Trattoria Le Zie a Lecce, la cucina casereccia pugliese per antonomasia
Per comprendere appieno il significato di casereccio, bisogna andare alla Trattoria Le Zie in via Archimede Costadura 19 a Lecce, dove il concetto di casa si manifesta in ogni aspetto, dall’ambiente alla cucina.
Fin dall’ingresso, visto che l’accesso non è libero, bensì richiede che si suoni un campanello, proprio come accade in un’abitazione privata.
Allo stesso modo gli interni richiamano un normale appartamento, con pareti senza lustrini alle quali sono appese normali foto di famiglia, mentre le bottiglie sono esposte in un mobile che ti aspetteresti nella sala pranzo di una tua zia, appunto.
E la sensazione della casa della zia prosegue con il servizio informale e un trattamento familiare.
L’offerta culinaria è in linea con l’atmosfera descritta: si mangiano i piatti tipici della tradizione locale, esattamente come vengono preparati nelle case pugliesi, senza impiattamenti estetizzanti né inutili raffinatezze estetiche.
Un’offerta gastronomica che parte per essere spontaneamente frugale ma che proprio per questo finisce col diventare involontariamente (e benemeritamente) radicale.
Ci vuole coraggio infatti per proporre un piatto di disarmante semplicità contadina come il Ciambotto, zuppa di ortaggi come patate, zucchine, melanzane e peperoni, tutti ben cotti e immersi in un brodino vegetale superlativo.
Preparazione divina, soprattutto se arricchita da un buon olio extravergine di oliva come quello che trovi qui, prodotto dalla Tenuta Francesca Stajano di Alezio, in provincia di Lecce, un blend con cultivar territoriali come Cellina e Ogliarola, oltre a Frantoio e Pendolino.
Buona la versione del locale della classica Tiella, elegante interpretazione di riso, patate e cozze, con cottura perfetta e golosa gratinatura.
Ghiotte come da manuale le Pittule, croccante impasto fritto dal multiforme cuore vegetale.
Imperdibile un piatto identitario come Ciceri e Tria, ceci interi e in parte cremosi che si adagiano su lingue di consistente pasta larga, parte della quale viene fritta e aggiunta alla composizione: proprio in questa commistione tra tenero e croccante risiede l’irresistibile squisitezza della ricetta.
Tra i secondi, ottimo il rustico Polpo in Pignata, altra ricetta tipica da provare: il mollusco viene servito nel brodo che si crea con una lunga cottura e l’aggiunta di alcune verdure, creando un intingolo buonissimo.
Peccato soltanto per l’eccesso di granelli di pepe interi che tempestavano la nostra porzione.
Dei dolci casalinghi ci si può fidare e meritano decisamente un assaggio i liquori fatti in proprio, con infusi all’arancia, alla cannella o alle nespole.
A tutto pasto ha retto benissimo il Torre Testa Rosé di Tenute Rubino, da uve autoctone di Susumaniello vinificate in rosato, il cui ricordo tanninico e abboccato impregna il sorso denso e carico di suggestioni di sottobosco (https://www.tenuterubino.com/it/i-vini/cru/torre-testa-rose.htm).
Nel video che segue, le immagini dei sapori che si trovano in questo locale.