Val d’Orcia e Valdichiana, regno del chilometro zero
Dalla vendemmia all’olio nuovo con la chianina, la cinta e il Pienza.
Mammellare è il paesaggio dove la natura sembra far a meno dell’uomo appena il borgo finisce. Respira nei disegni netti delle colture e della cultura, è paesaggio da contemplare e gustare. Come fanno, a frotte, gli stranieri.
Sono sceso nei colli senesi per capire il senso totale del chilometro zero, di una biodiversità paradisiaca, non solo negli affreschi trecenteschi delle sue piccole chiese.
Le linee ambigue dell’Amiata e quella acuta del Cetona dovrebbero orientarci fra la Val d’Orcia e la Val di Chiana, mentre Radicofani svetta ovunque, mentre tu giri in senso orario o antiorario nelle valli. Questo è il paese della Chianina certificata, “un colosso da lavoro e carne, non da latte”.
E della Cinta senese, il maiale autoctono che qui, in assenza di querce, viene allevata fra il bosco e gli ulivi, gli alberi da frutta.
Del pecorino di Pienza inventato dai pastori sardi.
Montalcino è il confine ideale a Nord con il Brunello, poi è quasi tutto Chianti Igt dei colli senesi, Nobile di Montepulciano e democratico Rosso. Nero contadino. Pici e stringozzi maremmani, risotto di farro, mitiche zuppe di legumi e ortaggi cangianti da contrada a contrada.
A Sud, nella terra che si incunea fra Maremma, Alto Lazio e Umbria, trovi San Casciano dei Bagni e Chiusi, appena al di là del confine Città della Pieve che si è sempre sentita più granducale che perugina.
In mezzo, Pienza, Montepulciano, Quirico d’Orcia e Bagno Vignoni, Monticchiello. Castelluccio e la Foce.
Partendo da Chianciano, verso Cetona incontri Sarteano, un gioiellino. Agriturismi e B&B, quasi sempre con piscina, garantiscono un conto sostenibile, dagli 80 ai 120 euro per due.
E le terme, fin dagli etruschi e romani. La piazza d’acqua di Bagno Vignoni, le vasche antiche di San Filippo e Monticiano, il parco di Sarteano. Le terme moderne di Chianciano e Montepulciano, Fonteverde a San Casciano. Salute e un inno alla gioia con l’orto, la campagna, l’olio extravergine nel piatto.
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 6 settembre 2014