Trattoria Il Veliero a Marettimo: la cucina dei veri pescatori delle Egadi
Dal mare alla tavola senza nessuna mediazione. Le stesse mani tirano fuori il pesce dal mare, lo cucinano e lo servono in tavola.
E’ autarchica alla massima potenza l’attività della famiglia Bevilacqua, capitanata come sempre dal capostipite Peppe. Una famiglia di pescatori che anni fa ha deciso di aggiungere anche l’attività di ristoratori, per offrire al pubblico la vera cucina di mare delle Egadi senza alcuna mediazione.
Dalla notte fino al mattino vanno per mare: poi tirano su le reti, raccolgono il pescato e lo vanno a cucinare nella loro trattoria sul lungomare di Marettimo, Il Veliero, in via Umberto 22. Più autentico di così…
Però, pur essendo attratti dalla cucina che si annuncia così schietta, i clienti che arrivano si lasciano rapire il cuore da qualcos’altro: la vista del panorama fenomenale che si dispiega davanti al locale. La nervosa successione di rocce selvagge che vanno a immergersi nel mare ceruleo toglie il fiato e sazia lo sguardo.
Se si arriva per tempo, si può godere di questa vista nel più comodo e prolungato dei modi, cenando all’aperto, letteralmente sul mare, il quale, se è mosso, picchia incessantemente a un passo da te, trasformandosi in percussiva serenata ancestrale. Se avrete la fortuna di beccarvi il tramonto da qui, proverete un’emozione rara.
Il menu va saputo interpretare. A prima vista sembra scarno, quasi povero, incentrato com’è sulla freschezza della materia prima, ovvero il pesce. E’ un indizio, un invito a farsi ispirare dalla semplicità per scegliere cosa gustare. I camerieri verranno a decantarvi le qualità della cuoca, anche lei appartenente sempre alla famiglia, ma vi suggeriamo di non lasciarvi sedurre dai suoi pur lodevoli tentativi di innovazione: un pesce così fresco non ha bisogno di personalizzazioni creative, ma soltanto di essere rispettato nella sua integrità.
La brigata di cucina comunque ha ottima mano e se volete averne un saggio, allora fiondatevi sugli antipasti serviti a buffet. Le proposte sono parecchie, una più golosa dell’altra, tanto che finirete con il riempirvi il piatto fino a farlo traboccare di delizie.
Come la frittura di neonato bagnata in ottime uova.
O le polpette di pesce spada, in due modi. Quelle al pomodoro già sono una vera delizia, così tenere e delicate. La versione fritta però è eccezionale, per la ricchezza del contenuto e la croccantezza esterna che lo contiene.
Scarna ma soddisfacente la parmigiana, buona la caponata.
Il pesce, ovviamente, è freschissimo. Tanto è vero che intelligentemente lo propongono soprattutto alla griglia, per sentire ancora il sapore del mare. Noi abbiamo provato delle occhiate dalla carne compatta e succulenta.
Tuttavia è ottimo anche il fritto, anche perché non è unto e non ricopre il sapore del pesce.
Sappiate che potete farvi cucinare il pesce come volete, anche in modi non indicati nel menu: basta chiedere…
Scarsa purtroppo l’offerta dei vini, tutti molto convenzionali, come il Grillo Parlante di Fondo Antico, corretto ma piatto, con i produttori troppo concentrati sul nome a effetto da dare al prodotto e distratti invece dal valorizzare le potenzialità immense dell’uva aromatica siciliana per eccellenza.
Anonimo il sorbetto della casa, la quale però si rifà con la torta campagnola tipica del trapanese, incentrata sul binomio composto da ricotta e cioccolato che si inserisce in un pan di spagna imbevuto di liquore.
All’uscita, vedere a un tavolo il titolare Peppe Bevilacqua con scolpiti sul volto anni di fatiche in mare, aggiunge un profondo senso all’esperienza di mangiare in questo locale: siamo riusciti a strappargli qualche parola, pronunciata con la semplice franchezza che lo contraddistingue in ogni sua attività…