Valle da Pesca Nalon a Marano Lagunare (UD), antica tradizione friulana da sostenere
Custodia del territorio, tutela della biodiversità, divulgazione di cultura materiale, rispetto della tradizione, omaggio alla memoria, offerta paesaggistica, valorizzazione di una tipicità gastronomica: sono tanti e importantissimi i meriti dalla Valle da Pesca Nalon a Marano Lagunare sulla costa adriatica rientrante nella provincia di Udine, considerata la più rappresentativa tra quelle rimaste in attività, per il rigore con cui conduce un’attività antichissima caratteristica di quest’area del Friuli Venezia Giulia.
La vallicoltura non è soltanto un modo di allevare i pesci bensì un sistema così complesso e ricco di implicazioni pure storiche da essersi meritato una lunga trattazione perfino da parte dell’Enciclopedia Treccani (https://www.treccani.it/enciclopedia/vallicoltura_%28Enciclopedia-Italiana%29/) nel quale si spiega che “si denominano valli in gergo idraulico bacini acquei corrispondenti a bassifondi in corrispondenza della laguna morta o vicino ai delta fluviali”, mentre “la vallicoltura consiste nell’intenso sfruttamento piscicolo delle acque salmastre, la cui naturale produzione viene aumentata mediante opportune opere idrauliche, mediante particolari semine di pesci atti a vivere e a prosperare in dette acque a integrazione o completamento della montata naturale, finalmente nella costruzione di particolari ordigni di cattura (labirinti, lavorieri), di fosse per il novellame non ancora atto a vagare nei pascoli vallivi, di particolari peschiere per la stabulazione, selezione e raccolta del pesce commerciabile”. Una “pratica peschereccia di origine italica, i cui inizi si perdono nei secoli; certamente è il frutto di un’esperienza secolare, frutto delle osservazioni e delle esperienze particolari dei pescatori notte e giorno intenti al moto delle acque”.
Tutto questo crea ambienti non soltanto funzionali a tale particolare virtuosa forma di allevamento ittico ma anche pieni di ricadute positive su altri aspetti, come la creazione di un paesaggio di raro impatto emotivo che incanta con la sua successione di specchi d’acqua e canali alternati a una natura rigogliosa e ben curata…
… così pura, sana e incontaminata da attrarre tante specie, in particolare quelle acquatiche, le quali qui trovano pace malgrado la contiguità con gli esseri umani, grazie all’enorme rispetto nei loro confronti da parte degli operatori valligiani, attentissimi a non disturbare e a non interagire direttamente con gli animali, tanto che perfino gli uccelli più diffidenti qui si sentono ben accolti e stazionano con le loro famiglie.
I territori lagunari infatti “si trovano sulla rotta delle grandi migrazioni dell’avifauna e nei diversi periodi dell’anno molte specie ci fanno visita: alcuni uccelli scelgono la Valle per sostare dal lungo viaggio, altri per svernare e c’è chi trova qui l’ambiente favorevole per nidificare e riprodursi; per custodire la preziosa biodiversità del territorio lagunare, oltre alla piantumazione di piccoli boschetti, abbiamo creato un laghetto di acqua dolce circondato da tamerici ed altre piante autoctone, per accogliere le svariate specie dell’avifauna che frequentano la Valle: speriamo diventi presto una piccola oasi per gli animali selvatici”.
Un progetto che rappresenta ulteriore testimonianza di quanta squisita umanità ed elevata sensibilità alberghi in ciascun componente della famiglia Nalon: qui l’accoglienza è calorosa, la voglia di raccontarsi è entusiasmante, l’amore per il proprio lavoro e l’ambiente in cui vivono è coinvolgente fino alla commozione.
Tutto è iniziato nel 1978 “quando Ivo Nalon intraprese, quasi per caso, il mestiere del Vallicoltore” a Marano Lagunare, un “piccolo borgo marinaro di etnia veneta affacciato sulla Laguna: alle spalle del centro abitato si estendono a corona le Valli da pesca”, un paesaggio unico “in cui terra e acqua si confondono”.
Qui i Nalon proseguono un’attività oggi piena di difficoltà senza mai rinunciare ai valori adottati, come l’impegno “affinché ogni nostra azione sia responsabile nei confronti di ogni forma di vita che ci circonda” e l’assicurarsi “che le nostre attività si inseriscano il più armoniosamente possibile nel territorio”, in quanto “la Valle è la nostra casa, viviamo ogni giorno circondati dai suoi campi e dalle sue acque, per questo lavoriamo tenendo conto del nostro impatto sull’ambiente e sulla comunità che ci circonda, adottando uno stile di vita armonia con la natura”.
Per questo “le Valli da pesca rappresentano un singolare esempio di come l’uomo può valorizzare le potenzialità di aree marginali senza stravolgerne l’ecosistema: mantenendo viva ancora oggi l’attività secolare della Vallicoltura, vogliamo dimostrare che la coesistenza tra Uomo e Natura è possibile”.
Ne deriva che “le orate e i branzini di Valle Nalon sono un prodotto del territorio, allevati secondo le tradizioni secolari della Vallicoltura e con un giusto apporto dell’intervento umano per poter offrire un prodotto di qualità”.
Avvertendo che “il nostro non è un prodotto a ciclo continuo: la produzione è legata al ritmo lento e ciclico delle stagioni: la primavera è la stagione della semina, l’estate di attesa e sorveglianza, l’autunno e l’inverno sono i periodi della raccolta”.
A presidiare tanta meraviglia c’è ancora Ivo, il quale ha trasmesso al figlio Vittorio l’esperienza maturata in quarant’anni di attività e la responsabilità di condurre oggi con passione Valle Nalon e di preservarla in tutto il splendore, come dimostrano le immagini del video che segue.
Conoscere i Nalon fa bene al cuore e alla mente, a partire dal loro sincero e caloroso modo di farti sentire a casa, proseguendo per quanto hanno da insegnarti. Per questo è imperdibile effettuare una visita guidata alla Valle Nalon, da vivere con la stessa importanza culturale di un museo: Vittorio è impareggiabile nel suo modo di descrivere storia, modalità e valori di questo mondo che va preservato come una delle attività culturali più preziose e identitarie della nazione.
Durante la nostra visita abbiamo colto l’occasione per intervistare il coltissimo Ivo Nalon, memoria storica della vallicoltura friulana, qui affiancato dal figlio Vittorio: possiamo ascoltarlo nel video seguente.
Info: https://www.vallenalon.it/