Tripperia O’ Russ a Napoli, imperdibile tempio dei sapori ancestrali e baluardo della civiltà
Un simbolo della Napoli verace, una testimonianza della storia più nobile d’Italia, un baluardo della civiltà: la Tripperia O’ Russ in via Sant’Eframo Vecchio 68 nel capoluogo campano è molto di più di un pur clamoroso tempio del gusto di livello mondiale, poiché nel suo quotidiano dedicarsi al cibo povero per eccellenza celebra la dignità dell’Essere Umano, il miracolo della sua evoluzione e l’affermazione vivida delle proprie radici più autentiche.
Un intero locale dedicato alla trippa che allarga la proposta al massimo al quinto quarto non è soltanto un unicum che va preservato come prezioso giacimento antropologico ma da celebrare pure come espressione culturale, per il suo insieme di memoria storica, presidio gastronomico e ancor di più per l’elegia della semplicità democratica e dell’accessibilità popolare donata ogni giorno alla gente del posto come ai tanti viaggiatori di passaggio, soprattutto dopo la celebrazione del New York Times che lo ha inserito intelligentemente tra i cinque ristoranti che “vi faranno dimenticare la pizza”.
Ottant’anni di una storia familiare iniziata con Aniello in versione ambulante e oggi proseguita dal figlio detto “o’ russ” per via del colore dei capelli oggi scomparsi, indefesso prosecutore dell’attività del padre che accompagnava nei suoi giri, arrivando perfino a dormici sul carretto in mezzo alle trippe.
L’importanza sociale di questo locale è dimostrata dal gran numero di clienti che passano a ogni ora per prendere e portare via il loro piccolo ristoro di immenso gusto…
… grazie a una formula di vendita antesignana del moderno take away, incentrata su una protuberanza del locale che funge da banco e chiosco proiettati all’esterno, direttamente sulla strada, quasi a volere affermare ancora di più il valore di anticipatore dell’odierno street food…
… con tutti i vari tagli che fanno bella mostra di sé dalla vetrina…
… tra abomaso, reticolo e tutte le frattaglie possibili…
… pezzi pulitissimi, tanto da essere pronti per l’immediato consumo a crudo, anche in piedi.
Consigliatissimo però mettersi a sedere negli spartani arredi del locale…
… e predisporsi a una degustazione totale di tutte le specialità della casa, sapori genuini ed esplosivi di una volta che incantano il palato…
… anche perché qui sono ben disponibili ad accontentarti con mezze porzioni e perfino assaggi…
… così da potere impazzire di gioia per l’imperdibile tris di trippa (con sugo, fagioli o patate) dalle stimolazioni sensoriali fantasmagoriche…
… proseguendo con la freschissima insalata alla Buonocore ispirata a un vecchio cliente…
… ricca di ortaggi di stagione e impreziosita dalla presenza dei lupini…
… ma non si può lasciare il locale senza provare le emozioni della zuppa di carnecotta e di quella di soffritto, davvero commoventi…
… così come il leggendario ‘O pere e ‘o musso con il semplice contributo di olio e limone.
Da aggiungere l’immensa umanità dei gestori, capaci di farti sentire subito in famiglia, ma anche la cortesia di tutti i collaboratori è straordinaria, come la loro competenza.
Con il valore aggiunto impagabile dei racconti dei titolari, Vincenzo Daniele primogenito del fondatore Aniello, insieme alla moglie Lena: li abbiamo documentati mentre ci trovavamo nel locale, nel video che segue.
Info: https://www.facebook.com/Trippa1945?locale=it_IT