della Calcara di Nubia, frazione di Paceco in provincia di Trapani.
Le saline, grazie al loro stretto contatto con il mare, hanno sviluppato anche suggestive attività parallele, come l’allevamento di alcune specie ittiche.
I pesci di salina sono ritenuti così pregiati nel trapanese da avere rappresentato a lungo uno dei doni più graditi che si potessero fare e ricevere.
Abbiamo cercato di capire perché sono ritenuti così particolari.